Gloria RV 589 Antonio Vivaldi (1678 - 1741) |
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Vivaldi compose molta musica sacra fra il 1713 e il 1719 per il Conservatorio della Pietà, che a quel tempo era un istituto di assistenza per fanciulle orfanelle, luogo in cui il prete Rosso lavorò per gran parte della sua vita. Il Gloria in Re Maggiore era forse concepito per tale istituto a riprova del fatto che non sono previste voci maschili naturali; quindi è possibile che le ragazze dovessero cantare tutte le parti, anche se presumibilmente il registro di basso era affrontato un'ottava più alta. Nel Gloria, costituito da 12 movimenti oculatamente contrastanti, con repentine variazioni d'umore e grandi cambiamenti nella trattazione delle parti vocali e strumentali, è qui stupefacente. Nella prima parte, il coro formato a 4 voci canta assieme ad un'orchestra d'archi dove spiccano le voci dell'oboe e della tromba: l'incipit è snello ed unisono con la chiave tonica, tipico DNA del Compositore; nella struttura di soli e coro che si susseguono, Vivaldi cambia il tessuto efficacemente, dimostrando la sapienza con cui era in grado di variare i colori musicali e palesando la maestria con cui sapeva impiegare le chiavi. Degno di nota il "Domine Deus" dove l'oboe accompagna il lirico assolo del soprano. La fuga doppia finale "Cum Sanctu Spiritu" era di pugno di Giovanni Maria Ruggeri, compositore veneto di una generazione precedente di quella vivaldiana. |
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