Lusso e benevolenza a Versailles A Versailles, Madame Du Barry brillava di mille fuochi.
Almeno fino all'Ottobre 1770, Madame du Barry abitava sempre al piano terra della Reggia, nella Cour Royale, come testimonia il registro degli alloggi del Castello. Solo nell’inverno 1770-71 lei potè trasferirsi nell’attico, sopra l’appartamento del Re, in un nuovo appartamento che Gabriel aveva riorganizzato per lei e che costò 25.000 lire, richieste il 10 febbraio 1770 a Monsieur de Marigny. Per questo appartamento si sono prese in parte dalle stanze dove si trovavano le collezioni di libri e di carte di Madame Adélaïde e Tali appartamenti della erano posizionati sopra quelli di Luigi XV, che volle fosse decorato nella maniera più ricca e più elegante possibile ed è proprio sotto quest’ultima forma che si è conservato ai giorni nostri. Del bel e sontuoso mobilio che tale dimora racchiudeva non è rimasto pressocchè nulla: ricordiamo che i rivoluzionari oltre ad altri castelli, depredarono anche la Reggia mettendo all'asta i beni mobili. Appartamenti di Madame du Barry a Versailles Il Re la alloggiò sontuosamente nel suo castello. In un primo tempo, lei fu al secondo piano del Palazzo, negli appartamenti situati sopra quelli del suo amante, un tempo occupato da Madame de Pompadour. Un anno più tardi, traslocò in degli appartamenti molto speciali e confortevoli, disposti in infilata e le cui aperture erano incastrate nelle ardesie che ricoprivano i tetti del palazzo. Occupati nel passato dalla Delfina Maria-Joséphe de Saxe, la favorita ci vive nell’opulenza. Comandò all’ebanista Martin Carlin dei mobili talmente raffinati che egli inventò per lei dei cassettoni o dei secrétaires, i famosi “buonumori del giorno”, di cui il legno di estratto raro era incastonato di placche di porcellana dove erano dipinti dei motivi floreali, o delle scene paesaggistiche e campestri. In uno dei suoi gabinetti, lei fece sistemare delle vaste biblioteche: la Contessa vi raccolse circa 2.200 volumi. Vera esteta, lei acquistò delle pitture e delle sculture per le quali ella dimostrò competenza. Se la scultura aveva la sua predilezione (Pajou era uno dei suoi artisti preferiti), acquistò comunque numerose tele, fra cui il capolavoro di Van Dyck rappresentante il Re Carlo I d’Inghilterra, decapitato dai partigiani di Cromwell (lei avrebbe esposto questo ritratto alla vista di Luigi XV per incitarlo ad esser più fermo con i suoi parlamenti). La Contessa Du Barry ordinò alla manifattura di Sèvres dei servizi decorati colle sue iniziali, decorati con fiori, vegetali ed incastonati d’oro. Nei suoi appartamenti, lei organizzò delle cene intime di cui il Re andava pazzo. Era una vera arte di vivere che la Contessa si industriava a creare. Favorita del Re, lei poteva dare sfogo al suo gusto smodato per il lusso. Nella materia lei non aveva concorrenza femminile: non ci sono più Regine, la Delfina non attira molta attenzione per il suo aspetto, e le Mesdames erano troppo devote per prendere una apparenza differente da quella austera.
La Contessa rivestì i più bei abiti cosparsi di diamanti, di pietre preziose. Lei portava attorno al collo ed ai polsi, dei gioielli sfavillanti, che il Re gli offriva come pegno della sua passione amorosa. Alle sue orecchie, pendevano dei boccoli stravaganti, ricchi di dettagli che facevano scintillare lo splendore della sua pelle. Alla sua attenzione, i gioiellieri Bohmer e Bassenge confezionarono una “collana in schiavitù”, un pezzo composto di 21 diamanti unici al mondo, per una somma fissata di 1.600.000 livree. Ma i gioiellieri non poterono presentare questo gioiello a Luigi XV, prima della sua morte.
Madame Du Barry era, da un punto di vista strettamente politico, una anti-madame de Pompadour. Se Luigi XV poteva liberamente parlarle degli affari del suo Regno, lei non si permetteva di intervenire, perché lei non aveva nessuna pretesa politica. Come ogni favorita reale, lei si occupava più spesso con successo dei piaceri del Re così come degli spettacoli che animavano la vita di Corte. Lei accettava, per testimoniare la sua influenza, di esser apripista ai preparativi delle cerimonie, delle feste e balli del matrimonio del Conte di Provenza, poi del Conte d’Artois. Questi giubili nuziali furono sontuosi ed uguagliarono per la loro magnificenza quelli del Delfino. La Benevolenza di Madame du Barry
|