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A Trento terminò gli studi umanistici, mentre a Innsbruck studiò elementi di
fisica e metafisica: poi si recò a Roma dove, nel 1691, entrò al Collegium
Germanicum per seguire i corsi di teologia.
Studiò la composione con O. Pitoni e, forse, con Arcangelo Corelli il
violino (che sarà uno strumento di cui non potrà fare a meno come lo si può
vedere nelle composizione sotto esposte della sua produzione musicale).
Divenuto diacono, rientrò a Trento nel 1695, dove, consacrato sacerdote,
riuscì ad avere il beneficio
dell'altare della SS. Annunziata nel Duomo: ma mirava ad occupare un posto
di canonico cosa che non accadde e che lo fece rimanere in attesa a
Trento
fino al 1740.
Trascorse gli ultimi anni a Padova, forse attratto dalla presenza di G.
Tartini.
Artista quindi e sacerdote, (altra cosa in comune quindi con Vivaldi oltre
che la passione per il violino) *gentilhuomo di Trento* e *dilettante di
musica*, come amava aggiungere al suo nome,
Bonporti solo da poco è uscito dall'oblio di quasi 2 secoli, allorché
Wolffheim prima, nel 1911, e Bouvet dopo, nel 1918, dimostrarono che le *4
Inventionen* pubblicate nel vol. XLV dell'opera omnia di Bach appartenevano
all'op. X di Bonporti (Invenzioni nn. 2, 3, 6, 7).
Dopo di allora eminenti musicologi riesumarono la sua personalità e l'opera.
Al pari dei suoi contemporanei * dilettanti veneti *, Albinoni e i fratelli
Alessandro e Benedetto Marcello,
appartenenti a una classe socialmente elevata o per nobili origini o per
meriti acquisiti, esercitò la sua arte solo per diletto (quindi verrebbe da
pensare non a fini di lucro).
Egli non visse e non operò alle dipendenze di mecenati o di istituzioni, ma
agì
autonomamente, senza dover sottostare ai dettami estetici e agli schemi
formalistici dominanti, cui sovente per legami professionali i musicisti
dell'epoca dovevano sottomettersi, anche se è da dire che per quanto
venissero dati degli incarichi ai musicisti di celebrare questa o quella
occasione, alla fine poi era il genio del compositore a venir fuori: era
come dare un tema, ma poi il contenuto era espressione della personalità
musicale del compositore (ecco un motivo per apprezzare le composizioni ad
hoc per le occasioni).
Ne conseguì una espressione artistica personalissima che, muovendosi nella
forma e nello spirito del Barocco strumentale europeo, si manifesta, nelle
opere della maturità, in una
ricerca del bizzarro, dell'estroso e del sorprendente.
Questa espressione mucicale ha comportato non posche difficoltà agli
studiosi che dovevano valutare la produzione di Bonporti: essa sfugge
infatti ad ogni classificazione.
Non va dimenticato che Bonporti operò in un ambiente ostile,Trento, che
tuttavia era punto
di incontro tra le correnti artistiche del nord e del sud: infatti diversi
musicisti di varie correnti artistiche transitavano per Trento; questo fatto
accanto alla buona tradizione violinistica cittadina, permisero a Bonporti
riflessioni sulle tecniche d'espressione musicale, dopo che la sua
formazione corelliana aveva dato luogo alle giovanili *Suonate a 3* e alle
*Sonate da Camera* di intensa vena melodica e costruite con simmetria ed
equilibrio. Se in esse talvolta, come nell'unica produzione vocale
giunta sino a noi, l'opera III, affiora il suo personale idioma, è con le
composizioni per
violino solo e continuo, che il linguaggio di Bonporti intraprende delle
strade del tutto nuove ed innovative.
Anche gli ambienti musicali europei del suo tempo ammirarono le * Invenzioni
op. X * , anche perchè Francesco Maria Veracini ne fu l'autorevole
interprete. La raccolta non manca ancora di stupire per il forte
soggettivismo e l'impiego di originali mezzi espressivi, a cui lo stesso
Bach si interessò.
