Gli Anatomisti si affilano gli artigli Destinato a manifestare l’onnipotenza del Re, il serraglio ha anche favorito lo sviluppo di una nuova scienza: l’anatomia comparata degli animali. Vi si incrociano, alla rinfusa, pernici di Barbary , gazzelle. Cavalli di Mételin, fenicotteri, galline sultane (porfirioni), mucche dell’Olanda, struzzi, fagiani, capre di Thebaide, cicogne, elefanti, anatre d’Egitto, gru di Numidia, o dromedari d’Africa… Essa era situata simmetricamente alla grande scalinata che da un braccio del Gran Canal porta al Grand Trianon, come si può notare da una piantina sotto.
Ai secolo XVII e XVIII, il serraglio di Versailles ha per doppia funzione di ospitare gli animali esotici prestigiosi così come quella di essere un fattoria destinata ad approvvigionare la tavola reale ed infine aveva la funzione di nutrire la selvaggina. Ne risulta un assembramento eteroclito ed inedito, voluto per stupire gli ospiti di riguardo e concepito prima di tutto come uno strumento politico destinato a mettere in scena l’onnipotenza del Re. Ma questo modello originale, che altri principi si affrettarono ad imitare, favorì anche lo sviluppo di una scienza nuova: l’anatomia comparata degli animali.
Popolato grazie all’intromettersi dei governatori delle province e delle colonie, o anche grazie ai numerosi doni offerti al Re, il serraglio è innovativo concentrando nello stesso luogo degli animali fino a quel momento dispersi nelle diverse residenze dei principi. Ma tra i bacini, i getti d’acqua e corti erbose, la sovrapopolazione è alta e le mortalità sono piuttosto consistenti. Sotto la gestione del medico Claude Perrault, gli scienziati decidono allora di approfittare di questa manna di cadaveri per sezionare gli animali. I primi verbali dell’Accademia delle Scienze, che fanno testo di studi praticati sugli ospiti del serraglio, portano la data del 1668.
Primato del metodo sperimentale L’epoca portava a valorizzare in effetti la messa in pratica delle idee. Al posto di speculare e di creare dei sistemi, si dimostra con l’aiuto dei fatti: il metodo sperimentale è un onore. I lavori sugli animali del serraglio, lontano da potersi vedere come semplice anatomia descrittiva, gettano le basi dell’anatomia comparata. “La grandezza, la forma, e la posizione” delle parti degli animali sono paragonate a quelle “dell’uomo che noi stabiliamo come la base delle proporzioni di tutti gli animali” scrive Claude Perrault nelle sue MEMORIES POUR SERVIR A L’HISTOIRE NATURELLE DES ANIMAUX. Egli annota d’altronde in questa opera, di cui il primo tomo appare nel 1671 ed il secondo nel 1676, le osservazioni degli scienziati.
Luigi XIV assiste a questa prima seduta e si stupisce, al suo arrivo, di non trovare l’anatomista…. che si trova all’interno del corpo dell’animale! Talvolta, come nel caso di una tartaruga o di un grosso uccello corridore, incapace di volare, la dissezione non è portata a termine sotto ordine espresso del Re, che desiderava imbalsamare la spoglia. Gli animali del serraglio fungevano anche come soggetti per le pitture a carattere scientifico o estetico. Il LIVRE DES OISEAUX DE LA MENAGERIE DEL VERSAILLES, datato 1710 ed attribuito a Nicholas Bertin, presenta un esempio di 35 acquerelli di volatili e di mammiferi. Ma tributari di un sistema di ideologia meccanicistico, gli scienziati si disinteressavano totalmente allo studio degli animali viventi.
Nel 1688, con la morte di Claude Perrault sopravvenuta in seguito a ciò che si chiamava “piqûre anatomique”, una ferita superficiale dalle conseguenze spesso gravi provocate quando si manipolano corpi infetti, le dissezioni cessano quasi totalmente. Luigi XIV si stanca rapidamente del serraglio, che resta disabilitato sotto il Regno di Luigi XV, anche se gli animali continuano ad affluirvi. Abbandonato da studiosi ed artisti, questa iconoclasta, predecessore del moderno zoo, sparisce con la rivoluzione. Non resta quasi più nulla a Versailles , se non qualche dipinto di animali esotici che ornano i muri del castello. Curiosità:
Il rinoceronte di Luigi XV
Ma
la sua imbalsamazione, influenzata dalle paure dell’epoca, non è molto
realista. Gli si incolla un corno ben appuntito di rinoceronte nero
africano… errore che fu corretto nel 1992, durante il restauro del campione. A cura di Arsace da Versailles |