I Vespri Veneziani di Nicola Porpora

Il nome di Nicola Porpora era pressocché quasi totalmente dimenticato dopo la sua morte, se nonché nel 1864 la scrittrice George Sand fa rispuntare l'attenzione sul compositore attraverso un romanzo musicale molto lungo ed articolato: Consuelo.

Ispirata dalle arie italiane che le cantava sua nonna, attraverso le Confessioni di Jean Jeacque Rousseau, così come dai ricordi del suo soggiorno in laguna veneziana nel 1834, George Sand fece di Porpora il direttore dea cappella musicale femminile dell'Ospizio dei Mendicanti ed il professore di canto della sua eroina, la giovane Consuelo.

Nel Romanzo, Porpora si erige come difensore di una canto puro, non corrotto dai successi e dal divismo commerciale. Porpora nel romanzo pronuncia queste parole al giovane cantante Anzoletto:

"Tu hai una cattiva voce, canti male, ed ami cattiva musica. Tu non sai nulla, non hai studiato a fondo. Hai solo l'esercizio e la facilità di emissione. Ti appassioni freddamente, sai tubare, cinguettare come alcune signorine gentili e civettuole a cui si perdonano le smancerie, ma che non sanno cantare. Ma tu non sai fraseggiare, pronunci male, hai un volgare accento, uno stile falso e comune. Non hai il culto dell'arte, non hai fiducia nei grandi maestri, nè il rispetto per le grandi creazioni: tu ami solo la gloria, nient'altro che la gloria e per te solo...".

Il Porpora, descritto da George Sand, ricorda costantemente la lezione dei maestri antichi contro quelli moderni che confondono il canto religioso con l'opera.

Inoltre il maestro non voleva che la musica sacra sconfinasse nel campo del profano, permettendosene gli ornamenti, i tratti e i gorgheggi.

Viene naturale tuttavia pensare che le arie che la nonna di George Sand cantava alla scrittrice, fossero quelle più "severe e rigorose": le composizioni di Porpora nel sacro sono sfavillanti come quasi quelle teatrali: anzi tant'è che in argomento religioso, non posso non fare tesoro delle informazioni contenute nel libretto accompagnatorio del GEDEONE, oratorio che era stato eseguito a Vienna, ma che non incontrò i gusti della corte proprio perchè era "troppo teatrale", e quindi non consono agli oratori "rigorosi" a cui i tedeschi erano abituati. E francamente anche all'ascolto delle belle arie del GEDEONE, è difficile non incontrare i crismi operistici anche nel campo sacro. Trilli, volatine, gorgheggi ce ne sono poi a volontà anche per esempio nel LAUDATE PUERI, e nel LAETATUS SUM.

Insomma la veste che viene fatta indossare da George Sand sulla personalità di Porpora non coincide evidentemente con gli ascolti delle incisioni in cd dei brani del maestro napoletano. Tuttavia è da tener presente, in primis, che è un romanzo, vero, e sebbene sia di ceppo storico, quindi ancorato a fatti inquadrati in un ambito storico, le idee e le opinioni e i pensieri dei personaggi possono esser legati alla fantasia dello scrittore: eh però così facendo le idee espresse nel romanzo dal maestro cozzano con l'evidenza delle partiture e delle loro esecuzioni. Ma c'è un altro fatto da considerare: il periodo storico della scrittrice: romanticismo! che come sappiamo rifiutava i crismi dell'ancien Régime, ed ovviamente i vezzi e gli splendori teatrali: sembra quasi che George Sand voglia riabilitare il compositore, per inquadrarlo in una visione accettabile per i lettori e le ideologie del tempo di redazione del romanzo....

Qui è possibile trovare il libro - anche scaricabile in PDF - di
CONSUELO di George Sand


George Sand in un altro passaggio del libro racconta che quando al Maestro chiedevano di giustificare i trilli e i gorgheggi del suo allievo Farinelli, Nicola Porpora rispondeva che "Io li approvo nel teatro, ma li voglio al loro posto e ne proibisco l'abuso; li pretendo con un gusto puro, sobrio, ingegnoso, elegante, e nella loro modulazione, appropriati non solo al soggetto di cui si tratta, ma ancora al personaggio che si rappresenta, alla passione che si esprime, ed alla situazione in cui si trova il personaggio".