Il personalissimo stile di Bonporti si individua nella estrosità
delle figurazioni ritmiche, in una genialità armonica, che ricorre alla
trovata a sorpresa, facendo ampio uso del cromatismo, nella nobile bellezza
e libertà della condotta tematica.
Questa troverà espansione nei brani dall'autore giustamente chiamati
Recitativi, inclusi nei * Concerti a 4 op.
XI * e nei * Concertini op. XII *. Pare che ci siano momenti di intensa
contemplazione
lirica, in cui la fantasia di Bonporti riesce a trarre dalle corde del
violno espressioni originalissime e in cui vocalità e strumentalismo si
fondono. Muovendosi entro i confini del modello vivaldiano, per quanto
nguarda l'aspetto strutturale, il concerto di Bonporti non segue un unico
schema compositivo: al concerto inteso nella sua accezione originale,
costruito polifonicamente a 4 o 5 parti senza episodi solistici (n. 7 e n.
10 op. XI), si alterna il concerto solistico, nel cui tempo intermedio,
l'adagio, talvolta il solista non compare (n. 9), altre volte invece conduce
la
linea melodica sostenuto dagli archi (n. 5 e n. 8) o dal solo (n. 2) o in
dialogo con il violoncello obbligato (n. 6). Negli allegro invece il violino
solista sovente elabora, attraverso la variazione, il tema fondamentale del
tutti.
" Ma più che attraverso i metri formali, il contributo recato da Bonporti,
specie al concerto strumentale, va individuato nella ricerca di quegli
stimoli a un raggiungimento espressivo patetico e liberamente soggettivo con
cui egli - libero da vincoli di scuole o da desideri di committenti -
ravvivò i suoi sfoghi di dilettante " (G. Barblan).
Composizioni
(pubblicate)
Suonate a 3, 2 violini e violoncello obbligato: op. 1 (Venezia,1696);
Sonate da camera a 2 violini, violone, cembalo o arceliuto op. 2 (Venezia,
1698; 1703 e Londra);
Motetti a canto solo, con violini op. 3 (Venezia, 1701-2);
Sonate da camera a 2 violini, violone, cembato, o arceliuto op. 4 (Venezia,
1703; ristampa Londra, e Amsterdam,);
Arie Baletti Correnti op. 5 (perduta);
Suonate da camera a 2 violini, violone, o cembalo op. 6 (Venezia, 1705;
rist. Amsterdam);
Suonate da camera a violino e violone, o cembalo op. 7 (Venezia, 1707; rist.
Londra, e Amsterdam);
Minuetti a violino solo e violoncello o basso continuo op. 8 (Venezia,
perduta);
Balettia violino solo e vvioloncello o basso continuo op. 9 (Amsterdam);
Inventioni da camera a violino solo con l'accompagnamento d'un violoncello e
cembalo e liuto op. 10 (Bologna, 1712; Venezia e Trento, 1713; rist.
Amsterdam, e Parigi );
Concerti a 4, 2 violini, alto viola, e basso con violino di rinforzo Op. 11
(Trento, circa 1715);
Concertini, e Serenate con arie variate, siciliane, recitativi, e chiuse a
violino, e violoncello, o cembalo op. 12 (Augusta).
Aria cromatica, e variata a Violino, violoncello e cembalo (1720);
Sonata in fa diesis per violino e basso continuo.
Premio Bonporti
Discografia
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Invenzioni
a violino solo
Op. 10 n. 1-10
C.
Banchini (violone),
G.
Nasillo (violoncello), J. Christensen
(clavicembalo)
HMF
(2cd basso prezzo,
1996)
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Concerti & Serenate
Bloomington Baroque, dir. S.
Ritchie
Dorian
(1cd, 1997)
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A cura
di Arsace |
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