1871: La rivincita di Bismarck

 

18 Gennaio 1871

Nel soffitto della Galleria degli Specchi, da una parte all’altra, dall’affresco del 

Le Roi Gouverne par lui-meme - opera di Charles Le Brun

Re che governa direttamente da solo, c’è il Passaggio del Reno, ed anche La presa di Maestricht, ed ancora La Pace d’Aix-la-Chapelle. Nella descrizione della Volta della Galleria degli Specchi si rimanda il navigatore. 

Non si è molto amato il Re Sole nel suolo tedesco. Basta leggere le lettere della Principessa Palatina per sapere che  ciò  a Versailles stessa si covava: non si è apprezzato molto nemmeno quando un Re di Polonia divenne suocero del Re di Francia, mentre quello di Prussia sognava che fosse sua. Non si amò nemmeno che si rigirassero le alleanze per metter alla fine sul Trono di Francia una piccola Austriaca, (a destra Maria Antonietta) nel momento in cui in Europa gli Asburgo faceva da sbarramento a Federico II°. Tanto più che non si è amato  Austerlitz e nemmeno Eylau, né Iena, né Lutzen, né Bautzen

La memoria degli uomini è più duratura di quanto si crede. Ecco che Bismarck si infuriava nella Galleria degli Specchi, guardando Napoleone III° danzare avendo fra le braccia la Regina Vittoria. Egli scrisse a sua moglie dicendo: “Ho provato a più riprese il desiderio di trasformarmi in una bomba per vedere l’edificio crollare in pezzi”.

La novella della catastrofe di Sedan giunge a Versailles il 3 Settembre 1870.

Strano: si cominciò subito ad evacuare gli oggetti d’arte e i quadri del Palazzo… Ancor di più: li si trasportò al Louvre, come se si intuisse che Versailles sarebbe stata invasa, ma non Parigi: l’armata prussiana infatti poco dopo si insediò alla Reggia, e proprio il 5 Ottobre, giornata funesta per Versailles 2 volte nel giro di circa 100 anni.

Il Re di Prussia (qui a destra, poi Imperatore Guglielmo I°) fece della città e del Palazzo una specie di capitale provvisoria, di quello che non era ancora il suo Impero. E’ da lì che iniziò a regnare per qualche mese. La storia è colma di umorismo nero. Il rancore di Bismarck iniziò a mettersi al servizio del suo grande progetto, sul quale invece Guglielmo era esitante: fare della Germania, spezzettata in mille staterelli di poco conto da diversi secoli un Impero, e di farlo sotto le pitture di Charles Le Brun. Questo fu il Passaggio del Reno sì, ma inverso. 

Il 18 gennaio 1871, un altare fu piazzato al centro della Galleria degli Specchi per la cerimonia religiosa. Una pedana davanti il Salone della Guerra. Seicento ufficiali della guardia, dragoni, corazzieri, sessanta stendardi. Presenti tutti i Principi tedeschi: il Gran Duca di Saxe-Weimar, il Gran Duca d’Oldenburg, il Gran Duca de Bade, il Duca di Saxe-Cobourg, il Duca di Saxe-Meiningen, il Duca de Saxe-Altenbourg, i Principi di Baviera, il Principe de Wurtemberg, il Duca di Holstein e gli altri. Dopo un TE DEUM, corta è l’allocuzione di Guglielmo I°, Re ancora per qualche minuto. 

Proclamazione dell'Impero tedesco (1° Reich) da Bismarck nella Galleria degli Specchi - opera di Werner

Bismarck in uniforme da corazziere, elmo nella mano destra, legge la proclamazione:

“Noi, Guglielmo, per Grazia di Dio Re di Prussia! I Principi e le città libere di Germania, avendoci chiesto all’unanimità di ristabilire l’Impero… noi assumiamo la dignità Imperiale in piena coscienza del nostro dovere, in un sentimento di fedeltà tedesca, per proteggere i diritti del Reich e dei suoi membri, per preservare la pace, per difendere l’Indipendenza della Germania, sostenuta sulle forze unite del suo popolo. Dio ci accorda di esser sempre l’artigiano della grandezza tedesca, ma non per delle conquiste generate da guerre, ma per i benefici della pace, la prosperità nazionale, la libertà e la civilizzazione!”

Il Kronprinz racconta: “Io piegai le ginocchia davanti all’Imperatore e gli baciavo la mano.  A quel punto lui mi rialzò e mi strinse fra le sue braccia con una profonda emozione.”

E’ la realizzazione del vecchio sogno di Bismarck. Un testimone dice che “teneva il petto ansimante, il viso livido, le orecchie talmente prive di sangue che sembravano trasparenti”.

Erano molti anni che vi pensava… Il Gran Duca de Bade levò le braccia e urlò: “Viva Sua Maestà, l’Imperatore Guglielmo!” e la Volta di Le Brun trattenne gli urrà!

Il va e vieni della storia è strano. 

Un mese più tardi, Thiers firmò con Bismarck i preliminari del trattato di pace. Addio Alsazia, addio Lorena… 

Appena 15 giorni ancora e Versailles venne evacuata dai tedeschi. Il Palazzo ridivenne capitale, ma della Francia. Parigi è in mano ai Comunardi, l’Assemblea  sedette all’Opera Reale, dipinta di rosso da Luigi Filippo. I deputati furono alloggiati su dei letti di campo nella Galleria degli Specchi, trasformata in dormitorio. Li si chiamavano “i versigliesi”

La Galleria degli Specchi trasformata in ospedale di campo - opera di Victor Bachereau

Una cosa è certa: L’Impero di Germania nacque sotto Luigi XIV°. La Terza Repubblica idem.

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A Cura di

Arsace da Versailles