Aneddoti Handeliani
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Handel virtuoso delle tastiere |
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In un'epoca in cui i compositori erano anche esecutori e dovevano saper suonare le proprie opere se volevano che fossero conosciute, Handel utilizzò le sue creazioni strumentali, soprattutto quelle per tastiera, come un mezzo per dimostrare la sua straordinaria abilità esecutiva, che si manifestò fin dalla giovinezza. Dal periodo italiano ci sono rimasti alcuni gustosi aneddoti: Francesco Valesio, alla data del 14 gennaio 1707 annotò nel suo diario romano: « E' giunto in questa città un Sassone, eccellente suonatore di cembalo e compositore di musica, il quale oggi ha fatto gran pompa della sua virtù in sonare l'organo nella chiesa di San Giovanni con stupore di tutti » (Archivio Storico Capitolino). Mainwaring, ci racconta la sfida tra Handel e
il coetaneo Domenico Scarlatti, figlio del grande Alessandro, che gli
ammiratori di Handel organizzarono in casa Ottoboni. Fu una
serata straordinaria dove, due dei più virtuosi cembalisti del tempo,
si esibirono in prodezze d'improvvisazione
all'organo e al cembalo. Alla
fine, i due si divisero equamente gli allori al clavicembalo, mentre Scarlatti
riconobbe
generosamente
la superiorità di Handel
all'organo. Anche Denis Nolhac, un visitatore francese a Roma, testimonia l'abilità di Handel, quando assistette ad un ricevimento dato dai musicisti del Papa, dove Handel si esibì suonando il clavicembalo. Siccome egli era di fede luterana, si suppose che fosse in combutta col diavolo. Handel suonava col suo cappello sotto il braccio e si pensò che il cappello avesse un'influenza soprannaturale. Nolhac riferì a Handel quello che si stava dicendo e lui stupì tutti lasciando cadere il cappello e suonando in modo anche migliore. Altro aneddoto sulle capacità "diaboliche" di Handel è quello riferito da Mainwaring: Handel nel dicembre del 1709 fu scoperto a Venezia ad un ricevimento in maschera, mentre suonava il cembalo, anche lui in maschera. Capitò che fosse presente Domenico Scarlatti, il quale affermò che non potesse trattarsi che del famoso Sassone, oppure del diavolo in persona. Anche l'amico amburghese Mattheson testimonia le capacità di Handel nel suo trattato più importante, "Der Vollkommene Capellmeister" (1739): "In particolare nessuno supera Handel nel suonare l'organo; a meno che quella persona non sia Bach, a Lipsia: perciò questi due devono, indipendentemente dell'ordine alfabetico, raffigurare pari in grandezza. Li ho sentiti in tutta la forza della loro arte e ho suonato anche talvolta col primo, tanto ad Amburgo che a Lubecca."
Michael Festing e Thomas Augustine Arne ebbero modo di ascoltarlo
all'organo ad Oxford nel 1733 e riferirono a Burney:
A cura di Rodrigo & Arsace |
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Ultimo aggiornamento: 17-10-21 |