1789: La mia povera Versailles

6 Ottobre 1789

Al mattino, verso le ore 6.00, i manifestanti non erano più stranamente la folla di donne del giorno prima, ma contava un numero pressocché totale di uomini, aggregatisi durante la notte. Alle 6 del mattino alcune donne si accorsero che i cancelli che davano sulla Corte dei Principi, così come quelli del Cortile della Cappella non erano chiusi: andarono quindi in perlustrazione. Tali uomini ben presto violarono il cortile della Reggia iniziando a litigare con le guardie del corpo; ma questo litigio degenera ed un paio di guardie furono uccise, decapitate e i loro capi issati su picche. Si sbraitava, si insultava la Regina, maledicendola. 

E' il terribile 6 Ottobre 1789, dove i disordini, forse organizzati (Madame de la Tour du Pin ne è convinta, ed il Duca d'Orleans, futuro Philippe Egalitè, non è ben visto ai suoi occhi...), arrivarono al loro apice.

I ribelli più aggressivi si posizionarono sotto le finestre del Re, mentre... altri iniziarono a salire la Scala della Regina; lì una guardia fu massacrata, trafitta da lance e quasi esanime portata fuori in cortile: un uomo salì coi piedi sul suo petto e le taglio di netto la testa con un'ascia. 

Gli usurpatori intanto erano riusciti a raggiungere gli appartamenti della Regina. E qui, trovò la morte una seconda delle guardie, e le asce incontrarono le porte dorate, facendole a pezzi. Il sangue colò di nuovo. In quel mentre, la Regina era a letto, dormiva. Sì, si era destata circa una quindicina di minuti prima, per dei rumori confusi nel terrazzo, ma le si era detto che si trattava di alcune donne che, non trovando posto dove dormire, si erano messe sul terrazzo. Bene, sembrava non fosse necessario allarmarsi, ma al grido successivo "Salvate la Regina!", Maria Antonietta saltò dall'alcova, indossò le calze e una sottoveste, ebbe una rendigote giallo-cotone e si mise a correre attraverso le sue stanze segrete nella stanza dell'Occhio di Bue: ma era chiusa a chiave... picchiò e picchiò sulla porta...una attesa incredibile insopportabile. "Amici miei - pare gridò singhiozzando - miei amici cari, salvatemi!" 

Un custode addormentato aprì la porta, e la Regina si precipitò in Camera del Re, che era vuota, in quanto anche Luigi XVI° nel frattempo aveva lasciato al stanza, indossando una vestaglia da bagno, per recarsi dalla Regina attraverso il passaggio segreto che teneva collegati i due appartamenti Reali. 

Anche qui la Camera della Regina era vuota. 

In sostanza si mossero tutti e due contemporaneamente, l'una per cercare l'altro, ma percorrendo strade differenti. Il Re poi venne rassicurato che Maria Antonietta era al sicuro nella Sala da pranzo di Luigi XVI°. 

Ed il Delfino? 

Re corse nelle stanze ed ordinò a Madame de Tourzel di portare il bimbo dal Re. 

Il Re prese il figlio fra le braccia e attraverso i corridoi bui, si diresse verso l'Occhio di bue... si spense pure la candela per cui ben poco riusciva a vedere...Disse di aggrapparsi alla sua vestaglia così nessuno si poteva perdere nel tragitto stando assieme... arrivarono dalla Regina... pallida...ma notò! dove era la figlia? di corsa la Regina volò nella camera da letto di Maria Teresa la prese e la portò al sicuro, ricongiungendosi agli altri. 

Tutti erano preoccupati per le sorti del Conte e Contessa di Provenza e per Madame Elisabetta, cognata della Regina, ma la loro parte di Palazzo non era stata presa d'assalto. Intanto i rumori pressanti ed inquietanti provenivano dalla stanza Occhio di Bue: disperatamente le guardie della scorta difesero quell'ultimo vessillo che separava i ribelli dalla Famiglia Reale: e  furono respinti in cortile. 

Un tardivo, debole intervento dell'ammirato Generale La Fayette calmò momentaneamente le acque. Egli riuscì a salvare una trentina di guardie della scorta del Re, prese dal popolo ribelle, poi si recò dal Re che si trovava nella sala del Consiglio.

