Il Palazzo di Maisons Laffitte

La prima menzione del villaggio risale al 820 circa, nel polittico d'Irminon. Questo documento, redatto sotto spinta dell'abate Irminon, era finalizzato per redarre un inventario dei beni dell'Abbazia Parigina di Saint-Germain-des-Prés, fondata nel 543 da Childeberto, figlio di Clodoveo.Ci sono tuttavia dei dubbi se la Mansionis Villa del polittico effettivamente corrisponde esattamente a Maisons-Laffitte. Il resoconto riporta la presenza di colture di cereali e la presenza di vigne. Sebbene vi fosse stata la presenza di fiumi, pare che il villaggio non abbia mai puntato la sua economia sull'attività di pescaggio e quelle ad essa connesse.  

Piantina Odierna della città

La storia di Maisons-Laffitte si va definendo attorno al XI° secolo : è a partire da questo periodo che è possibile individuare una precisa genealogia dei Signori de Maisons. 

Il primo castellano fu Nivard de Septeuil. Suo figlio Geoffroy I° permise all’abbazia di Saint- Wandrille  il libero passaggio dinnanzi alla porta di Maisons verso 1060-1066. Donò inoltre verso il 1087 la chiesa di Maisons all’abbazia de Coulombs (vicino a Nogent-le-Roi), con alcune terre, vigne, delle decime ed una parte del pedaggio.

Il villaggio di allora era riunito intorno alla chiesa, nel suo posto attuale, cinta del cimitero, del presbiterio, del vecchio priorato, (dove si trova il Centro Ianchelevici) ed il castello, situato a quel tempo verso le aiuole ovest dei giardini. Da lì, le case si alzavano intorno alla via principale, diventata l'attuale Rue du Mesnil.

Il feudo di  Maisons-Laffitte restò alle mani dei discendenti di Nivard di Septeuil ( famiglie di Gaucourt, poi di Poissy) finché toccò in eredità femminili, ossia nelle mani di due nipoti di Jean II di Gaucourt. La famiglia di Avesne conservò le sue terre, che passarono velocemente alla famiglia di Marsiglia. L'unità della signoria sarà ritrovata in 1602, quando Jean VIII di Longueil ricompra la parte della Marsiglia. 

Il riunificatore della signoria, Jean VIII de Longueil, morì in 1629. Prese il potere quindi, suo figlio René che farà il Presidente al Parlamento di Parigi e Soprintendente delle Finanze in 1650-1651. Il castello venne costruito su sua commissione da Francesco Mansart, zio di Jules Hardouin-Mansart che costruirà Versailles alcuni anni più tardi.... Questo nuovo edificio sostituì il maniero che la famiglia di Longueil possedeva, dal 1450, nelle sue terre di Maisons-sur-Seine. La costruzione è splendida, non solo perchè doveva rispecchiare l'alta posizione sociale dei Longueil, ma anche perchè il Re aveva il "Diritto di Alberghiera": ecco quindi che il castello fu concepito per esser degna dimora per ricevere il Re all'epoca delle cacce nelle foreste di Saint-Germain. È per questa ragione che l'entrata del palazzo dà la schiena alla Senna, preceduta da un largo viale che proviene dalla foresta. La costruzione cominciò verso il 1642, per concludersi verso 1650. Il Castello fu inaugurato nel 1651 con una sontuosa Festa, in onore della Reina Anna e di Luigi XIV°, allora tredicenne. L'alimentazione d'acqua è assicurata dal mulino posto su un piccolo braccio di Senna, di cui oggi si può vedere ancora le pile vicino al Palazzo polisportivo Pierre-Duprés. Questa macchina idraulica, provvista di due ruote a pale, serviva per macinare il grano e per pompare l'acqua di Senna e mandarla fino ad un serbatoio localizzato vicino alla chiesa. Purtroppo, vittima di un incendio nel 1859, il mulino è distrutto nel 1887. 

Il parco del castello, attorno all'edificio, è chiuso nel 1659, per l'autorizzazione data da Louis XIV al Marchese René de Longueil. Il marchese procedimento allora a numerosi scambi di briciole con gli abitanti di Case per ingrandire il suo parco e di fare ne un insieme omogeneo : i viali Longueil e di Saint-Germain è disegnato per esempio a questo periodo. 
I primi viali del Parco, i viali Albine ed Eglé, sono contemporanei del castello. Gli altri viali saranno creati durante il XVIII° secolo. Una carta del 1740 mostrano il tutto come oggi si può ammirare. Sempre nel XVIII° secolo le unità catastali fra il castello e la Senna sono pianificate, realizzando fossati, innestandole file di alberi, etc... 

Tra i discendenti di René di Longueil, citiamo Jean-René (1700-1731) che riceve scienziati e scrittori al castello tra cui anche Voltaire. Questo racconta, nella sua corrispondenza, dell'incendio che danneggio l'edificio nel 1724, mentre lo lasciava dopo essere stato curato del vaiolo. Il marchese Jean-René di Longueil si interessa da vicino alle scienze, e in aggiunta al suo incarico ereditario di Presidente del Parlamento, fu eletto anche Presidente dell'accademia delle Scienze. Egli morì tuttavia senza discendenza. 

Il dominio rimane nelle mani dei Longueil e dei loro discendenti: prima ad una cugina, la Marchesa di Seiglière, della famiglia di Belleforière; poi al suo nipote il marchese Armand di Soyécourt. Egli cercò di vendere Maisons, e ci provò dapprima col Re, per soddisfare la Marchesa di Pompadour nel 1747, poi a Contessa du Barry in 1770. Ma Luigi XV° non si lascia coinvolgere da queste propostee quindi Soyécourt finisce per vendere la tenuta di Maisons nel 1777 al Conte di Artois, fratello di Louis XVI e futuro Charles X della Francia. 

