La vita della più giovane sorella di Luigi XVI, ghigliottinata a 30 anni durante il Terrore, nel 1794, dopo aver rifiutato di partire in esilio e di abbandonare suo fratello, non si riassume solo sul suo destino tragico.

Profondamente generosa, pia, ma allo stesso tempo allegra e viva, Madame Elisabeth fu una personalità ricca ed originale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nata nel 1764, seconda figlia ed ultima bambina del Delfino Louis (figlio di Luigi XV) e di Marie-Josephe de Saxe, Elisabeth Philippe Marie Hèléne de France fu orfana di padre all’età di un anno e mezzo, e poi di madre quando aveva tre anni.

La morte della nonna Marie Leszczynska, nel 1768, poi quella di suo nonno, Luigi XV, nel 1774 finirono per ricoprire la sua infanzia con un velo di dolore.

Clotilde di Francia

Quando suo fratello Luigi XVI salì al Trono, Madame Elisabeth aveva solo 10 anni. Educata con sua sorella Clotilde, di 4 anni maggiore, Elisabeth fu molto legata al matrimonio di lei con il Principe de Piemont e della sua partenza nell’agosto 1775. Le due sorelle non poterono più vedersi. L'abbandono sembrava caratterizzare la sua infanzia.

Fortunatamente, la cara amica della Principessa, Angelique, la figlia della sua sottogovernante, Madame de Mackau, restava a suo fianco.

Nel 1778, la prima gravidanza tanto attesa di Maria Antonietta coincise proprio con la fine dell’educazione di Madame Elisabeth e la creazione della sua Casa. Elisabeth fu così ricongiunta dalla sua governante, la principessa de Guémeneé,  nelle mani del Re, suo fratello. Diane de Polignac, (qui sotto) l’ambiziosa cognata di Yolande de Polastron, Duchessa di Polignac e favorita di Maria Antonietta, fu nominata dama d’onore di Madame Elisabeth.

Diane de Polignac

Lei dirigeva ormai la Casa di Elisabeth, mentre le dame di compagnia (8 nel 1778 poi fino a 16 nel 1789) si riunivano ogni settimana presso la Principessa per tenerle compagnia.

Angelique, diventata Marchesa de Bombelles grazie a suo matrimonio, raggiunse i ranghi di Madame Elisabeth fin dalla creazione della sua Casa. Benchè le dame di compagnia fossero nominate dal Re, la Principessa giunse a far ottenere questa carica molto invidiata a qualcuna delle sue amiche  più care, assicurandosi  la loro presenza regolare a suo fianco.

Esser dama di Madame Elisabeth non era certo poco faticoso: bisognava poter seguire la Principessa, molto sportiva ed eccellente cavallerizza, durante le cacce e le passeggiate a cavallo che lei conduceva in modo sfrenato. Era naturale quindi che le attitudini equestri delle sue dame importavano molto a Madame Elisabeth.   

Lei scrisse in tali accenti alla sua amica, la Marchesa de Bombelles, il 5 Marzo 1787, riguardo  una nuova dama che lei non conosceva e che avrebbe dovuto a breve unirsi alla sua Casa: “Madame Fournés si era ribellata alla legge comune ed era già incinta, ma il cielo ha provveduto diversamente per il futuro: lei ha fatto un aborto spontaneo che non t’interessava quasi, era solo per mostrarvi che la benedizione del cielo è sempre riportata sulla Mia Casa. Spero che possa rimontare a cavallo”.

Con lo humor che caratterizzava parecchie delle sue lettere, Madame Elisabeth si felicitava del fatto che, non essendo più incinta, Madame de Fournés sarebbe stata disponibile per seguirla e forse accompagnarla a cavallo.

L’equitazione era in effetti molto sconsigliata alle donne gravide o che desideravano diventarlo.

Questo sport era ugualmente giudicato  poco lusinghiero per la silohuette femminile.

Il Conte de Mercy-Argentau, ambasciatore d’Austria, riportò così all’Imperatore Giuseppe II, il 21 Gennaio 1781: “Madame Elisabeth  …. è cresciuta e preso del sovrappeso che, senza esser smisurato, potrebbe far sperare che non aumenti troppo inseguito. Ama appassionatamente l’esercizio del cavallo: le si è detto che ci sarebbe stato l’inconveniente di ingrassare, ma avvertenza non la toccava: non ha né dispiacere né attenzione alla sua figura che faceva prevedere un buon esito”.