Nicola Porpora lasciò Napoli per Venezia, attirato sia dalle scene teatrali della città, quanto per la possibilità di trovare un lavoro in uno dei 4 Ospizi musicali, detti, come si è detto in altre parti del sito, "Ospedali", trampolino per una carriera europea. Egli segnò profondamente la vita musicale della città lagunare durante i suoi tre lunghi soggiorni in Venezia: compose opere teatrali e diresse 3 degli Ospedali musicali:
Gli Incurabili fra il 1726 e il 1733, La Pietà fra il 1742 ed il 1743 appena Vivaldi partì per Vienna, e L'Ospedaletto fra il 1743 ed il 1747. Gli Ospedali erano quattro istituzioni di carità che possedevano una cappella musicale interamente femminile. Le giovani ragazze cantavano e suonavano strumenti musicali durante le funzioni religiose, e domenica pomeriggio, esse davano veri e propri oratori. Venezia amava far ammirare ai personaggi stranieri illustri queste insolite virtuose, diventate delle curiosità internazionali, come lo testimonia Charles de Brosses, Rousseau e Goethe, senza dimenticare Charles Burney.

Dopo la parentesi di Londra direttore dell'Opera della Nobiltà, dove si qualificò come degno rivale di Handel: del periodo londinese gli inglesi mantennero un vivo ricordo delle sue cantate e dei suoi recitativi ritenuti perfetti

Poi si trasferì a Dresda, territorio dove si scontrò invece con Johann Adolf  Hasse (ricordiamo bene lo scontro indiretto fra Faustina Bordoni, oramai cinquantenne e la pupilla di Porpora, Regina Mingotti. Si tenga presente l'opera di Hasse DEMOOFONTE. si veda QUI per ricordare questi eventi barocchi), ed a Vienna, dove ebbe Haydn come allievo. Sebbene avesse soggiornato in questi luoghi, non smise mai di fare dei ritorni a Napoli sua città natale, che lo accolse anche per la sua morte il 3 Novembre 1768.

I manoscritti dei tre salmi si trovano nel fondo musicale della British Library (manoscritti addizionali) a Londra. Fanno parte della collezione del napoletano Gaspar Selvaggi, che le avrebbe date al Marchese di Northampton, che a sua volta le avrebbe depositate nel XIX-esimo secolo alla British Library. Tra le altre cose James Sanderson con THE PORPORA PROJECT, Cantata Editions le ha trascritte ed editate. Tutti e tre i manoscritti sono del 1744, periodo in cui Porpora era a dirigere L'Ospedaletto, momento in cui tra l'altro anche Jean-Jacques Rousseau soggiornava a Venezia.

Nisi Dominus

Si tratta del salmo 126 (127) per contralto solo, è costituito da sette movimenti nella tonalità del Re Maggiore, Mi Minore e Si Minore. 

Laetatus sum

E' il salmo 121 (122) è il terzo salmo dei vespri mariani. E' scritto per soprano solo e composto da nove versetti ripartiti in 3 movimenti (La Maggiore, La Minore, e Mi Minore), poi seguono il Gloria pari e il Sicut erat.  

De Profundis

E' il salmo 129 (130) è normalmente cantato ai vespri dell'Officium dei morti. E' concepito per tre solisti (due soprani ed un contralto), e presenta nove movimenti in una grande varietà di tonalità (Do Maggiore, La Minore, Fa Maggiore, Si Bemolle Maggiore, Sol Minore, Sol Maggiore, Re Minore, La minore, e Do Maggiore).

Questi tre pezzi aderiscono agli stessi principi: alternanza di movimenti in stile ecclesiastico contrappuntistico (primi movimenti Allegro con una entrata in imitazione), al carattere vivo ed alto (Nisi Dominus e Laetatus sum), o più maestosdo come nel De Profundis, episodi concertanti ( con soli e tutti che dialogano), o più compatti, quando il coro si unisce all'ensemble degli strumenti ( come in Sicut erat in chiusura del Laetatus sum e il Gloria Patri in Si Minore del Nisi Dominus.

Delle figure retoriche (come la forma arpeggiata in note staccate Re-Fa-La-Re, evocanti il tragitto della freccia del Sicut Sagitta del Nisi Dominus) giudiziosamente piazzati, suscitano emozione e l'estasi pia dell'ascoltatore. A questi elementi ereditati dal mondo religioso, si associano elementi tipici dell'opera teatrale. I Pezzi per voce sola in particolare sono scritti come dei mottetti, essi stessi ispirati dall'aria (ma senza la ripresa del da capo). All'ascolto di questi salmi, si può immaginare facilmente la giovane Consuelo, cantando sulla tribuna della chiesa San Lazzaro dei Mendicanti, accompagnata dalle sue compagne, coriste e musiciste: "Lei condusse, sostenne ed animò il coro, facendo progressivamente ogni parte, mostrando così l'intesa prodigiosa e le differenti qualità della sua voce....".

A cura di

    Arsace da Versailles ed Arbace

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