Insulti anche a Telemann

Sul secondo, Buscaroli nel libro Bach inizia a declassare Telemann già dalle prime pagine del libro, con quella fastidiosa frase di pagina  4: "L'attacco contro il genio, scritto a caratteri maiuscoli.... e con la frase ****Bach non è superiore a Telemann, ma soltanto diverso**** e tutta la teorizzazione che tira fuori....a pagina 5 chiamando in causa a favore della superiorità di Bach, i Graupner, i Graun, i Fasch, i Krieger; e ancora e ancora ce ne sarebbero da dire, ma adesso non mi metto a cercare tutte le frasi che ho sottolineato nel libro: robe inaudite per uno che dovrebbe presentare un documento imparziale: ma qua non è che si esprime un po' la sua soggettività, te la sbatte in faccia divenendo un libro parzialissimo: uno che legge questo, se non ha un minimo di preparazione, potrebbe anche finire col "credere" a tutto quanto scritto. Si afferma che Telemann era "avidissimo" a pag. 620, e come sappiamo l'appellativo "avido" non è un complimento ed induce il lettore a crearsi, anche inconsciamente una avversione verso Telemann, come persona e di conseguenza anche come compositore. Questo "avidissimo" però messo in opposizione all'onesto Bach entra in contraddizione con lo stesso Buscaroli, in quanto non appena pagina 618, afferma che "La fortuna, anche materiale, di Telemann, non era superiore, almeno negli stipendi del servizio, a quella di Bach": quindi la presunta avidità di Telemann e le vanterie dello stesso - come scrive più avanti - non ebbero effetti? strano per un Telemann ciarlatano e manovratore. Evidentemente qualcosa non torna, specie presentando Telemann come avidissimo, si poteva pensare che navigasse nell’oro con gli incarichi. 

Non deve vedersi come una colpa se Telemann alla fine non accettò il posto di Cantor a Lipsia, per la migliore prospettiva che Amburgo gli diede aumentando ragguardevolmente i suoi emolumenti: il miglioramento economico era necessario per Telemann anche in relazione alla situazione familiare: non si deve infatti dimenticare che Telemann aveva una famiglia numerosa, e la situazione era precaria, specie in relazione alla vita dispendiosa della moglie, presa in seconde nozze nel 1714, figlia maggiore del Ratskornschreiber francofortese Andrea Textor, Maria Catharina: con questo matrimonio nacquero 7 figli e 2 figlie: a questa prole si deve aggiungere anche la figlia nata dal primo matrimonio avvenuto ad Eisenach nel 1709 con Amalie Louise Juliane Eberlin, morta di parto. Ecco quindi che Telemann fece leva sul senato di Amburgo per un aumento di stipendio, mettendoli sotto pressione proprio per l’offerta che aveva ricevuto da Lipsia, che avrebbe potuto anche accettare. Cosa c’è di male a voler migliorare la propria posizione?

A pagina 333, Buscaroli afferma che era Telemann "il vero instancabile facchino della chiesa protestante", perchè era lui che aveva composto un fiume di cantate sacre, non Bach.

"Handel diceva che "Telemann scrive un mottetto ad 8 voci con la stessa facilità e velocità con cui un altro scrive una lettera". E' difficile, in espressioni come queste discernere l'ammirazione, l'invidia ed il disprezzo.....

E' davvero difficile credere che Handel disprezzasse la musica del suo amico, dal momento che spesso Handel attinse dalle idee di Telemann per elaborare ed aggregare cellule arrivando a comporre musica straordinaria, che con la versione di partenza non hanno pressocché nulla a che spartire; si ricordi inoltre che Handel fu uno dei sottoscrittori/finanziatori per la pubblicazione delle opere di Telemann (era evidente il fiuto di Handel oltre che di Telemann sull'alta qualità della musica capace di ritenere la stampa un affare fruttuoso). Si aggiunga inoltre che Handel non aveva motivo di invidiare Telemann: una invidia sarebbe stata giustificata dai tributi, sia in termini di stima e riconoscimenti che in termini monetari, che Telemann conseguì in vita solo da Bach, non da Handel che era noto a livello Europeo, non solo in campo tedesco. La frase quindi non può che interpretarsi come una stima verso Telemann. Tuttavia mettere in dubbio questa frase, dipinge Handel come un falso, che all'amicizia di facciata testimoniata dal carteggio fra i due compositori e fa gioco a Buscaroli per colpire l'immagine di Handel; tuttavia questo è solo il primo punto di partenza, giacchè il Buscaroli scrive nella stessa pagina:

"Per Bach, basterà rievocare un conto già conosciuto: sono circa 190 Cantate da Chiesa scritte in tre brevi periodi ....in tutto 8/9 anni di attività. Mentre Telemann, 4 anni più anziano e 17 più longevo, scrisse dal 1713 al 1718 "5 annate complete e due incomplete per la Chiesa di Francoforte, alte 12 annate complete dal 1721 al 1739, più altre 22 annate ad Amburgo. Lungo circa 40 anni Telemann fu continuamente occupato dalla composizione di musica vocale per la chiesa.

