2007: Versailles ritrova se stessa

 

Quando Luigi XVI°, con la morte nell'animo, pronunciò la sua triste frase "Cercate di salvarmi la mia povera Versailles", credeva di riferirsi a Monsieur de La Tour du Pin. In effetti, senza saperlo, egli parlava anche a Pierre de Nolhac. Ma bisognerà attendere 98 anni perchè in Ottobre 1887, questo giovane uomo si stabilisca a Versailles col modesto titolo di "addetto al museo"

Luigi-Filippo aveva fatto un'operazione politica, per niente artistica: l'idea che si poteva desiderare di vedere un'altra Versailles, riempita di tesori d'arte come ai tempi dei Re, non sfiorava allora nessuno. 

Fu necessario del tempo a Pierre de Nolhac, nominato conservatore nel 1892 (a 33 anni) per iniziare a far prender piede questa pensata azzardata. Egli si preoccupò in questa crociata di: levare le incrostazioni storicizzanti installate da Luigi Filippo; ritrovare e rimettere al loro posto quadri; convincere il conservatore del Louvre che certi altri dipinti, conservati nei magazzini, avrebbero trovato giusta collocazione a Versailles; battersi affinchè si copiassero gli antichi disegni dei trofei o le decorazioni distrutte, piuttosto che rimpiazzarle con delle "creazioni contemporanee", come se ne vedono sulla facciata delle stazioni costruite nel 1890... 

Che rivoluzioni, nel pensiero, ci ha lasciato... Ma è vero: nel 1900 il mondo cambia. Si inizia ad amare ciò che sessanta anni prima appariva desueto. 

Marcel Proust andò a passare 5 mesi a Versailles, e Orianne de Guermantes preside alle Grandi audizioni musicali di Francia: erano i periodi in cui si fece suonare nell'Opera, costruita dall'architetto Gabriel, un po' di quella musica che non si chiamava ancora "barocca", ma che era quella!

Tuttavia tutto ha un limite, nel pensiero e nel gusto degli uomini anche nei più fini e nei più accorti. Già, si aveva, sotto Luigi XVIII° costruito il padiglione Dufour al posto della vecchia Ala, datata al tempo di Luigi XIV°, per stabilire un equilibrio con l'ala di Gabriel. Così preoccupato da quello che noi chiamiamo "l'autenticità storica", Pierre de Nolhac riuscì per il piacere della simmetria, a far ricostruire in "stile Gabriel" tutta questa ala che minacciava di crollare. Pace alla sua anima: quando lasciò Versailles nel 1922, un grande passo era fatto grazie a lui. 

Dopo la guerra, Versailles era comunque in uno stato pietoso. E' in questo momento che l'Americano Rockefeller junior, figlio del miliardario della Standar Oil Company, si presentò per dire non "La Fayette, eccoci!", ma qualche cosa del tipo "Io cerco di salvare la  povera Versailles di Luigi XVI". 

John Davison Rockefeller Jr. e consorte, la signora Abby Greene Aldrich

Dopo tutto, la guerra d'Indipendenza, è lui che l'aveva decisa. Un milione di dollari! Una nuova tappa della ripresa di Versailles inizia ad esser varcata da Pierre Verlet, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, una vera rivoluzione - mentale sempre: non è sufficiente restaurare la Reggia, di conservarla, bisogna riammobiliarla.

Ecco del nuovo... Versailles, convertita in museo dal re dei francesi, ridiventò così un luogo storico di cui bisogna, passo dopo passo, ritrovare la verità storica. Senza quindi cessare di esser un museo, Versailles ridiventò Palazzo. Dei rivestimenti sottratti alla camera del Delfino e ritrovati in un magazzino sono ripristinati nel loro posto originale. Si tolgono da Lione le sete broccate di Maria Antonietta per ritappezzare la sua Camera (immagine immediatamente sopra dettaglio della stoffa utilizzata per il Letto delle Regina)... La novità oramai sarà quella di ritrovare ciò che era...

Poi arriva un grande successore al posti di conservatore di Versailles, Gerald Van der Kemp, che inizia a arredare il mondo intero, ad iniziare col cinema. Ah! ed ecco nomi come Sacha Guitry, Jean Marais, Martine Carol in "Du Barry"

Martine Carol,  protagonista del film 

TITOLO: "Madame du Barry" 

REGISTA: Christian-Jacque

CAST: Martine Carol (Madame du Barry), Daniel Ivernel (Jean Du Barry), Gianna Maria Canale (duchessa de Grammont), Isabelle Pia (Maria Antonietta).

ANNO: 1954, Francia/Italia

Michéle Morgan in "Maria Antonietta"....e poi la giovane Regina d'Inghilterra nel 1957.

 

TITOLO: Marie Antoinette

REGISTA: Jean Delannoy

CAST: Michèle Morgan (Maria Antonietta), Richard Todd (Axel de Fersen), Jacques Morel (Luigi XVI), Aimé Clariond (Luigi XV), Suzy Carrier (Madame Elisabeth), Jeanne Boitel (Madame Campan), Madeleine Rousset (Madame de Tourzel), Marina Berti (Madame de Polignac).

 

ANNO: 1955, Francia

 

E si fa indietro un altro passo: si ricostruisce l'Opera di Gabriel, si raschia via il rosso di Luigi Filippo, si trovano dei frammenti di falso marmo e si ridipinge. 

La Provincia, mettendosi in collaborazione per la realizzazione del progetto, suggerisce i pezzi di tessuto morbido blu: essi vengono così ripristinati....

 

Ma siccome nulla è perfetto, e, sebbene ci fossero questi ripristini e messe in ex-ante, gli uomini che facevano questo non riuscirono a ragionare ad ampio raggio, e quindi finirono per  per distruggere allo stesso tempo i macchinari di scena dell'Opera, ritenuti inutili ed obsoleti. Poi si ravvederono e, una cinquantina d'anni dopo, tali macchine di scena furono  scrupolosamente ripristinati, restaurati e rimessi in condizione di funzionare per rappresentare le opere di Rameau.

 

Ciononostante, malgrado tutti questi incidenti passeggeri, l'idea di una Versailles sempre più vicina alla sua verità storica, alla sua giustizia e alla sua bellezza viene perseguita con costanza: ecco così la Galleria degli Specchi, restaurata con una infinita pazienza ed il Re Sole che governa da se stesso come un tempo... 

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A Cura di

Arsace da Versailles