I misteri delle origini della Mauresse de Moret, una suora meticcia vissuta nel XVII° secolo non saranno forse mai svelati. Lei poteva essere una figlia adulterina della Regina Maria Teresa, o di Luigi XIV stesso.... a meno che non fosse per niente di sangue reale. * Mauresse = termine che si usava al tempo di Luigi XIV per indicare una "mora", femminile dal termine moro, ossia una donna meticcia/di colore. Nel XVII° secolo secolo, l'Europa si era innamorata dei frutti di mare, dei molluschi e dei crostacei, di alcuni insetti (farfalle), ma anche adorava le carcasse di gamberi, astici, aragoste seccate. Alla fine del XVII° secolo, gli olandesi possedevano delle grandi collezioni di farfalle a causa alle loro spedizioni nell'oceano indiano. E tra i resti di animali, detti "curiosità animalesche", si annoverano presto degli oggetti in rapporto con l'uomo: si collezionava tutto ciò che è giudicato "occidentalemente" curioso, anormale o mostruoso. Per l'Europa sono le mummie egiziane che sono rappresentate largamente e alcuni oggetti di fabbricazione umana, come la canoa, le armi degli indiani (pugnali, archi e frecce, racchette per la neve degli Inuits... ). Attraverso le conquiste marittime, l'Europa prendeva progressivamente possesso del mondo, e si augurava di rendersi padrona, prendendosi così anche il ruolo di “dominatrice della natura”. I serragli delle curiosità, i giardini zoologici, gli spazi destinati a ricevere delle specie animali importate dall’estero, si moltiplicano, come per esempio la corte degli struzzi di Versailles. Sono il riflesso dell'autorità dell'occidente sulla natura che si adegua passo a passo, proprio come il risultato del lavoro di André Le Nôtre: i giardini alla francese sono esempi chiari dell’imposizione della ratio umana sulla natura, ed i giardini di Versailles di raggiungono il massimo esempio in questa ottica. L’Europa scopre, civilizza, e di conseguenza esercita un ruolo dominante. I cosiddetti Négrillons di Corte nel 18° secolo, i serragli ed i giardini reali che erano fino a quel momento di Principi, dei Re si aprono alla borghesia. Il popolo non aveva ancora la possibilità a possedere direttamente, ma in compenso ha l'opportunità di scoprire degli animali selvaggi negli spettacoli itineranti che solcano le regioni e si ferma nelle fiere: vi sono infatti dei piccoli serragli ambulanti con in media 5 o 10 bestie, con degli addestratori di orso per esempio. Dei piccoli serragli che si sistemano in certi posti in delle città, particolarmente ad Amsterdam, riscuotevano un largo successo. Mentre la borghesia familiarizza a poco a poco con i serragli, la monarchia si rivolge verso altre "creature" e si cominciano così ad importare degli esseri umani. Difatti fin dal 17° secolo, le Principesse, Duchesse e Consorti ricevevano correntemente come regali, detti "esotici", dei négrillons. I piccoli bambini neri, portati in Europea, sono considerati indifferentemente spesso come gli animali di compagnia, comparati a delle scimmie: erano un po’ come dei giocattoli per le signore raffinate per impegnarsi in un nuovo passatempo. Le signore occidentali si entusiasmano per questi bambini africani, esibiti alla Corte, nei saloni privati, nelle assemblee mondane. La scimmia, per la quale le donne andavano pazze, ammesse ai loro servizi, chiamate sulle loro ginocchia, sono state relegate nelle anticamere. Il pappagallo femmina, il piccolo levriero, il cane epagneul, l'angora (…) questi esseri cari hanno perso il loro favore improvvisamente, e le donne hanno preso dei piccoli negretti. Un piccolo bambino di colore dai denti bianchi, dalle labbra spesse, dalla pelle satinata, si accarezza meglio di un épagneul e di un'angora. E così mentre magari il padre lavorava faticosamente questo zucchero che il négrillon beve nella stessa tazza con la sua sorridente padrona. Nel XVIII° che viene detto secolo "illuminato", ogni uomo sul suolo francese è automaticamente libero. Questi bambini non sono dunque apertamente considerati come degli schiavi, ma bene come dei giocattoli viventi. Talvolta sono travestiti con le mutandine vaporose, dei turbanti e piumaggi, degli abiti orientali, sono conciati con abiti grotteschi per divertire la galleria. L'Europa reinventa costantemente la loro origine, talvolta sono assimilati agli indiani, e mai sono associati direttamente all'Africa ed alle colonie, perché si evitava di rievocare lo sfruttamento che era presente in America; dall'altro lato dell'atlantico, l'africano è in compenso uno "schiavo", appena pone il piede in Europa diventa un oggetto vivente, un animale di compagnia. Sebbene la monarchia cominci con considerarlo come un oggetto di divertimento, un animale da compagnia per passare il tempo, non lo vede di certo come un essere vivente privo di umanità, ma è relegato alla percezione occidentale dell'uomo asservito fin dall'antichità. L’Europa si diverte anche con giovani provenienti da altre parti del mondo. Aotourou, polinesiano abitante dell'isola di Tahiti, è portato da Bougainville, esploratore, francese a Parigi, nel 1769 in seguito ad una spedizione politica e scientifica. Durante otto mesi, il polinesiano è presentato al Re Luigi XV al Castello di Versailles, alla borghesia nei saloni parigini che ricercano nella sua persona tutte le caratteristiche del mito del buono selvaggio, poi la bellezza del corpo, la semplicità dell'esistenza, eccetera…. Parimenti "Gli inglesi avevano portato due insulari che sono morti in cammino". Omai, polinesiano conosce la stessa sorte in Inghilterra, a Londra dove è portato dal capitano Furnaux a bordo dell'Adventure nel 1774, si è esibito davanti al Re Giorgio III, nei saloni privati, al parlamento inglese, all'università di Cambridge… Solander, naturalista inglese percepisce Omai come un'acquisizione di valore ". La diffusione quindi di persone di colore in Europa inquadra al tempo il "caso" che si scatenò attorno alla figura della suora a cui è dedicata questa sezione. Venerdì 30 Settembre 1695, al Convento di Moret-sur-Loing, non lontano da Fontainebleau, una giovane donna di colore pronuncia i suoi voti. Prende il nome di sorella Louise-Marie de Sainte Thérèse. La Famiglia Reale ed una parte della Corte assiste all'evento: un pettegolezzo, che correva già da qualche anno, prende forza: la "Mauresse",come si diceva al tempo, potrebbe essere di sangue Reale.
