Catherine Deshayes, con questo nome si giunge al culmine di ciò che viene definito come “Affare dei veleni”, ossia una spirale di eventi verificatasi a Parigi nel decennio 1670 – 1680, che sconvolse Parigi e tutta la Corte. E Catherine ? mai sentita nominare... certo, infatti è nota ancor oggi col suo soprannome... La Voisin.... la protagonista più famosa degli orribili fatti che si andranno a raccontare. Una serie di indagini, di circa 10 anni circa, ha portato alla scoperta di un mondo oscuro, che proliferava in opposizione alla luce e splendore di Versailles. “Il Crimine infettò Parigi” scriveva Voltaire… Infatti i processi produssero un malessere generale nella popolazione di Parigi, dal momento che fecero affiorare un mondo inimmaginabile. Qui operavano personaggi torbiti e repellenti, come streghe, maghi, negromanti, fattucchiere, sacerdoti celebranti messe nere. Il marcio di Parigi veniva svelato, mano a mano che procedevano le indagini… allo scintillio di Versailles, si legava l’ombra ed il torbido oscuro dei bassifondi di Parigi. Gran Nobiltà e plebaglia innominabile avevano stretto dei rapporti impensabili, stupefacenti e scioccanti…. Quando
vi fu il clou dell’Affare dei veleni, ossia fra il 1679 ed il 1682,
442 sospettati vennero imprigionati e portati alla sbarra…
Un documento, redatto nel 1870 dall’archivista di Parigi, François Ravaisson, intitolato “Archives de la Bastille”, ricorda tutti gli ospiti che furono rinchiusi alla Bastiglia, che oggi ancora viene considerata erroneamente dai più, così come dai rivoluzionari, l’emblema architettonico dello strumento della tirannia dei Re di Francia. Se invece si resta fedeli ai documenti concreti, Gli Archives appunto, si raccolgono un complesso di dettagliate informazioni della realtà sugli ospiti della prigione. In tempi recenti, lo studioso Claude Quétel ha analizzato questi documenti, e con i dati alla mano, si deve infatti ben ridimensionare la leggenda nera che circondava la costruzione: si calcola che dal 1659 al 1715, anno della morte del Re Sole, furono emesse 2.320 lettere contenenti ordini di arresto immediato nei confronti di 2.016 uomini – praticamente solo 38 l’anno!!! – e 304 donne. Il 20% di costoro venne dimenticato nell’edificio per motivazioni politiche, ma fra tutti i reclusi, pochi morirono in carcere per suicidio o per cause naturali, giacchè la maggior parte fu o trasferita o liberata; inoltre si rileva che solo 47 dei prigionieri politici rimase in carcere per più di 5 anni, infatti il 70% non soggiornò più di 6 mesi. Solo 12 uscirono dalla Bastiglia per esser giustiziati in Place de Grève (qui sotto un dipinto). Quindi, la Bastiglia come prigione di repressione e strumento di morte a chi contrastava il Re? fesserie belle e buone!
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