(Venezia, 1704 circa - Venezia, 20 Marzo 1766) Figlio di Giacinto Pescetti e proveniente da una famiglia di organari da generazioni, compositore e clavicembalista. Insieme a B. Galuppi, fu allievo di Antonio Lotti; la sua messa come saggio finale dei suoi studi, fu lodato da Johann Adolf Hasse. Il suo primo esordio avvenne in un teatro di Venezia nel 1725, per poi esser ingaggiato in altri teatri italiani. Il Cardinale Ottoboni lo chiamò a Roma per musicare una festa teatrale in occasione della nascita del Delfino di Francia nel 1730. Nel 1734 si diresse a Londra dove ricoprì la carica di direttore del Covent Garden al posto di Nicola Porpora (1737) e nel 1738 del King's Theatre. Fu così che Pescetti finì per ingrossare le fila della cospicua colonia di musicisti italiani quando già la moda del melodramma, con tutto il suo bagaglio di artificiose convenzioni, conosceva in Inghilterra la parabola discendente. Ritornato in Italia, rappresentò a Firenze delle sue composizioni (1749 - 1750); gareggiò per la carica di primo organista in San Marco, ma gli fu preferito F. Bertoni. Nel 1760 fu a Dresda e presumibilmente a Praga, dirigendo una propria opera. Morto Orlandini a Firenze, concorse nuovamente per la carica di maestro di Cappella del Duomo dell'Oratorio di San Giovanni Battista e della Corte Granducale di Toscana a Firenze, «Gio:
Battista Pescetti, Veneziano, Maestro
di Cappella, per
anni 14 ha composte in Londra l'Opere
per quel
Teatro;
il simile ha fatto per
tutti
i più celebri Teatri
d'Italia e, negli
anni 1748
e 1749, fece le Opere per il
Teatro di Via della Pergola [a Firenze]. In
Venezia poi,
sua Patria,
oltre
le Opere, ha fatte
diverse
Musiche
nelle Chiese più riguardevoli;
a tal che
è attualmente richiesto per occupare il Posto di Primo Organista di S. Marco. (. ..) ».
Con questa Memoria Charles Burney afferma di aver visto in casa della vedova il famoso cembalo che Domenico da Pesaro costruì per Zarlino nel 1548. La
sua produzione operistica è abbastanza elegante, chiara, e spicca per
l'abilità nel trattamento delle voci; molto interessante è la
scrittura cembalo-organistica, che si incarna specialmente sulle Nove
sonate londinesi (di cui presentiamo sotto la Sonata
nr. 8 in do maggiore), e sulle Sei sonate
per cembalo conservate in manoscritto a Dresda presso
la Sachsische Nel 1739, l'anno stesso in cui venivano pubblicate queste sonate londinesi, Pescetti, nella duplice veste di compositore e impresario, metteva insieme una stagione al teatro del Covent Garden con i resti delle varie compagnie italiane a Londra, ritentando la sorte nel 1740 al nuovo teatro di Haymarket, "un modesto teatrino accoccolato poco lungi dal regno in cui l'opera italiana tanto si era pavoneggiata". Questa raccolta
del 1739 costituisce il segno tangibile
di una certa notorietà raggiunta dall'autore
nel campo del melodramma; e
lo conferma anche il fatto che alle nove sonate vere e pr
Questo il titolo completo della raccolta del 1739 Nuovamente dedicate all'Illustrissima Signora GRAZIA BOYLE Degnissima ed unica Figlia DELL'ECCELLENTISSIMO LORD VICECONTE dal suo Umilissimo et obligatissimo Servo GIOVAMBATTISTA PESCETTI Londra nel MDCCXXXIX.
Queste sonate, in generale sono vicine
stilisticamente Le
sonate
di questa raccolta si compongono
di un numero di movimenti variabile da due a quattro, Alcuni
movimenti presentano uno schema formale
più
articolato,
che si può definire ternario, Questo schema formale si associa generalmente I motivi
di tecnica strumentale che si presentano invece I
movimenti lenti presentano forse una minor varietà stilistica rispetto a quelli veloci; Si può
collocare il Pescetti di
questa raccolta Ma
è proprio in queste sonate londinesi,
più che
nella
successiva raccolta di
Dresda,
dove è evidente
una
certa faticosa
necessità
di adeguarsi
ai nuovi canoni
dello Stile
Galante, che
Pescetti riesce
ad esprimere,
grazie anche
a quel solido
mestiere che la rigorosa formazione musicale gli assicurava, una propria definitiva
poetica strumentale, dove
novità e tradizione trovano
una loro equilibrata
e logica continuità.
Nerone detronato dal trionfo di Sergio Galba (Venezia, 1725) Gli odi delusi dal sangue (in collaborazione con Galuppi, A.M. Lucchini, Venezia, 1728) Dorinda (pastorale, Venezia, 1729) I Tre difensori della patria (Venezia, 1729 - stessa opera riproposta poi col titolo di Tullo Ostilio (Venezia, 1740) Costantino Pio (Festa teatrale, Roma, 1730) Alessandro nelle Indie (Venezia 1732) Demetrio (Firenze, 1732 - nuova versione Demetrius, Londra 1737) La conquista del Vello d'oro (Londra 1738) Diana ed Endimione (serenata, Londra 1739) Angelica e Medoro (pastorale, ivi , 1739) Busiri, overo in Van Si fugge Amore (Londra 1740) Aristodemo, tiranno di Cuma (Londra 1744) Ezio (Venezia, 1747) Fra i due litiganti, il terzo gode (Venezia, 1749) Farnace (Firenze, 1749) Arianna e Teseo (Firenze, 1750) Farnaspe (Siena 1750) Artaserse (Milano, 1751) Tamerlano (in collaborazione con G. Cocchi, Venezia 1754) Solimano (Reggio Emilia 1756) Zenobia (Padova 1761) Jonata, oratorio a 5 voci con orchestra (Padova 1768: ripresa da una precedente del 1765: arie ricavate dalle sue opere teatralie pubblicate come favoutites songs, almeno in 7 raccolte) Musica Sacra: due brani da una messa: Kyrie e Gloria a 5 voci con strumento L'opera cembalistica di Pescetti è costituita da due raccolte di sonate: Sonate per Gravicembalo, Nove sonate per cembalo più una serie di composizioni tratte da propri melodrammi ridotte per cembalo solo. pubblicata a Londra da John Walsh nel 1739, apparse in una ristampa anastatica (Bologna, Forni, 1977). Sei
sonate per cembalo,
conservate in manoscritto a Dresda presso
la Sachsische
F. Caffi, Storia della
musica sacra
nella già
Cappella Ducale di
S. Marco
in Venezia
dal 1318 al 1797, Venezia 1854/55, vol. I, p. 447 Mario Fabbri, Giovanni Battista Pescetti e un concorso per maestro di Cappella a Firenze, in Rivista Italiana di Musicologia, Firenze, 1966 Francesco
Dilaghi - Maestri Italiani della Tastiera
- ed. Ricordi - Milano - 1983 S.
Fassini,
Il melodramma
italiano
a Londra
nella prima metà
del Settecento, Torino,
F. Degrada, Le
sonate per cembalo
e per organo di Giovanni Battista Pescetti,
in "Chigiana", W.S. Newman, voce Sonata in La Musica-Enciclopedia storica, Torino, UTET, 1966 W.S.
Newman, The
Sonata in
dalle Sonate di Gravicembalo (Londra 1739)
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