Vi trovò la Regina con Madama Royale e Madama Elisabetta, ed il piccolo Madame Elisabeth, sorella di Luigi XVI° Delfino che stava giocando e che si lamentava che aveva fame. Con le lacrime agli occhi, la Regina gli disse di pazientare finchè non fosse tornata un po' di calma. 

Fu così che La Fayette decise di far vedere al popolo i sovrani pregandoli di affacciarsi sul balcone. E così fecero: dinnanzi una caterva di gente attonita il Re e la Regina, assieme al Delfino tenuto in braccio e la figlia per mano. 

Con un gesto, il generale fece tacere la folla, ricordando con un discorso la fedeltà che deve un popolo al proprio Re....

Il Generale La Fayette aveva molto carisma sul popolo, in quanto generale vittorioso della guerra americana. 

Ricordò al popolo la promessa che gli avevano fatto la sera precedente, ossia di non provocare una sommossa. "Lunga vita al Re!" alla fine si sollevò questo augurio fra gli astanti. 

Il Generale promise che il Re avrebbe reso tutte le decisioni necessarie per migliorare la situazione di vita e dare pane. 

Fece tutto La Fayette, il Re tacque, come attonito, ma ad un certo punto si sollevo un grido, che interruppe La Fayette: "A Parigi! A Parigi!". 

Lo spavento fu dipinto nel volto ei Sovrani. La Fayette allora tornò al balcone e imbastì un discorso che tese ad invitare tutti ad andare a casa. Nessuno si mosse, anzi, una voce si sollevò e urlò: "La Regina al balcone!"

Tratto da LA RIVOLUZIONE FRANCESE

Impallidì, le mancarono inizialmente le forze; Madame de Stael che era lì presente usa queste parole per descrivere questo momento: "Tutte le sue paure le si vedevano sul volto!"

Tutti erano del parere che non si dovesse affacciare, ma lei, presi i bambini, si diresse con fierezza al balcone: apparve. Un altro grido rude: "Via i bambini"; allora la Regina mandò via i bambini nella stanza del Re, e sola rimase sul balcone di fronte a quella masnada di gente. 

I fucili erano puntati, le picche alzate, ma Lei, dopo un breve sguardo, fece un inchino dinnanzi alla plebaglia, con le mani incrociate al petto. Questo gesto fu di una tale portata da sbalordire gli astanti, che cambiarono i loro propositi di far fuori Madame Deficit, come era soprannominata la Regina, e levarono acclamazioni in suo onore: "Lunga vita alla Regina!"

Quando rientrò da quel balcone, tutti erano esterrefatti ed ammutoliti, ma il grido precedente si ripeteva con insistenza: "A Parigi! A Parigi!". Andò da Madame Necker e singhiozzando le disse che sarebbero stati costretti ad andare a Parigi, preceduti dalle teste delle guardie della loro scorta sulle lance.

"A Parigi! A Parigi!" era un martellante suono. Il Re era così sconvolto che continuava a girare su e giù dalla sua Camera da Letto e La Sala del Consiglio. Ma la folla continuò a esigere gridando forsennatamente che "Le boulanger, la boulangere, et le petit mitron"  dovevano trasferirsi a Parigi. (Il Re era il boulanger, ossia il fornaio, la Regina era la fornaia ed il delfino di Francia il mitron, ossia il garzone).

La Regina intanto rimpiangeva di non aver dato ascolto a Saint-Priest che aveva insistentemente pregato la Famiglia Reale di partire. Il clamore era sempre più minaccioso là fuori: si doveva prendere una decisione: il Re convocò i ministri ed ecco che il Re, la Regina e La Fayette riapparvero sul balcone. Il Sovrano allora annunciò che sarebbe andato a Parigi, affidandosi ai suoi bravi e fedeli sudditi. Vi fu un applauso generale di consenso.

Fu La Fayette a disporre il tutto affinchè si realizzasse questo trasferimento 

Era la partenza. Nessuno disse loro che era per sempre.... 

Non lo si disse, certo, ma si ebbe l'impressione che Luigi XVI° lo sapesse. E' ancora Madame del la Tour du Pin che ci riferisce le ultime parole del Re, poichè è a suo marito che gliele riferì:

"Mentre saliva nella sua carrozza, Luigi XVI° aveva detto a Monsieur del la Tour du Pin: "Voi rimanente padrone qui. Cercate di salvarmi la mia povera Versailles""

Verso le ore 13.00, un lungo corteo prese la via per Parigi; è questo il momento definitivo di abbandono totale della Famiglia Reale della Reggia di Versailles....nella carrozza Reale trovarono posto il Re, la Regina, il Conte di Provenza, Madame Elisabeth, il Delfino, la piccola Madame Royale e la governante dei bambini Madame De Tourzel. 

