(1715 - 1789)

Jacques Duphly nacque a Rouen il 12 Gennaio 1715 (parrocchia Saint-Eloi), proprio l'anno che venne segnato dalla dipartita del Re Sole e morì il 15 Luglio 1789 a Parigi, risparmiandosi così le atrocità della Rivoluzione: Duphly in questo modo può vedersi come il simbolo di una epoca che si conclude: quella della Regalità e dello strumento musicale che, per molto, la simbolizza.

Suo padre, che teneva lo stesso nome, Jacques, proveniva senza dubbio da Parigi e sposò il 2 Marzo 1708, presso la parrocchia Saint-Laurent, mademoiselle Marie-Louise Boyvin. Lei nacque il 10 Settembre 1681, ed era figlia dell'organista della Cattedrale Jacques Boyvin, il quale aveva sposato un anno prima Louise Duhamel (figlia di un farmacista).

Dopo esser stato l'allievo di François d'Agincourt, Duphly iniziò la sua carriera a  Evreux, dove all'età di 17 anni diviene titolare dell'Organo della Cattedrale. Egli ritornò a Rouen nel 1734, quando la sua parrocchia natale fece costruire un organo nuovo per la Chiesa da Charles Lefebvre. Suonò agli organi dei Carmini, dei Benedettini di Saint-Louis e di Notre-Dame-la-ronde (1740).

Egli diede le dimissioni il 22 maggio 1742, per motivi legati a "degli affari a Parigi".

Fin da questa data, egli abbandona l'organo per consacrarsi al clavicembalo ed ai salotti parigini, in particolar modo quelli di Du Hallay e di Noailles. Scelta questa, riportata da Marpurg, per non sciupare le sue mani alle tastiere di un organo, meno delicato di quelli di un clavicembalo.

Egli divenne anche uno dei professori di clavicembalo più rinomati di Parigi: Pascal Taskin ebbe modo di scrivere "Les meilleurs maîtres de Paris, Messieurs Ballastre, du Phly et Legrand ont les même prix de leçons (6 livres)".

La sua vita e la sua opera sono quelle di un indipendente.

Dal 1744 al 1768, Duphly compose 4 Livres de pièces de clavecin, (apparsi rispettivamente nel 1744, 1748, 1756, 1768) che costituiscono tutta la sua opera, eccetto una breve melodia. 

Nelle sue composizioni sfilano i nomi celebri dei suoi allievi o dei suoi amici... Brissac, Forqueray, La Tour, Madame Mondonville... Questa opera conobbe una grande notorietà e Jean-Jacques Rousseau la consultò prima di scrivere un articolo dedicato alla diteggiatura per il suo Dictionnaire de la Musique

Questi pezzi, spesso virtuosi, descrivono l'estrema evoluzione della letteratura per il clavicembalo prima che questo sparisca, sostituito dal piano preso come nuovo strumento principale dai musicisti. Se le prime opere si  inseriscono nella grande tradizione francese illustrata da François Couperin, le ultime sono legate chiaramente allo stile galante alla vigilia della Rivoluzione.

 

Il terzo libro comprende, oltre i pezzi per clavicembalo solo, dei brani per clavicembalo con accompagnamento di violino, secondo la formula alla moda inaugurata da Mondonville e seguita da Rameau nel 1741 per i suoi Pièces de clavecin en concert.A partire dal 1768, Duphly, che al momento aveva 53 anni, finisce di scrivere e sparisce un po' alla volta dalla scena parigina. Continuò ad insegnare clavicembalo fino al 1783, come lo testimoniò l'Almanach Musical.

Dopo questa data, sembra svanire nel nulla, al punto che il Journal Général de la France pubblica nel 1788: "Si desidera sapere che è successo a Monsieur du Phly, antico maestro di clavicembalo a Parigi, dove risiedeva nel 1767. Se non esiste più, si desidererebbe conoscere gli eredi a cui si deve comunicare qualcosa."

Infatti Duphly trascorre gli ultimi anni della sua vita oscuramente in un piccolo appartamento situato nell'Hôtel de Juigné, in via Malaquais a Parigi. Visse senza clavicembalo, probabilmente abbandonando ogni attività musicale, (non vi è infatti alcuna menzione nell'inventario dei suoi beni dopo il decesso) in mezzo ai suoi libri, 104 volumi, fra i quali le opere di Voltaire. 

L'opera di Duphly evidenzia una interessante conoscenza della tastiera. Il suo talento consiste nell'approfondire le potenzialità del clavicembalo.

Il suo stile volta pagina con la precedente generazione di clavicembalisti francesi: Jean-Henri d'Anglebert, Louis e François Couperin. L'estetica di Duphly è quella del progresso, rappresentato da  Rousseau o Diderot, e che porterà alla nascita del movimento romantico.

 

 

Dal Terzo Libro di Pieces de Clavecin

Grande Maga ... sposò Giasone, a cui facilitò attraverso i suoi incantesimi la conquista del Vello d'Oro, e lo seguì nel suo paese. Vedendo che sarebbe stato raggiunto entro breve, Giasone chiese a Medea di poter uccidere il fratello di lei (Absirto) e di buttarlo in mare in modo da costringere re Eete a fermarsi per recuperare il corpo del figlio.Medea invece di opporsi, suggerì di fare anche a pezzi il corpo in modo da far perdere più tempo al padre. Così fecero e lei sparse lungo il cammino le membra di suo fratello Absirto. In seguito Giasone ebbe da Medea due figli, ma per aumentare il suo potere in patria sposa Creusa, figlia di Creonte, per poter ottenere anche il regno di Corinto, tradendo in tal modo Medea. Disperata e sconvolta Medea inizia ad odiare Giasone e desidera a tal punto vederlo sofferente da uccidere con le sue arti magiche sua moglie Creusa e suo padre Creonte e perfino, dopo una lotta interiore, i suoi stessi figli avuti da Giasone: in seguito "lei se ne fugge sul suo carro trascinato da due draghi alati". - Chompre, dictionnaire de la fable, dernière édition, 1784.

 

 

Una curiosa coincidenza: Antoine de Sartine, vecchio Lieutenant général de police e Secrétaire d'État de la Marine, protettore delle arti, al quale Duphly ha dedicato un brano per cembalo del suo  IVe Livre (La Sartine), abitò nel 1785 nello stesso indirizzo di Jacques.

Mai sposato, Jacques Duphly lasciò una parte considerevole dei suoi beni a colui che fu il suo domestico per 30 anni.

 

Queste note biografiche del compositore sono prese in gran parte dai dati riportati dai servizi di France Musiques. "Les origines de Jacques Duphly", di Marcel Degrutère (édition des fac-similé de Duphly aux éditions Fuzeau). 

Marcel Degrutère, "Jacques Boyvin (1655[?]-1706), Jacques Du Phly (1715-1789), éléments biographiques. In Revue de Musicologie, t. 74; 1988, n°1".

Adresse de Sartine à l'Hôtel de Juigne: Arnaud de Maurepas et Antoine Boulant, Les ministres et les ministères du siècle des Lumières, pagina 249. 

Françoise Petit, Sur l’œuvre de Jacques Duphly, Courrier musical de France, 23 (1968), pagine 188–90.

A cura di

Con la collaborazione di Arsace da Versailles ed il materiale de Il Principe del Cembalo

Si fa ben presente che la musica inserita anche in questa pagina 

è effettuata su un cembalo vero e live.

QUI potete trovare altre informazioni su Jacques Duphly

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