Madame Elisabeth suona l'arpa

Oltre al cavallo, Madame Elisabeth amava le passeggiate all’aperto. A Parigi dove lei risiedeva con la famiglia Reale dal 6 Ottobre 1789, lontano dal Parco di Versailles e dai suoi grandi viali, lei si riversò sul giardino delle Tuileries, come descriveva fin dal 4 novembre 1789 alla Marchesa de Bombelles e alle sue dame: “Io cammino più che posso nel giardino; per esempio, questa mattina io ho fatto correre Blanche e Des (la Marchesa Lombelon des Essarts) finchè ho potuto. Io mi resisto bene, e mi stanco quanto mi è possibile, e tutto sommato sto molto bene”.

Affaticante, la vita delle dame di compagnia di Elisabeth necessitavano anche di spirito e di pazienza.

Talvolta malinconica, Elisabeth detestava annoiarsi o almeno di restare sola. Quando la Marchesa di Raigecourt e la Marchesa di Bombelles, le sue amiche più vicine e dame non si trovavano più a Versailles, lei si lamentò nel 1786 in questi termini verso la Marchesa  de Bombelles: “Io possiedo al mondo due amiche, e loro sono tutte e due lontane da me. Ciò è troppo penoso: bisogna che assolutamente una ritorni… Ma ho pregato per voi, perché avete bisogno della sua grazia e io ho bisogno che vi tocchi, voi che mi avete abbandonato. Io non so come ciò si possa fare, io vi amo ciononostante sempre teneramente”.

Era appannaggio delle dame divertire la Principessa, come lo confida la Marchesa de Bombelles al suo sposo dopo aver preso il dolce del Re, il 5 Dicembre 1782: “Ciò è stato abbastanza vivace, abbiamo divertito con le nostre follie Madame Elisabeth, che ha bisogno che la si distragga qualche volta, perché la vita che conduce  sarebbe molto triste per tutte le altre persone meno ragionevoli di lei”.  

La pesca con la lenza, “monotono piacere” faceva ugualmente parte delle distrazioni della Principessa a cui dovevano sottomettersi le sue dame, come scrive  il Marchese di Bombelles, il 14 Giugno 1782 nel suo giornale: “Dalle 8 del mattino Madame Elisabeth era stata a pesca con la lenza, e Madame de Bombelles l’aveva accompagnata… fino a quasi  all’una del pomeriggio. Si è sempre afflitti a vedere quanto, tra le Principesse, anche le più amabili, sono costrette a fare per ammazzare il tempo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Come  tutte le dame della Corte, Madame Elisabeth eseguiva lavori di ricamo. Lei ricamava così con le sue dame le guarniture della tappezzeria nel 1789 per una camera, il salone e la sala da pranzo della casa distaccata della proprietà di Montreuil, destinata agli invitati della Principessa. Era in effetti dal maggio 1783 che la signora di questa proprietà posto a qualche centinaio di metri dalla Reggia di Versailles, sull’Avenue de Paris, era passata a Madame Elisabeth.

L’edificio ed il grande parco all’inglese erano appartenuti alla sua vecchia governante, la Principessa de Guénémé, qui sotto, che, rovinata, era stata obbligata a venderli a Luigi XVI.

Principessa de Guénémé

Madame Elisabeth prese possesso della propria campagna, allo stesso modo con cui Maria Antonietta aveva ottenuto il Petit Trianon.

Solo benché 19-venne  nel 1983, la Principessa era sempre nubile.

Dei progetti matrimoniali  erano stati proposti, fra cui quello di  una unione con il Principe erede al Trono del Portogallo, l’infante Joseph (1761 – 1788), sotto a sinistra, poi col ben più vecchio fratello di Maria Antonietta, l’Imperatore Giuseppe II (1741 – 1790), sotto a destra, ma nessuno si realizzò.

Quando apparve chiaro che Madame Elisabeth non si sarebbe più sposata, a causa di un partito degno del suo rango, un pettegolezzo si sollevò secondo cui lei sarebbe divenuta una religiosa. Certamente l’entrata nel carmelo di sua zia Madame Louise nel 1770 aveva segato la sua infanzia e si sapeva che lei andava a trovare regolarmente le carmelitane.

D’altro canto, Elisabeth era vicina anche alle religiose di Saint-Cyr, dove amava  recarsi  per scambiarsi conversazioni e per assistere a cerimonie religiose. Ma come scriveva Madame Louise alla sorella Marie-Anne-Bernard de Sainte-Thèrése, il 2 agosto 1782: “Non è per nulla vero che Elisabeth domanda di farsi carmelitana, benché il pettegolezzo si sia sparso ovunque”.

Avvisate, le dame di Saint-Cyr non risparmiarono nulla per impedire la presa dei veli a Madame Elisabeth, tutto “per fare capire alla Principessa che non poteva abbracciare il loro stato, che il suo esempio  era necessario nel mondo, che il loro dovere sembrava incompatibile colla sua nascita, che il loro stato poteva anche soffrire per la sua presenza, anche piacevole, che lei potesse avere” come loro scrivevano nelle Memories di Saint-Cyr nel 1781.

