Salone di Venere

Esattamente come il Salone di Diana, il Salone di Venere servì fino alla  età del regno di Luigi XV°, quindi ritorno al 1752, da Vestibolo Alto della Scala degli Ambasciatori.

Statua di Luigi XIV° - opera di Jean Warin - Salone Venere - Versailles

Altra inquadratura della Statua di Luigi XIV° con parte del soffitto

Il marmo, interamente conservato, domina il Salone e mette in evidenza una statua di Jean Warin rappresentante il Re Sole, posta in una nicchia posta di fronte alla finestra. 

Il Salone, che serviva da Vestibolo, è esemplare per vedere il tipo di decorazioni progettate da Charles Le Brun: in particolar modo il rivestimento delle pareti, con vivace policromia dei marmi. Per procurarsi il materiale prezioso, insolito per l'architettura francese prima del Re Sole, Luigi XIV° fece riattivare le cave dei Pirenei, rimaste chiuse dalla caduta dell'Impero Romano. 

Tavolo su cui poggia Statua di Luigi XIV° - Salone di Venere - Versailles 

Il nome di Venere, è la prima divinità del ciclo del Grande Appartamento, è dovuto al soffitto dipinto da Rénè Antoine Houasse, che ha per oggetto la Dea dell'Amore che sottomette al suo volere Divinità e Potenze.

Immagine del soffitto del Salone di Venere

Negli angoli sono presenti coppie di amanti celebri dell'Antichità, ma le rappresentazioni murali catturano l'attenzione indirizzando verso due statue e trompe l'oeil di Meleagro e Atalante, posizionate fra le finestre, e sulle pareti laterali, le finte prospettive, opere di Jacques Rousseau.

Mentre si svolgevano le "Serate d'Appartamento", erano presenti intorno diverse tavole su cui era preparata la colazione, che si sapeva dover esser interamente consumata e che rimaneva in esposizione per le quattro ore di intrattenimento, dove ognuno poteva scegliere la leccornia che preferiva.

 

A cura di

Arsace da Versailles