Nel periodo della Rivoluzione Francese, la tenuta viene dichiarata "proprietà di emigrato" e quindi posta sotto sigilli: il cittadino Lanchére, mercante di cavalli, la riscattò, ma nel 1804, il maresciallo Lannes, Duca di Montebello, divenne il nuovo proprietario della proprietà, e fece restaurare Castello e Parco; frequenti sono pure i soggiorni dell'imperatore Napoleone I. 

Nel 1818, è il banchiere Laffitte che ne acquista il dominio, lottizzò il parco e fece demolire le scuderie.

Dal 1850 al 1904 i differenti proprietari di Maisons ridussero la grandezza del parco; ma è solo nel 1905 che lo Stato Francese acquista il Palazzo, salvando questo gioiello di architettura barocca francese, teatro di Re e Principi, imperatori e marescialli, così come luogo di ritrovo per scrittori e filosofi, come Voltaire, Madame de Stael e Benjamin Constant.

Il Castello di Maisons incipit all'Architettura del Gran Secolo

Il Palazzo venne eretto da François Mansart (1598 - 1666), che era il figlio di un carpentiere del Re, ma divenuto poi architetto, elevò la sua condizione economica, rompendo con tutte le tradizioni pregresse. Si affermò infatti come costruttore di spicco, e le sue opere sono pregevoli proprio per la caratteristica di "unità" che propongono: esse infatti si integrano con l'ambiente circostante, sia urbano che naturale, eventualmente piegato alle esigenze armoniche del complesso. Oltre al Palazzo di Maisons, e ad un numero consistente di palazzi privati a Parigi, si possono citare il Palazzo di Blois, il Castello di Balleroy, ed i progetti per Val de Grâce.

Il Palazzo di Maisons venne considerato sin dal suo completamento come un modello: François Mansart riuscì a fissare i canoni della dimora francese: secondo un coevo, Claude Perrault, il Palazzo di Maisons 

"...è di una beltà così particolare che non poteva esserci straniero che incuriosito non andasse a vederla, come una delle più splendide cose che abbiamo in Francia"

 

Lato della facciata Posteriore del Palazzo di Maisons

Il Palazzo si presenta privo delle ali tradizionali, preannuncia l'arte classica Francese, ed è primo segnale per l'arrivo di Versailles; il palazzo si prefigura come una dimora esemplare, per l'importanza delle diverse parti che lo costituiscono, per la grandezza dei suoi avancorpi, sottolineata da una delle facciate dalla presenza di una serie di terrazze, e dall'altra da alcuni giardini, nonchè per un portico, con i suoi tre piani di ordini sovrapposti: Dorico,  Ionico e Corinzio. 

In relazione alla saggezza con cui sono stati posizionati i Pilastri, colonne e cornici e frontoni, il tutto genera, ordinatamente e variamente, un gioco di superfici e volumi, di ombre e luci, creando un sorprendente effetto illusionistico di prospettiva, animando la struttura nel suo complesso.

Simmetria, Mestosità,  Equilibrio delle forme, Eleganza dei tetti e dei comignoli: tutto concentrato nel Palazzo di Maisons.

Il Palazzo non è altro che il pezzo forte di una composizione geometrica parte integrante di una immensa prospettiva, realizzata fra una riva della Senna e il bosco di Saint-Germain-en-Laye. Sebbene oggi privato dei due parchi (quello piccolo di 33 ettari e quello grande di 300 ettari), Maisons riesce sempre a trasmettere con i suoi equilibri il più puro appagamento dello Spirito, pur non essendo ancora la perfezione che si troverà a Versailles.

 

Curiosità ippiche

Maisons-Laffitte è un importante centro ippico, comprendendo numerosi galoppatoi, e la sua pista circolare, chiamata "Cercle de la gloire" costituisce un vero punto di ritrovo dei purosangue prima dell'allenamento. François Mansart aveva previsto delle scuderie sontuose ad integrazione del dominio, ma oggi non sono più presenti in quanto distrutte.

Quando il Conte di Artois, appassionato di cavalli, riacquistò Maisons, fece restaurare le scuderie, e metter a punto una pista in riva alla Senna, cosicchè a Maisons si succedettero feste, corse di cavalli, passeggiate nel bosco: Il Conte d'Artois faceva allenare con regolarità i suoi 80 cavalli. Fu il Conte di Artois che introdusse le "corse inglesi", facendo diventare Maisons la "città del cavallo".

Un altro proprietario, il banchiere Jacques Laffitte, organizzò la prima vera e propria corsa nel senso moderno del termine. Laffitte quando alienò le sue proprietà, nel 1878 Joseph Oller vi fece allestire un ippodromo. Dal 1990, il Palazzo di Maisons, nel seminterrato, al posto delle cucine, ospita un museo dedicato al cavallo da corsa, dove dipinti, documenti, plastici, casacche, e coppe costituiscono un memorandum della storia ippica.

Malgrado questa attenzione per i cavalli, l'Italia non è da meno, grazie all'intervento passionale del principe Matthias de' Medici, a cui si rimanda, a Siena, luogo celeberrimo Barocco per esser stato il luogo che diede i natali al castrato Senesino.

Vedute Esterne del Palazzo e Giardino di Maisons

A cura di

Arsace da Versailles e Faustina da Versailles