E' Telemann, non Bach, il vero instancabile facchino della chiesa protestante. Molto più Telemann che non Bach, se i posteri riconoscenti avessero davvero voluto premiare la mole e costanza del devoto lavoro, avrebbe meritato la soffocante beatificazione di cui divenne bersaglio Johann Sebastian."

Ma si deve subito osservare intanto la longevità di Telemann e la sua capacità produttiva: quest'ultima non si esaurisce nelle cantate - che spesso poi componeva e donava senza farsi pagare (Buscaroli lo descrive "avidissimo" e questa parola c'è proprio scritta a pagina 620) - ma anche  su ogni tipologia di forma musicale; infatti egli è un compositore a 360° : non si può tralasciare che si cimentò anche nel Teatro, per il quale Bach non ha scritto nulla); Telemann viene trattato male anche dal punto di vista umano, e viene dipinto come una persona boriosa di vantarsi di assegni fissi che continuava a percepire anche se aveva lasciato il servizio dalle corti, il povero Bach - altro tentativo di ingraziarsi il lettore attraverso una contrapposizione dei caratteri presunti dei due compositori posti anche umanamente a confronto - "non sapeva proporsi per questi benefici, non sapeva invogliare a proporglieli, o convincere a concederglieli" (pagina 630), quindi un onest'uomo, degno di lode. 

Tutti i personaggi altolocati con cui ebbe a che fare Telemann e anche intere città secondo Buscaroli non capivano nulla, non riconoscevano il vero genio che era Bach, e questa tesi si intravvede in frasi già del tipo - pagina 334

"Telemann deve possedere doti di duttilità, arrendevolezza, simpatia, che l'ispido Bach non rivela: o piuttosto, che l'ispido Bach rivela quando vuole, e a chi vuole"

Quindi in sostanza la posizione di Telemann nella storia è dovuta al suo carattere socievole, e non alle sue doti musicali, giudicate medie, ma non geniali da Buscaroli: infatti, a pagina 336 Buscaroli scivola in una infelice frase soggettiva "Capita a volte che il miglior Telemann suggerisca l'idea di un Bach appannato e frettoloso"; e non finisce qui: a pagina 337 Buscaroli scrive che dopo aver ascoltato *una* delle Passioni di Telemann, 

"l'abisso che lo separava da Bach non tanto si rivela nelle arie, alle cui spalle si avverte il modello italiano, e neppure la condotta dei corali che, seppur più melensi e opachi, Telemann, figlio di prete, aveva bevuto da ragazzo alla comune fonte della chiesa. L'abisso era rilevato dal recitativo, che in Bach è il mezzo più originale, nella sua poesia arcana, tenera e pungente, mentre nella musica dell'amico (Telemann) scadeva monotone filastrocche, d'una noia mortale."

Ma Buscaroli ha ascoltato i recitativi di Bach? ce ne sono molti da kara-kiri! E non dimentichiamo l'abisso in cui era Bach, che come composizione operistica, rispetto Telemann è zero.

Ma non finisce qui:

"Bach non poteva non avere coscienza della sua superiorità di compositore. Schweitzer trovava "strano che mentre copiava le Cantate di Telemann, il suo senso critico non l'avesse indotto mille volte ad abbandonare la copia. Ma quando si trattava di maestri famosi, Bach li rispettava e li copiava senza preoccuparsi d'altro". Le cose non stanno proprio così: è vero che nel rapporto Bach restava il debitore, come quello con il cugino di Meiningen, perchè se copiava le Cantate di Telemann, era per adoperarle nel servizio d'ufficio, qunado non ne aveva abbastanza delle sue. E poi, il maggiore sa scegliere, nell'opera del minore quel che gli serve, mentre il minore non sa elevarsi alla comprensione dell'altro. La sua presunzione non gli lascia supporre neppure che vi sia qualcosa di utile".

Quindi ecco che la soggettività riprende ad affacciarsi in questa presunta biografia imparziale: con una unica frase si colpisce Telemann, poichè Bach sa scegliere cosa copiare sulle opere del minore (Telemann) perchè è in grado di valutarne il pregio, ma anche Handel che nella sua presunzine non poteva capire quelle di Bach.

Il confronto con Telemann viene ancora toccato a pagina 635, quando Buscaroli si affretta a dire che "l'officio di Lipsia" (ottenuto solo in terza battuta ricordiamo) era il secondo per importanza in Germania, ma solo perchè quello ricoperto da Telemann in Amburgo era più appariscente, e in aggiunta che Lipsia era seconda, ad esclusione di Vienna, solo ad Amburgo.