Tanto che, già dopo qualche anno, Madame de Maintenon, sposa morganatica di Luigi XIV, le rese visita regolarmente al convento e si interessa delle sue condizioni, facendo nascere, presso la suora stessa, un senso d'orgoglio e di importanza. Nel suo "Secolo di Luigi XIV", Voltaire scrive: "Madame de Maintenon ... volendo ispirare una maggiore modestia a questa religiosa, fece ciò che lei poteva per levarle l'idea che nutriva la sua fierezza." "Madame - le disse questa persona - la pena che prende una dama della vostra levatura, di venire espressamente qui adirmi che io non sono figlia del Re, mi persuade che io lo sono". Per tutta la sua vita, lei ricevette la visita di alti personaggi della Corte ed una pensione indiretta di 300 livree dal Re, mediante Madame de Maintenon. La religiosa di Moret morì intorno il 1731, assolutamente convinta della sua nascita nobile.
La domenica del 16 novembre 1664, al mattino, in una delle camere del Louvre, Maria Teresa d'Austria, Regina di Francia, sta partorendo. Numerosi dignitari sono presenti, come è costume per le nascite Reali. L'abate di Gordes, capellano della Regina, sviene. Il Duca d'Orleans, fratello del Re, è preso da una risatina nervosa, rilassatosi qualche secondo dopo dopo esser stato assistito. "La bimba, che aveva partorito, assomigliava ad un piccolo moro": è così che la Duchessa de Montpensier, cugina del Re, a cui si ascrive la scena, descrive il neonato nelle sue "Memorie". Si può dire che la Regina di Francia abbia avuto una figlia di colore? Alcuni medici sostennero che il colore della pelle del neonato è dovuto al cioccolato che la Regina mangiava in grande quantità durante la gravidanza! Un altro afferma a Luigi XIV che un semplice sguardo puntato, lanciato su un uomo di colore nero, basterebbe a spiegare il fenomeno.... "Bisogna che egli abbia lo sguardo penetrante!" avrebbe risposto il Re. L'idea che la Regina tuttavia riconosciuta come un modello di virtù e di devozione, abbia potuto essere infedele al Re cominciava nondimeno a germogliare. Tutti gli sguardi i diressero verso Nabo, un giovane servitore di colore, del seguito della Casa Reale.
La neonata, che ricevette il nome di Maria-Anne de France, venne dichiarata deceduta il 26 Dicembre 1664 nel giornale ufficiale, "La Gazette de France". Potrebbe esser sopravvissuta e piazzata in convento?
Gli storici convengono oggi che la bimba nata nel novembre 1664 era effettivamente la figlia di Luigi XIV, e che morì un mese più tardi e che non era nera. Il disprezzo sul suo colore di pelle sarebbe il frutto di una luce debole e di un bimbo violaceo per le difficoltà respiratorie al momento della nascita. Tuttavia la religiosa del Convento di Moret potrebbe ben esser stata concepita da un "affare Regale". Questo pettegolezzo è notamente sostenuto da Voltaire, che rese visita alla Mauresse nel 1716: "Si sospettò, con molta verosimiglianza, una religiosa della abbazia di Moret di essere la figlia di Luigi XIV. Lei era estremamente scura e tuttavia gli assomigliava" scrive nel "Le Siècle de Louis XIV". Alcuni documenti d'archivio appoggiano ugualmente questa teoria. La Mauresse de Moret sarebbe il frutto di una delle numerose infedeltà del Re, quella che avrebbe avuto nel 1675 con una commediante di colore, che era stata venduta bambina al primo commediante di Luigi XIII. Da questa liaison sarebbero nate due figlie, Louise-Marie e Dorothée. Ma quest'ultima, posta in convento delle Ursuline ad Orléans, non è stata l'oggetto di tante attenzioni e di congetture.
Un'altra teoria, avanzata dalla Regina Maria Leszczyniska, sposa di Luigi XV, e sostenuta dal Duca di Luynes, vuole che questa religiosa di Moret non fosse affatto di sangue Reale. Lei sarebbe stata la figlia di due "mori" che lavoravano allo zoo Reale. La bimba sarebbe stata affidata a Madame de Maintenon che l'avrebbe posta al convento. Crescendo, la Mauresse avrebbe creato la favola della sua alta nascita per giustificare il mistero circa le sue origini e le attenzioni che le si rivolgevano.
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