Madame Elisabth doveva dunque restare sotto l’autorità di suo fratello fino alla maggior età, fissata a 25 anni.

Lei non si recava mai quindi a dormire a Montreuil prima di aver raggiunto questa età e si impegnava a rientrare ogni sera alla Reggia: partiva il mattino per Montreuil, a cavallo sicuramente, per ripartirne la sera verso il Palazzo.

Allo scopo di preservare la sua reputazione, scelse così di “non ammettere nessun uomo nella sua compagna fino a quando non avesse raggiunto i 25 anni di età” come riporta il Marchese di Bombelles nel suo Journal alla data del 24 maggio 1784.

Vera campagna, il villaggio di Montreuil, riunito a Versailles solo il 1° Luglio 1787, era composto essenzialmente  da campi e praterie. Madame Elisabeth si recava presso i poveri ed i malati a cui distribuiva delle elemosine. Il suo medico, Lemonnier, che occupava una parte della sua proprietà con i suoi vivai ed una fattoria, curava gratuitamente i malati del villaggio. Ma è soprattutto il lattificio, costruito tuttavia dalla Principessa de Guénémé, che fu l’origine  dell’immagine del medico della “buona signora di Montreuil”.

Madame Elisabeth vi fece venire alla fine del 1786 il vaccaio Jacques Bosson della Svizzera, poichè questo contadino era molto stimato per la qualità delle sue vacche e del suo latte.

La Principessa aveva allora fatto distribuire latte alle orfane di Montreuil, tenendo per lei solo quello che sarebbe avanzato dopo. Elisabeth apprezzava molto la produzione delle sue mucche: alle Tuileries, come scriveva Madame Elisabeth alla Marchesa de Bombelles, l’8 dicembre 1789: ”Jacques viene tutti i giorni a portarmi la mia panna”.

Jacques poteva ogni giorno spostarsi e portare il regalo alla sua signora. Vedendolo però languire, Madame Elisabeth aveva saputo che lui aveva lasciato in Svizzera la sua promessa, Marie-Françoise Magnin. Così decise di farla venire a Montreuil, le diede una dote e pure un vestito per il suo matrimonio che si tenne nella chiesa Saint-Symphorien, il 10 maggio 1789. Emblematico della generosità di Madame Elisabeth, che esercitò verso ognuno e ancor di più verso i suoi più cari, questa storia carina di amanti riuniti fu resa celebre grazie alla romanza PAUVRE JACQUES, che, secondo alcuni, sarebbe stata composta dalla Marchesa di Travenet, cognata della Marchesa di Bombelles.

Madame Elisabeth aveva festeggiato i 25 anni, il 3 maggio 1789, e poteva ormai risiedere a Montreuil.

Nel 1788, avvicinandosi la sua maggior età, Thierry de Ville d’Avray, intendente del Guardia-Mobili  della Corona, aveva preparato un rimaneggiamento della casa di Montreuil, mentre l’architetto Jean Jacques Huvé conduceva dei lavori sulla costruzione. Fin là, la Principessa si era sistemata con il mobilio e tra gli oggetti della Principessa di Guénémé, senza che alcuna modifica fosse fatta per lei.

Ma in questo periodo di crisi finanziaria, quando gli Stati Generali si aprirono a Versailles, l’arredamento di Montreuil era stato fatto in economia ed il mobilio di Madame de Guénémé fu piuttosto completato più che sostituito.

Verosimilmente Madame Elisabeth non dormiva mai a Montreuil, perché l’edificio era in restauro durante tutto l’anno 1789. Elisabeth riportava lo stato di avanzamento dei lavori  alla Marchesa di Bombelles, in una lettera datata 8 dicembre 1789: “Il salone  si completò con i mobili quando io lo lasciai. Era disposto in modo molto piacevole. Jacques si trova nel nuovo alloggiamento … Io non so se voi abbiate potuto vedere il mio piccolo gabinetto ammobiliato. E’ molto carino. La mia biblioteca è quasi finita....”

Certo, lei era "abbattuta per non andarvi,… tu (alla Bombelles) ci crederai facilmente; ma i cavalli sono per me una ben più grande privazione. Ciononostante, siccome non posso farne uso, io vi penso il meno possibile…”.

E’ a Montreuil che Madame Elisabeth apprese che la folla marciava su Versailles il 5 ottobre 1789, come lei stessa racconterà, sempre con humour, alla Marchesa de Bombelles, il 13 ottobre 1789: “Io ero scesa lunedì da cavallo a Montreuil, dove dovevo passare la giornata e dove t’avrei scritto: mi stavo mettendo a tavola, quando io vidi arrivare nella corte un uomo che mi diceva che arrivavano 15.000 uomini da Parigi… Giudicate voi, la principessa fu più presto a Versailles di quanto io ci ho messo a scrivervelo qui..”

