Un ottimo mestiere

Fra il 1660 ed il 1700, il carnefice assumeva un ruolo di primaria importanza in un'epoca dove il rispetto della legge era marcato dal terrore che incutevano le pene tremende, previste in caso di violazioni di norme civili e religiose.

Le pene tremende si prescrivevano sia a personaggi nobiliari, sia alle persone appartenenti al volgo. Possiamo ricordare come esemplare le parole di Madame de Sevigné "E' finita: la Brinvilliers è nell'aria...." ed anche l'esecuzione terribile di Robert François Damiens

Robert le Diable

Secondo Joseph de Maistre, il boia era "la pietra angolare della società, è l'essere inespicabile, ma indispensabile". I boia francesi, in genere, come il resto di quelli europei del resto, erano dei professionisti coscienziosi e si facevano remunerare molto profumatamente. 

L'Attentato a Sua Maestà Re Luigi XV

Il boia di Digione per esempio riceveva nel 1615 un salario annuale che nel 1711 era aumentato del 383%; i prezzi delle singole esecuzioni inoltre dipendevano dalla difficoltà dell'opera, dal costo del materiale impiegato e dalla fatica di realizzazione dell'esecuzione.

Nel 1681, a Corbeil, un supplizio della ruota venne pagato più di 1 euro attuale circa: le spese di esecuzione di un condannato al rogo per sodomia a Dôle, nel 1700, ammontavano all'incirca 40 euro, perchè si doveva considerare anche il costo della legna e il suo trasporto; la fustigazione di una donna adultera a Saint-Armand si pagò nel 1710 circa 10 euro attuali, comprese le spese di trasferta.

Il boia però aveva la possibilità di arrotondare  il suo stipendio concedendo alcuni "favori" particolari ai torturati, vendendo loro delle soluzioni a base di oppio e belladonna, che consentivano una buona sopportazione dei dolori della pena prevista dalla Question (=tortura). C'erano poi altri favori che il boia poteva concedere ai famigliari dei torturati, concessioni comunque sempre ben remunerate: fra quelli più richiesti c'era quello di far morire il condannato prima dell'inizio o a inizio tortura, in modo da potergli risparmiare il dolore. 

Anche in questo caso, un estratto del film Angelica, esemplare affresco storico della Francia dell'epoca del Re Sole, ci può illustrare come andavano le cose....

Un sistema molto usato era quello di garrottarlo mentre lo si stringeva al palo; 

Garrota

era possibile anche infilargli nella testa una fascina ardente, così moriva soffocato. Spesso poi si inseriva tra le fascine che si mettevano accanto al condannato (si fa presente che il condannato non veniva messo in cima alla pira, ma veniva di fatto sepolto dalla legna) un lungo bastone con la punta di ferro, appoggiata sul petto proprio all'altezza del cuore del suppliziato. Appena acceso il fuoco, quando il fumo innalzava, il boia spingeva con violenza questa lancia e finiva faceva trapassare il condannato, prima che vi giungessero le fiamme.

Oltre a questi atti caritatevoli, i boia lucravano molto anche dalla vendita delle corde degli impiccati, ossi di streghe e parti del corpo dei giustiziati. 

I teschi delle persone decedute con morte violenta, erano molto ricercati , giacchè erano impiegati nella creazione di certe medicine contro l'epilessia, cosa sostenuta da medici molto seri dell'epoca, come si può evincere da alcuni documenti ufficiali.

Nel 1706, Claude Passonneaux, commerciante di Lione, epilettico, chiese a tribunale della sua città il cranio di un uomo già prima che l'esecuzione tramite impiccagione dovesse esser ancora fatta, allo scopo di potersi fare un composto di varie radici e cervello di uomo morto violentemente, rimedio che era ritenuto assai più efficace se preparato come si deve, secondo i certificati acclusi di "Monsignor Hédouin, medico consigliere del Re, professore del Collegio di Medicina di Lione, e del signor Aubernon, mastro-chirurgo giurato della città di Lione".

Ebbene il signor Passonneaux ottenne il suo cranio.

A cura di

Arsace da Versailles

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