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1919: Il Trattato di Versailles |
28 Giugno 1919 - Fine della Prima Guerra Mondiale Luigi XIV°, là in alto sulla volta, è dovuto esser stato ben stupito. Lui, quando passava il Reno, era sul suo carro tirato da dei cavalli marini molto imbizzarriti, come Apollo. Aveva le braccia e le cosce gloriosamente nude, una armatura d’oro, dei lauri in testa al di sopra della parrucca, la Gloria in persona, tutta sfavillante, ai suoi lati, La Fama che suona la tromba nelle nuvole sopra di lui. Che pensare della triste cerimonia che si svolge sotto le volte della Galleria degli Specchi, la sua Galleria? Si celebrò tuttavia una pace, ed anche una vittoria.: ma senza una parola, senza un discorso, tutti vestiti di nero, come penitenti. Henry Bordeaux, che era presente, lo conferma : “Un silenzio solenne, assoluto!”. I vincitori hanno l’aria molto rigida, così lugubre da esser paragonata a quella dei vinti. Un
altro testimone lo afferma nuovamente: si doveva firmare, ma come dal
notaio… E’ vero che questi vincitori si sono contestati per più di
sei mesi: le battaglie si sono fermate l’11 novembre 1918 e si è già
il 28 Giugno 1919, ma dopo è fra loro che si accapigliavano. Tra alleati c'è una disputa, una
difficoltà per organizzare la pace, e poi il passaggio del Reno non si
è verificato. Nessun soldato francese, inglese o americano, nè russo o
italiano Per
lui, la Galleria degli Specchi era divenuto un "Santuario".
Strano questo mescolamento di orgoglio rinforzato d'irritazione
nascosta, di gioia soffocata, e questo spettacolo ghindato, pudico,
represso, quasi puritano... Da un lato, Erano le tre. Le guardie repubblicane, di cui la bella prestanza ci nascondeva una parte della Sala, si ritirarono. Ognuno era ora al proprio posto.
Gli uscieri degli Affari esteri introdussero i delegato tedeschi: M.
Hermann Muller, ministro degli Affari Esteri, e M. Bell, Ministro delle
strade e delle comunicazioni. Immediatamente fu il silenzio, un silenzio
assoluto e solenne. E' in questa assenza di ogni più piccolo rumore che li si vide avanzare e arrivare al loro posto, tutti e due tesi e in modo automatico. "Essi sono apparsi come dei prigionieri..." Clemenceau disse: "Signori, la seduta è aperta. Sul trattato di pace, l'accordo è stato fatto, il testo redatto. E' conforme ai 200 esemplari dati ai signori delegati tedeschi. Le firme sono appena state date. Esse varranno come impegno irrevocabile...." Tre quarti d'ora più tardi, Clemenceau, disse: "Signori, le condizioni della Pace fra gli alleati e la Germania sono firmati. La seduta è tolta." Henry Bordeaux scrisse: "Null'altro. Coloro che attendevano un discorso sono stati delusi." Nessun altro rullo di tamburi che non vi fosse stati nei decori, nei lampadari, nelle mensole, nei tavolini rotondeggianti, non una nota di musica, nessuna fanfara per celebrare il Trattato, di cui si disse che questo fu il peggiore della Storia. Certo, ma l'Alsazia e la Lorena tornarono sotto il dominio della Francia, ristrappandole alla Germania, che le aveva prese nel 1871 ad opera del rancoroso Bismarck. TORNA ALL'INDICE DELL'AVANZAMENTO CRONOLOGICOA Cura diArsace da Versailles |