 

 

 

 

 

 

 

Madame Elisabeth lasciò definitivamente Versailles e Montreuil il 6 ottobre 1789, e soggiornò in seguito colla famiglia reale al castello di Saint-Cloud e continuò pure a rendersi occasionalmente a Saint-Cyr con le sue dame.

Una nuova vita però attendeva Madame Elisabeth dopo l'occasione del 20 e 21 giugno 1791: si tratta della fuga a Varennes, alla quale vi partecipò e d anche dopo l’entrata del  popolo un anno dopo, nell'agosto del 1792, alle Tuileries.

Madame Elisabeth testimoniò un coraggio e un senso del dovere durante questi due avvenimenti che la fecero entrare nella leggenda.

Qui immediatamente sotto abbiamo una illustrazione per ricordare come nel giugno del 1792 la folla alle Tuileries entrata, si scagliò contro Madame Elisabeth, credendo che fosse la Regina Maria Antonietta.

Avendo rifiutato di partire in esilio, affermando che il suo dovere era restare accanto a suo fratello, Madame Elisabeth venne imprigionata dal 10 Agosto 1792 con la Famiglia Reale al Tempio.

Dopo l'esecuzione di suo fratello Luigi XVI, il 21 Gennaio 1793, Elisabeth rimase sola con la Regina Maria Antonietta e sua nipote Maria Teresa Carlotta nella torre. La Regina venne portata alla Conciergerie il 2 agosto 1793, e l'esecuzione avvenne il 16 ottobre.

Il Tempio

Luigi XVI e Maria Antonietta quindi la precedettero sul patibolo, e così lei restò sola, accanto alla nipote Madame Royale, nel momento in cui il giovane Delfino, ugualmente imprigionato, fu separato da loro il 3 luglio 1793.

Entrambe le Principesse furono tenute all'oscuro da parte dei rivoluzionari della sorte della Regina, cognata di Elisabeth e madre dell'altra, Maria Teresa Carlotta (Madame Royale).

Il 9 maggio 1794, Elisabeth fu trasportata alla Conciergerie, e condotta davanti al Tribunale rivoluzionario. L'accusa era di aver favorito la fuga del Re, di finanziare gli emigrati con denaro, di incoraggiare la resistenza nelle truppe reali durante la giornata del 10 agosto 1792, nonché di aver molestato suo nipote, il Delfino. Venne condannata a morte e quindi ghigliottinata il giorno seguente: tuttavia il processo sommario di Madame Elisabeth e la sua esecuzione in pieno Terrore, il 10 maggio 1794, quando la sua virtù ormai era divenuta leggendaria, scioccarono le coscienze.

La sua morte fu percepita come la morte di una innocente: Madame Elisabeth entrò così nel rango di Martire della rivoluzione.

Le stampe contro i rivoluzionari si moltiplicarono rappresentando la principessa colle palme  della Martire.

Delle preghiere che lei avrebbe recitato al Tempio furono riprese e diffuse, mentre il primo biografo di Madame Elisabeth, Antoine Ferrand, iniziò nel 1814 una lunga serie di agiografie.

La Restaurazione diede la massima rilevanza a questa devozione verso Madame Elisabeth. La scoperta e la pubblicazione nel 1816 dell’ultima lettera di Maria-Antonietta, indirizzata a Madame Elisabeth (che non potè ricevere mai), e conosciuto oggi “Testamento di Maria Antonietta” (lettera scolpita fra l'altro nel marmo nero e caratteri dorati nella Cappella Espiatoria a Parigi), la costruzione della Cappella Espiatoria, iniziata nel 1815, o ancora il quadro che rappresenta Madame Elisabeth nel suo lattificio, che Fleury-Richard espose nel Salone del 1817, furono le manifestazioni di questo culto-movimento.

Più di un secolo dopo, la causa di beatificazione della Principessa Elisabeth fu aperta nel 1924, ma non si è ancora realizzata.

Diverse sue biografie sono state pubblicate su di lei in francese, mentre un vasto approfondimento della sua vita viene fatto nella biografia scritta da Antonia Fraser su Maria Antonietta e in quella di Deborah Cadbury su Luigi XVII.

Di lei un segno inconfondibile della sua presenza che sopravvive più tangibile che mai è il suo Domaine a Montreuil, qui sopra l'edificio principale, oramai divenuto una parte di un quartiere di Versailles, essendosi la cittadina attorno al primordiale castello reale sviluppatasi nei dintorno inglobando i vecchi villaggi: una vestigia di queste divisioni fra antichi paesi sono presenti a Versailles nelle costruzioni lungo alcune strade per riscuotere i dazi - si veda qui.

  

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