La Fronda dei Principi

Durante questa prima Fronda parlamentare (1648 - 1649), Luigi II° di Borbone si schierò con i realisti ed il suo contributo risultò decisivo: grazie a lui, il Re e la Regina rientrarono il 18 Agosto 1649 a Parigi; conscio del suo valore, Luigi II° avanzò delle pretese così esorbitanti da indurre Mazzarino a farlo arrestare il 18 Gennaio 1650, assieme ad altri capi di questo moto (della Fronda dei Principi si parlerà in una apposita sezione). La lotta allora divampa, aggravata anche dal fatto che ci si misero di mezzo pure alcuni personaggi femminili a rinfocolare gli animi: nel 1650, il Grand Condé passa all'opposizione come leader della Fronda dei Principi (1650 - 1652). Dopo due mesi di arresto, nel marzo 1650, Mazzarino fa rilasciare il Condé.

Innanzitutto Mazzarino volle agire contro quelle dame che, influenti a Parigi ed a Corte, avevano animato così caldamente gli animi dei rivoltosi della prima Fronda: ecco che così si mise ad esiliare qualche contessa. Questa azione del 1651 scatenò tutta una serie di nuovi epigrammi satirici ed offensivi:

Mazzarino, come un fesso
Caccia via l'altro sesso
E' un rinnegato
E' un tipo ingrato
Ma persona assai tapina
Lui sarebbe, in verità,
Senza quel della Regina
Lallalà.
Senza quel della Regina.
Io per me non voglio male
A Monsieur il Cardinale:
E' un immigrato:
S'è vendicato
Io gli perdono l'ira meschina.
Vorrei piuttosto aver strozzato
Quella puttana di una Regina.
Lallalà.
Quella puttana di una Regina

E si rincararono le dosi al già seccato Mazzarino, con i versi di Claude de Chouvigny, barone di Blot, servitore di Gastone d'Orléans:

Andate a farvi fottere
Signor Mazzarino.
E che! per un po' di nettare
che vien fuori dal tubicino,
Tutta Francia impiastricciate.
E se Anna lo vorrà
Se vi bacierà
E cavalcherà
Meglio di un cardinale
Ogni cosa andrà men male.

 Offesosi della situazione, decise, non senza far soffrire la Regina, di lasciare Parigi, dove non era per niente amato, e così si mise in viaggio in una località presso Colonia: Bruhl. La Regina Anna, dopo un po' di tempo, disperata di non avere accanto il suo amante, decise di raggiungerlo, confidandosi con qualche intimo: i Frondisti ben presto vennero a conoscenza del piano della Reggente di lasciare Parigi. Ed ecco che Gondi sobillò nuovamente il popolo, che si diresse rumoreggiante presso il Palazzo Reale di Parigi.

La Regina escogitò un modo per apparire innocente agli occhi del popolo: fece aprire il Palazzo al popolo, che inondò le sale e i saloni, per vedere la Regina Anna, che lo accolse col sorriso, esordendo con la frase:

"Vi ho fatto entrare perchè troppi nemici mi circondano, e mi sento sicura solo in mezzo a voi!"

Non del tutto persuasi, alcuni ella folla furono accompagnati nelle stanze del piccolo Re, che dormiva serenamente: fu la trovata definitiva: la folla in silenzio si ritirò dal Palazzo. Questi eventi indussero Anna d'Austria a rinunciare definitivamente all'impresa di raggiungere Mazzarino: era troppo rischioso.

Nel frattempo Luigi II° di Borbone si allea con la Spagna e cerca di stringere una alleanza anche con Cromwell in Inghilterra, dove lo zio del Re sole, Carlo I°, era stato da poco decapitato nel gennaio 1649. "Un colpo da far tremare i Re" aveva detto Anna d'Austria. Luigi II° di Borbone mirava di sostituirsi alla Regina nel posto di Reggente, portando la maggiorità del Re a 18 anni, con il piano segreto di salire lui stesso al Trono. Essendo informato delle manovre del Gran Condé, Mazzarino da Bruhl iniziò una controffensiva: la corrispondenza che mandava alla Regina, non erano più solo di contenuto amoroso, ma anche politico, ricche di consigli, scritti con un codice cifrato: erano le istruzioni che la Regina doveva seguire contro i faziosi. Finita la reggenza della Regina il 1° settembre 1651, il 6 Settembre il Gran Condé esteriorizzò il suo disaccordo di porre il Re maggiorenne, ma il 7 il Re venne dichiarato maggiorenne, cosa che di fatto salvò la Francia, e il 30 Gennaio 1652 venne richiamato dall'esilio Mazzarino. 

I moti della Fronda non erano ancora terminati: assieme agli spagnoli, il Gran Condé distruggeva la Guienna, mentre a Orléans la Grande Mademoiselle attorniata da uno stuolo di amazzoni, tutte in ghingheri e piumate, desiderava di ergere una base contro l'armata reale e di eclissare Giovanna d'Arco. 

