1697: Versailles e il ballo di Corte
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Il 16 Dicembre 1697, nella Galleria degli Specchi, venne designato il Re di Spagna. E’ necessario ricordare bene lo spirito con cui si considerava la Galleria degli Specchi. E’ così ampia e così sontuosa, che oggi ci si sente naturalmente la presenza di colui che l’ha voluta per la sua gloria. Essa è divenuta per noi attualmente il vero Cuore del Castello. E’ certamente vero, ma se si deve pensare come coloro che vissero nel periodo del Re Sole, ci si rende conto che il centro, il cuore della monarchia, fin dal medioevo, era la Camera del Re. E’ questa che per sua natura ha qualche cosa di sacro. Luigi XIV° non cambierà questa tradizione e nemmeno i suoi successori. La Galleria, che Luigi XIV° stesso ha voluto, è comunque un’altra cosa: era il luogo dove si celebra la sua Grandezza, era un luogo destinato alla ritualità. Era il luogo delle feste, che prendono allora, grazie alla sua presenza, uno splendore particolare. E’ per tutto questo insieme di motivi che la Galleria degli Specchi fu eretta e concepita. Ogni giorno, festivo o meno, il Re l’attraversava per recarsi alla Cappella Reale, accompagnato da Cento-Svizzeri con tamburi molto sonori. Dopo la Messa, il Re rifaceva lo stesso cammino in senso contrario, ma ci si pressava attorno a lui: è il momento in cui ognuno chiedeva una grazia, un placet, o comunque qualcosa. Non si deve dimenticare che chiunque può entrare nel castello, a condizione di esser ben vestito e di portare la spada. C’era un noleggio spade ai cancelli del castello, per ogni evenienza. Tale dunque era il primo ruolo della Galleria: era un passaggio, ed era sempre piena ad ogni momento del giorno, come anche nei tempi attuali, sebbene per motivi turistico-culturali. Il suo secondo ruolo era d’essere il Luogo deputato alle feste. Maria Adelaide di Savoia Nel 1697, si celebrò il matrimonio del Duca di Borgogna, nipote del Re ed erede al Trono, con la più graziosa Maria-Adelaide di Savoia. Il ballo l’undici e il quattordici dicembre. Ma un ballo a quei tempi non è un ballo come lo si intende oggi; era uno spettacolo. Si danza due a due, come se fosse una rappresentazione. Il Duca di Borgogna, sposo di Maria Adelaide di Savoia Nulla cambiò nei 50 anni seguenti, per il matrimonio del Delfino, figlio di Luigi XV° - o quasi. Il Duca di Luynes ci racconta le nozze: “Ora, dopo aver fatto la riverenza al Re, poi alla dama con la quale si danzava, l’uomo danzava sempre col cappello in mano fino a che non fosse giunto dinnanzi al Re, sempre col cappello basso, e non girava il dorso a Sua Maestà, che al secondo giro.” E poi “Quando poi al segnale che il Re o la Regina danzava, tutti si tenevano ai lati….”. Non importa con chi si danzava: il Re, o La Regina, designavano la coppia a ogni danza, “fuori nelle contraddanze”. Ed ancora: “L’uso ordinario consiste che ci siano solo persone col titolo che danzano con le Dame, i minuetti o le danze figurate. Tuttavia, Monsieur de Monaco, danza un minuetto con Madame; egli però, benché sovrano, non ha alcun rango in Francia….”. Il divertente, in questo affare, è il contrasto fra questa danza tutta protocollo e spettacolare e la calca di gente. Madame Palatina, l'11 dicembre 1697, non ne poteva più: “La pressa era così spaventosa, che io ho dovuto attendere un quarto d’ora ad ogni porta prima di poter entrare”. Come conciliare questa grande danza figurata che tutti guardano, e la calca di persone di cui si lagna Madame Palatina (qui a lato)? E’ che al centro della Galleria si era predisposto un vasto spazio libero, circondato da banchetti e poltrone: lo spettacolo dei danzatori aveva luogo in questo rettangolo. Siccome la Camera del Re non occupava ancora il suo posto attuale (cosa che accadrà nel 1701), era il salone del Re ad intervenire per dare spazio agli orchestrali: essa aveva le porte che si affacciavano nella Galleria degli Specchi: è dunque nell’apertura di queste tre porte e nel salone dietro, che venivano piazzati i 24 violini del Re e gli oboi della Scuderia. Tre anni più tardi, un altro avvenimento ci darà la giusta misura delle cose, nella scala del protocollo di corte. E’ la proclamazione dell’accesso del Duca d’Anjou, altro nipote di Luigi XIV°, al Trono di Spagna. Tutta l’Europa attende: chi sarà l’erede di questo Re senza eredità? Il Re ha appreso la notizia il 9 novembre, ma ha conservato il segreto. Il 16 al mattino, Madame Palatina ci racconta le cose: “Il Re fece aprire i due battenti della porta del suo gabinetto, fece entrare i Cortigiani e indicando il Duca d’Anjou, disse: “Signori, ecco il Re di Spagna!”. E fu col nome di Filippo V°, che ascese a quel Trono. Il Duca d'Anjou, come Re Filippo V di Spagna - opera di Rigaud - Museo del Prado - Madrid Si può immaginare la calca nella Galleria degli Specchi: si andava, si veniva, si parlava, si commentava. Ma prima la cosa non vi era trapassata: il Re Sole pregustava la sorpresa, da svelare al momento giusto. TORNA ALL'INDICE DELL'AVANZAMENTO CRONOLOGICO A Cura di Arsace da Versailles |