La carrozza Reale fu circondata da un popolo ubriaco, eccitato dai fiumi di sangue che erano colati: sulla punta delle lance c'erano, con smorfie agghiaccianti che facevano trasparire il tremendo dolore, i capi delle guardie decapitate... era come un corteo funebre, in quanto da questo atto si può dire che la Monarchia Assoluta era morta. 

Il Re non proferì parola per tutto il viaggio, mentre uomini e donne cantavano con foga, tutti sporchi di fango e vestiti di stracci, "Stiamo portando il panettiere, la panettiera e il figlio del panettiere", indicandoli. 

Le pescivendole poi si attaccarono ai finestrini urlando insulti pesanti alla Regina, che rimase di marmo, col figlio stretto in petto.

Il corteo giunse a Parigi verso le ore 20.00, accolto dal sindaco Bailly, che consegnò le chiavi di Parigi al Re, esordendo: "Che bello questo giorno, Sire, in cui i parigini avranno Vostra Maestà e la sua Famiglia nella loro città"

Non poterono prendere subito possesso delle loro stanza alle Tuileries, no! perchè i sovrani furono costretti ad andare all'Hotel de Ville, in mezzo alla plebaglia, ed affacciarsi al balcone, dove sì, furono applauditi, ma perchè in sostanza privati del loro potere. Un Re costretto, una Regina obbligata ad andare a Parigi, non di certo un atto volontario. 

Luigi XIV° poi sapeva bene quanto era infida Parigi: Versailles era stata creata anche per questo motivo...ed ora se ne rendevano conto bene anche i sovrani suoi successori.

Finalmente, verso le ore 22,00, la famiglia reale si installò nel palazzo delle Tuileries, visto che la folla appagata si calmò e rientrò nelle proprie case.


 

Palazzo delle Tuileries era stato fatto edificare nella seconda meta' del 1500 dalla Regina Caterina de Medici.  E' in questo e disagiato palazzo, da tempo abbandonato che visse, praticamente prigioniera la Famiglia Reale fino all'Agosto 1792, controllata da quel  potere nato il 14 Luglio ai piedi della Bastiglia. 

Il Re fu sistemato  al piano terreno ed, in parte, nello scantinato, mentre Maria Antonietta e gli altri familiari avevano a disposizione il piano superiore; il tutto collegato da una serie di scale interne. Altri locali del palazzo furono riservati per i membri della Corte ed al personale di servizio facente parte del seguito del Re. 

Il Conte di Fersen

Il Conte di Fersen non seguì la famiglia Reale, in quanto sapeva bene che il suo legame colla Regina Maria Antonietta avrebbe complicato le cose, surriscaldando gli animi della plebaglia. Saint-Priest scrive infatti che quando la plebaglia arrivò a scortare il Re e la Regina da Versailles, lui decise di non partecipare, poichè la sola sua presenza avrebbe potuto mettere in pericolo Re e Regina.

Il Palazzo delle Tuileries, fu incendiato nel 1871 dai Comunardi, e quindi fu definitivamente distrutto, lasciando posto alle attuali aree, che attualmente si estendono dal Louvre alla Place de la Concorde.

Da aggiungere solo un'ultima osservazione: il film su Maria Antonietta di Sofia Coppola, che tratta della biografia della Regina, termina le ultime scene con la Carrozza Reale che lascia Versailles. E' molto significativo che non abbia affrontato il dopo-Versailles, poichè la brutale partenza a cui i Sovrani sono costretti per lasciare la Splendida Reggia è segno della perdita della loro autorità: un Re obbligato con forza e minacce non ha più i pieni poteri di un Monarca Assoluto..... divenne così l'ostaggio di una masnada di forsennati Parigini, che non rappresentavano di certo tutta la Francia.

A Cura di

Arsace da Versailles

TORNA ALL'INDICE DELL'AVANZAMENTO CRONOLOGICO

Torna alla Home

Torna a Versailles