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Jean-Baptiste François Lallouette
Compositore francese. Ebbe la sua prima formazione musicale nel coro della scuola parigina di St Eustache, studiò violino con Guy Leclerc e composizione con Lully. Fu nominato dallo stesso Lully come proprio assistente, sia nelle attività di composizione che in alcune funzioni di supporto all’Opéra (battere il tempo a supporto degli orchestrali e dei coristi); è noto che Lully chiese espressamente a Lallouette di completare alcune parti interne di certi suoi lavori. Ma per aver pubblicamente rivendicato la propria paternità delle parti migliori della Isis (1677) di Lully, egli fu licenziato dalla sua mansione di assistente. Tra parentesi c’è da dire che Isis non fu ben accolta da Luigi XIV, a causa della parte di Juno che venne vista come una sottile e neppure troppo rispettosa parodia della figura di Mme de Montespan. L’opera, ritirata dalle scene, non sarà più rappresentata fino al 1704, ed al librettista Philippe Quinault toccherà il congedo. Dal momento che Lully uscì del tutto illeso dallo scandalo, c’è effettivamente da chiedersi se Lallouette ne fu un vero e proprio capro espiatorio. Il 18 aprile del 1678, egli lo ritroviamo presso la corte dei Savoia a Torino, dove fu nominato compositore di Musica Francese e fu posto a guida del gruppo dei violinisti dell’orchestra. Ma già nel luglio 1679 fu licenziato, probabilmente per motivi di scarsa produttività: tutto ciò che compose in un anno (od oltre) di servizio presso i Savoia, pare fu una serenata in tre parti eseguita il 14 maggio 1678. Ritornò con ogni probabilità a Parigi dove poco dopo compose un’opera; in una lettera di un funzionario reale, datata 27 gennaio 1681, diretta a M. De la Régnie, leggiamo che il Re proibì ogni ulteriore rappresentazione dell’opera sulla base del fatto che essa violava il privilegio di Lully conferitogli dallo stesso Re Sole. Successivamente, nell’aprile 1683, venne respinta la richiesta di Lallouette a competere per uno dei quattro posti di sous-maître presso la cappella reale. Il posto fu assegnato a Pascal Collasse, ossia il successore di Lallouette come assistente di Lully; non è quindi improbabile che Lully stesso intervenne nell’appoggiare la candidatura di Collasse, ostacolando quindi l’ascesa di Lallouette. Le notizie sulle attività di Lallouette per il periodo 1683-1693 sono piuttosto scarne. Sappiamo che riuscì ad autofinanziarsi un soggiorno a Roma nel 1689 e lì compose un concerto nello stile italiano, eseguito sicuramente almeno una volta.
Ai suoi giorni Lallouette risultò essere sufficientemente popolare ed apprezzato sia come musicista che come insegnante. Sebbene sia stato affermato che la sua produzione sacra abbia sofferto della scarsa conoscenza della lingua latina, i suoi lavori presentano comunque un’ottima fattura sia in termini di qualità compositiva che di originalità. Due i principali modelli che hanno influenzato lo stile di Lallouette: quello delle cantate italiane che sembrano aver ispirato l’uso di alternare sezioni vocali a strumentali, l’uso sempre più frequente di certe forme e tessiture (che prendono però forma anche dalla trio sonata) e la tendenza ad adottare figurazioni sempre più stereotipate; ed il modello dei grandi mottetti di Versailles, in particolare quelli del Lalande, ai quali egli sembra a volte riferirsi in modo più o meno conscio. Composizioni - Mottetti, libro primo, 1–3vv, bc (Parigi, 1726) - Le psalme Miserere à grand choeur et l’hymne Veni Creator à 3 voix, bc, libro secondo (Parigi, 1730) - Missa ‘Veritas’, 4vv (Parigi, 1744) - Messe en plain chant, in Recueil de messes en plain chant musical - O cibum super omnia, motetto, 2vv, bc (attribuito anche a Lully) - 6 motetti, 3vv, bc (attribuzione di Brossard; attribuito anche a Lully) - Menuet pour le 1er dessus, in Suite de danses pour les violons et les hautbois Opere perdute: - Opera, Parigi, c1678–80 - Concerto, datato probabilmente 1689 - Serenata, a 3, 1678 - Ballet airs, musiche di scena.
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