Un anthem apre l'atto finale: "Hail mighty Joshua", molto bello, che canta la potenza di Joshua, confermata oramai da fatti storici (descritti nei due atti precedenti): "il tuo nome si innalzerà nella gloria immortale" ed ancora "Magnifico guardiano della nostra libertà": le generazioni future canteranno le tue gesta con versi imperituri. Handel imprime alle due entrate di fuga di "marbles rise to thee" un chiaro tema in crescendo. Hail mighty Joshua
Achsah canta l'aria "Happy, oh, thrice happy we", un'aria gioiosa, che si accoda immediatamente al coro, senza la presenza di un recitativo di passaggio.
Happy, oh, thrice happy we Joshua propone a questo punto di suddividere il territorio conquistato tra le tribù e Caleb gli ricorda il ruolo che ha avuto nella conquista di Hebron, cosicchè gli venne assegnata tale terra al suo controllo ed alla sua tribù di giudei. Caleb comincia a sentirsi vecchio e Handel compone una perla con la sua aria "Shall I in Mamre's fertile plain" con il relativo recitativo di Caleb, è un taglio che risulta incisivo poichè spezza la monotonia. Il suo tono nobile di rassegnazione viene rafforzato dal coro seguente, che ricanta le ultime parole di Caleb: "For all these mercies I will sing, Eternal praise to heav'n high king".
Shall I in Mamre's fertile plain Othniel ricorda a Caleb che comunque rimane una città inespugnata. Caleb vuole avere un successore: le decisioni militari dovranno d'ora in avanti esser prese da un uomo più giovane di lui e, per incoraggiare allo scopo Othniel, gli concederà di sposare Achsah se sottometterò la città di Debir, la città dei giganti.. Othniel dovrà dimostrare di esser degno di poter sposare la figlia di Caleb, e quindi deve elevarsi con gesta eroiche vittoriose dalla sua semplice condizione di soldato. Othniel canta "Place danger around me" (Circondatemi di pericoli) (si veda sotto il video), un'aria molto animata, ma sembra indugiare di più col pensiero verso la fidanzata che alla dura prova dei giganti. Non crede di esser in grado di sconfiggere Debir, l'impresa è troppo ardua Alla fine egli parte per la prova, che è dura e quindi gli ebrei cantano in preghiera per il giovane nel coro "Father of mercy": il coro, lento e commovente, si apre in forma antifonale con i soprani che fungono da guida. Ebbene, Othniel riesce ad espugnare la città dei giganti: quale eroe! Joshua arriva appena sono finite le preghiere degli ebrei per annunciare questa vittorioso evento; il pubblico, ascoltando la prima volta le parole ed il coro "Guardate l'eroe vittorioso che giunge", cadde in estasi. si tratta del brano "See, the conquering hero comes", composto espressamente per questo oratorio come si è detto. Ma il consenso generale per questo brano che diventò subito di successo, indusse Handel ad inserirlo poi nel JUDAS MACCABEUS. Si tratta di un pezzo straordinario, una cosa abbastanza semplice capace però di creare effetti strabilianti e fondamentali: la presentazione è assolutamente semplice: la prima parte è cantata da giovani, "Coro di giovani", accompagnati dall'organo "tasto solo" alterno e combinato con due corni; nella seconda parte c'è un semicoro di giovani vergini (oppure forse la parte poteva esser stata all'inizio solo per due solisti: il dubbio viene perchè Chrysander forse ha descritto in modo errato due solisti come "coro di Vergini"), formato esclusivamente dal registro acuto, con l'accompagnamento di due flauti ed organo - ogni suddivisione del coro è accompagnato da una particolare strumentazione. Nella terza strofa, tutta la compagnia canta, prima senza corni e poi con l'intero organico, con una sonorità sempre crescente, creando un effetto esplosivo. L'indicazione di Handel sul "tamburo" (nel senso di tamburo militare) non è specificata: "ad libitum; la seconda volta cinguettare".
See, the conquering hero comes
Achsah è ora incantata, poichè Caleb ha dato la sua benedizione al suo matrimonio con Othniel, ed allora esulta nell'aria di Achsah "O had I Jubal's lyre" ("Oh, se avessi la Lira di Jubal" vedi sotto). E' un pezzo scorrevole fresco ed attraente: cosa caratteristica negli oratori di Handel di "vittoria o marziali" come si vogliono chiamare. E' una aria che ha preso spunto dai materiali giovanili di Handel, ossia dal LAUDATE PUERI del 1706/1707, che comunque appaiono sempre freschi e nuovi anche dopo mezzo secolo circa di continue elaborazioni (altre elaborazioni sono innestate anche dentro SALOMON, Il libretto di Thomas Morell prevedeva la parola "sacra" davanti alla Lira, ma Handel si rese conto dopo aver messo in musica due frasi dell'aria, che essa scorreva meglio musicalmente senza questa parola: Handel quindi soppresse la parola.
Oh! had I Jubal's lyre (Janet Baker)
Prima del coro di chiusura del Terzo atto, è presente il duetto amoroso fra Othniel e Achsah "O peerless maid, with beauty virtue fires" .
O peerless maid, with beauty virtue fires
Caleb, veterano uomo di Stato, annuncia il coro finale. "The great Jehovah" è la classica lode a Jehova nella giusta tonalità del Re, scelta obbligata per le trombe: inizia con degli accordi obbligati come un inno solenne ma poi si sviluppa rapidamente con una tessitura fugale. Gli accordi obbligati tornano alla fine nella massiccia parola "Alleluja" con echi di fanfare suonati dagli ottoni. è un pezzo di non lunga durata, che non sviluppa ciò che sembra esser una doppia fuga, ma che non lo è, tuttavia creando il boato finale che chiude l'ultimo atto. The great Jehovah
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