(seconda metà del XVII sec. - 1750 ?)

 

 

Breve Biografia

 

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Attualmente luogo e data di morte di Boni sono totalmente sconosciuti, ma si presume che sia morto a Bologna intorno al 1750. Si pensa che ebbe i natali a Bologna nella seconda metà del sec. XVII. Viene classificato come abate nel frontespizio di alcune sue opere, ma non si conosce, tuttavia, né quando e ne dove avesse assunto gli ordini ecclesiastici, né tantomeno da quali maestri avesse ricevuto una formazione musicale, anche se si può  ipotizzare con cognizione di causa che ciò avvenne  in suolo bolognese, forse nell'ambito dell'Accademia filarmonica, luogo di gran rinomanza per il mondo centro-settentrionale italiano e straniero. 

Verso la fine del 1711 giunse a Roma, raccomandato ad Arcangelo Corelli, presumibilmente presso il maestro di cappella di S.Petronio a Bologna, il noto Giacomo Antonio Perti (che era anche uno dei più autorevoli membri dell'Accademia filarmonica), secondo quanto induce a pensare la missiva di risposta inviata da Corelli - datata 21 Ottobre 1711 - ad un  anonimo "Onoratissimo Signor e Colendissimo protettore".

L'influenza del Corelli fu evidente nelle composizioni strumentali di Gaetano Boni, che soggiornò molti anni a Roma - almeno fino al 1720 - e fu proprio nella città eterna che pubblicò tre raccolte di sonate, la prima delle quali consta di 12 Sonate per camera a violoncello e cembalo, op.I, Roma 1717.

Pare che proprio dopo questa pubblicazione Gaetano Boni venne accolto nell'Accademia filarmonica bolognese. 

Ma Gaetano Boni non si soffermò come Arcangelo Corelli alla sola musica strumentale, giacché  nel 1719 fece eseguire a Perugia una  Cantata per la Notte di Natale e subito dopo, l'8 Gennaio 1720, fece rappresentare al Teatro della Pace a Roma l'opera Tito Manlio, su libretto di M. Noris, (libretto in precedenza musicato anche da C. F. Pollaroli, al quale è attribuita dall'Allacci, dal Clément e Larousse e dal Clément pure la musica di questa ripresa romana). 

La seconda raccolta di dodici sonate, intitolata Divertimenti per camera a violino, violone, cimbalo, flauto e mandola, op.II, incisa da Antonio Cleton, apparve a Roma senza datazione, ma si ritiene risalga sempre al 1720; egli nota in queste sonate "una strana mescolanza di stili e di forme: su tutto risalta la tecnica, perfino nei tempi di danza che s'erano sempre mantenuti sin qui relativamente semplici".

Apparentemente questa raccolta è la medesima che figura manoscritta, col titolo di Divertimenti per camera a violino e basso, senza numero d'opera, nel catalogo di R. Haas, Die Estensischen Musikalien (Regensburg 1927, pp.81-83), che fornisce l'indice tematico di tutte le sonate. 

Essendo quest’opera presente nella biblioteca della casa d'Este (parte della raccolta è oggi alla Nationalbibliothek di Vienna) si può dedurre il chiaro favore che seppe conquistarsi la produzione strumentale di Gaetano Boni.

Non è certo se nel 1726 egli fosse ritornato a Bologna, ma lo si può ipotizzare dal momento che nello stesso anno venne eseguito il suo oratorio S. Rosalia nella chiesa della Madonna di Galliera.  

La sua terza raccolta di musiche strumentali, 10 Sonate a violone o cembalo, op.III, fu stampata da Fasoli a Roma nel 1741, anno dal quale poi non si hanno altre notizie sulla sua attività né sulla sua vita.

Il Boni compose, inoltre, un volume di composizioni strumentali manoscritto, senza alcuna titolazione, citato nel catalogo del Gaspari come Sonate per cembalo.

Secondo altri si tratta, invece, di sonate per violino e basso continuo, e sebbene il basso figurato non sarebbe di per sé prova convincente, tuttavia la dettagliata figurazione nella parte superiore, includente numerose indicazioni specifiche per il violino, non lascia dubbi.

 

Composizioni

 

 

Musica Vocale

  • Cantata a due voci per il Santissimo Natale (27/12/1716, Roma – Sinfonia di A. Corelli);

  • Cantata da recitarsi [….] la notte del SS.mo Natale “Ritorno a voi mortali” (testo di Silvio Stampiglia, 24 Dicembre 1718, Roma);

  • Cantata e sinfonie (per la Festa di Santa Maria della Lettera) (9/12/1720, Roma);

  • Santa Rosalia, oratorio (1726, Bologna): nel libretto di questo lavoro egli è presentato come abate.

  • Cantata per la notte di Natale (1719, Perugia), per due voci e strumenti (manoscritto a Manchester (GB-Mp)

 

Opere

  • Tito Manlio (testo Matteo Noris), rappresentato l’8 Gennaio 1720, Roma: si tratta di un pasticcio, di cui il 1° Atto musica di Boni, il 2° Atto musica di G. Giorgi, il 3° Atto musica di Antonio Vivaldi): Arie in D-MuS, 2827, F-Pn D. 1226

  • Il figlio delle Selve (testo Carlo Sigismondo Capece), rappresentazione del 29/12/1700, Modena.

 

Musica Strumentale

  • 12 Sonate per camera per violoncello e basso continuo, Op. 1 Roma, 1717

  • Divertimenti per camera a violino, violone, cimbalo, flauto e mandola, Op. 2, Roma, 1730

  • 10 Sonate a violino , violone o Cimbalo, Op.3, Roma, 1741

  • 12 Sonate per violino e basso continuo, manoscritto

  • 1 sonata per violino, viola e basso continuo

 Bibliografia

  • M. Rinaldi, CORELLI, Milano 1953;

  • W. S. NEWMAN, THE SONATA IN THE BAROQUE ERA, Chapel Hill, 1959

 

Pietro Giuseppe Gaetano Boni 

Sonata in Mi maggiore

1 - Largo Assai

2 - Allegro

3 - Largo

4 - Spiritoso

Suona il Maestro

Francesco Tasini

La presente prima esecuzione è stata concessa in esecuzione esclusiva ad handelforever.com col consenso del Maestro stesso, a cui vanno tutti i ringraziamenti possibili.

 

                    

                                                                                                           

                                                                                 

 

 

 

 

La sonata VI qui presente fa parte di una raccolta di sei sonate (tutte in quattro movimenti); sul frontespizio dei 43 “fogli” è apposta l’indicazione “Sonate da cembalo”, destinazione acriticamente ripostata da vari dizionari biografici musicali. Ad una accurata analisi strutturale, queste sonate devono intendersi senza ombra di dubbio scritte appositamente per violino solo e basso continuo. Una precisa numerica accordale si accompagna sempre alla linea del basso. La parte superiore osserva rigorosamente l’ambito della tessitura violinistica (non scende oltre il sol2 e sale fino al mi5 (elaborazione del maestro Tasini). La realizzazione al cembalo del manoscritto mostra una continua eccessiva distanza tra la linea melodica e quella del basso (affatto organica per uno strumento a tasto) e spesso “vuoti” di note salienti dell’armonia. L’intervallistica melodica ha caratteri tipici della scrittura violinistica, ed elementi stilistici rapportabili alla scuola corelliana con arditezze tecniche tartiniane.

Il Principe del Cembalo

 

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