La Grande Mademoiselle in abiti guerrieri - a destra col ritratto del padre Gastone d'Orleans

Per la sua verginità, aveva un carattere aspro ed isterico, e per questo motivo venne chiamata in tono canzonatorio "La Grande Pulzella d'Orléans".

Il generale Turenne è dalla parte del giovane Re, che dalle alture di Charonne, il 2 luglio 1652, segue le vicende della battaglia. 

Turenne

Il Gran Condé lo affronta, ma ha la peggio: braccato dalle forze di Turenne tentò di trincerarsi dietro le mura della capitale, ma c'erano alcune milizie borghesi che erano di guardia, quindi il Gran Condé si trovò dinnanzi a porte ben chiuse e sbrangate di Parigi e addirittura al Faubourg Saint-Antoine si trovò dinnanzi ancora l'armata di Turenne, che sembrava animata da cattive intenzioni: e fu così, in quanto per una intera mattinata ci furono continue perdite per entrambe le fazioni, anche se il caldo era assolutamente intollerabile: l'afa era così soffocante che si vide lo stesso Gran Condé, gocciolante di sudore, spogliarsi completamente e gettarsi totalmente nudo sul prato, attorcigliandosi come un serpente, rivestirsi e riprendere il combattimento. Dopo molte ore dedicate a questi scontri, Condé sembra finito: ma interviene Anna Maria d'Orléans, figlia di Gastone d'Orléans, fratello di Luigi XIII°, e quindi cugina del Re Sole: era detta La Grande Mademoiselle

La Grande Mademoiselle

Risoluta intervenne per salvare Luigi II° di Borbone a Parigi; piena d'orgoglio scrive nelle sue Memorie, di condursi "in modo così poco comune e che non è mai accaduta a persona della mia condizione". Fece aprire la porta di Saint-Antoine di Parigi, e tuonare il cannone della Bastiglia, persuadendo il governatore della Bastiglia a proteggere col cannone la ritirata del Grand Condé e dei suoi uomini: lei stessa spara colpi di cannone dall'alto delle torri. La confusione che si generò fu propizia al Gran Condé che ne approfittò per ripiegare dentro Parigi.

La Grande Mademoiselle, con in mano un ritratto del padre Gastone d'Orleans, fratello di Luigi XIII°

Poteva sposare Imperatori, Re, vari Principi, forse aveva nel cuore una passione per il cugino, sperando di diventarne la consorte. Ma le cannonate "uccisero il marito", come ebbe modo di commentare Mazzarino una volta. In effetti prendere a cannonate l'esercito di suo cugino il Re, che voleva sposare, era una azione alquanto strana per poter pensare che un giorno il suo sogno matrimoniale potesse avverarsi: ma nella sua mente contorta sperava che una volta fatto capitolare, il Re sarebbe stato costretto a venire a compromessi, e uno di questi doveva essere il suo tanto sospirato matrimonio: lei si sentiva destinata ad esser Regina di Francia.

Il Gran Condé era salvo e malconcio: aveva due dita di polvere sulla faccia, i capelli ingarbugliati, il colletto e la camicia zuppi di sangue, sebbene non fosse il proprio. Quella sera la Grande Mademoiselle, fece un vero e proprio baccanalia: risa, vino, danze tutto per esaltare il suo trionfo. Ma quei colpi di cannone segnarono anche la fine della Fronda

L'anarchia allora si impadronì di Parigi, ed allora si giunse alla conclusione che era meglio affidarsi tutto sommato all'autorità del Re. Il Principe di Condé, e il Principe di Lorena lasciarono Parigi e subito dopo,tornato in esilio Mazzarino per consentire una più veloce pacificazione, il 21 Ottobre 1652, il Re rientra a Parigi definitivamente.

Il Gran Condé fugge a Bordeaux, la duchessa di Longueville, che partecipò attivamente alla Fronda essendo l'anima della rivolta, si rinchiude fra le mura di Port-Royal, 

La Duchessa de Longueville, sorella del Grand Condé

mentre la Grande Mademoiselle, spaventata, presa dal timore di esser arrestata fugge invece a Port-sur-Seine, a casa di Madame de Bouthillier, e poi si ritirò a Saint-Fargeau per 5 anni circondata dalle sue amiche Contessa de Frontenac e Contessa de Fiesque, con le quali si mormorò fossero nati amori lesbici, secondo le indiscrezioni del conte di Frontenac, il quale nel 1654, passando nei dintorni di Saint-Fargeau, dovette calmare i suoi desideri amorosi verso la moglie, che non ne volle sapere di passare una notte con lui, manifestando che per quei piaceri preferiva la compagnia della Contessina de Fiesque, con la quale era da tempo sorto un forte legame. La collera fece tremare i vetri del castello e si dovette chiamare un prete per esorcizzare la rabbia esplosiva del Conte!

Il 6 Febbraio 1653, consolidata la sua posizione, il Re Sole richiama Mazzarino, dal momento che il vento, che si era scagliato contro il cardinale, in quel momento non soffiava più.

Chantilly

A Cura di

Arsace di Versailles