Egidio Romualdo Duni si è distinto
nella storia della musica settecentesca
come uno dei fondatori dell'opera comica in Francia (le pére Duny), e in
parte per la messa in musica della CHECCHINA di Goldoni, prima di Niccolò
Piccinni, musicista suo coevo e anche conterraneo, che fu chiamato a
Parigi
dopo di lui col chiaro obiettivo di continuarne l'opera. Ricordiamo che il Piccinni era il
compositore che era sostenuto e protetto dalla amante in carica di Luigi
XV°, Madame du Barry, che spicca come nome fondamentale dopo la scomparsa
di Madame de Pompadour: l'opposizione che fece scontrare la matura ma pur
bella Barry con la giovane principessa Maria Antonietta, si riversò anche nel campo musicale: Maria Antonietta si premurò di appoggiare in vece il
riformatore Gluck creando un'altra fazione.
M torniamo a Duni. Il Duni italiano è poco preso in considerazione: mentre
la
sua produzione francese è giunta a noi, per la produzione sacra su testo
italiano egli scrisse in musica 4 oratori, ma solo la partitura del
GIUSEPPE RICONOSCIUTO è giunta sino a noi.
Eppure fece una brillante carriera tra il 1735 anno del suo debutto come
operista al teatro Sa Carlo a Napoli e il 1758, data del suo trasferimento
alla capitale Francese.
Il GIUSEPPE RICONOSCIUTO è sicuramente l'ultima composizione di Duni
prima
che si trasferisse in Francia, e probabilmente fu eseguita senza la sua
presenza, poiché il libretto porta data 1759, e Duni era impegnato a
collaborare al teatro Theatre des Italiens di Favart: si tratta
verosimilmente ad una ripresa dell'oratorio.
Duni si cimenta con un testo Metastasiano, ma non è la prima volta,
infatti
ben 8 su 12 titoli delle sue opere serie italiane tra il 1735 e il 1756
sono infatti tratti dal poeta cesareo:
ADRIANO IN SIRIA
DEMOFOONTE
DIDONE ABBANDONATA
CATONE IN UTICA
ARTASERSE
IPERMESTRA
CIRO RICONOSCIUTO
Gli altri 2 gli sono attribuiti: ALESSANDRO NELLE INDIE e DEMETRIO.
Si aggiungano inoltre un altro oratorio GIOAS RE DI GIUDA e una versione
francese di ISACCO.
Il tempo però ha spazzato via questa produzione, e oggi abbiamo solamente
3
melodrammi italiani e il solo oratorio GIUSEPPE RICONOSCIUTO, che viene
rappresentato per la prima volta con la registrazione edita dalla lodevole
BONGIOVANNI.
Il rpimo a mettere in musica il testo del GIUSEPPE RICONOSCIUTO fu il
napoletano Giuseppe Porsile, maestro di cappella a Vienna dell'Imperatore
Carlo VI per la settimana santa del 1733: poi a nastro l'oratorio fu
musicato da:
Terradellas - Napoli 1736
Gasse - Dresda 1741
Cocchi - Napoli 1748
Orlandini - Firenze 1750
Fornasari - Reggio Emilia 1750
Lombardi - Montegiorgio 1752
Angelini - Perugia 1754
e numerosi altri fino a Vincenzo Fiodo - Napoli 1804.
Il primo testo con oggetto sacro di Metastasio musicato
da Duni è stato il
GIOAS RE DI GIUDA, il cui libretto sopravvive pure oggi: era dedicato
alla nobildonna napoletana Lucrezia Macedonia, duchessa di Castelmezzano:
la
musica fu diretta dal signor D. Nicola Mazaro, canonico e maestro di
cappella
di Bitonto.
Il GIUSEPPE RICONOSCIUTO rappresenta da un punto di vista musicale un
capolavoro del pieno settecento.
La partitura manoscritta, conservata presso la biblioteca del Coservatorio
di
Napoli reca il titolo "Giuseppe riconosciuto. Poesia dell'abate
Pietro
Metastasio Romano. Musica del sig. Egidio Duni Napoletano" e si
presenta con la
tipica struttura di oratorio, con un limitatissimo intervento del coro
(ultima
traccia del 2 cd) che è formato dalla somma dei solisti.
Le voci associate ai personaggi sono acute, sopranili per la verità e
quindi
rispecchiano l'uso del tempo: La scrittura presenta qualità interessanti,
per
ciò che concerne sia l'utilizzo degli strumenti che per quanto concerne
le arie
con da capo, sia anche nei pezzi d'insieme.
La scuola napoletana è presente con i suoi schemi in alcune parti
dell'oratorio, con caratteristiche tipiche di una generazioen precedente
al
Duni, altri brani invece sono all'avanguardia: l'aria di Beniamino nel cd
1 e
al duetto finale fra Giuda e Simeone: il duetto non è contemplato nel
libretto
del Metastasio, quindi è una aggiunta apposita per l'esecuzione a Bitonto:
pare
che vi sia tuttavia un plagio con l'esordio dell'aria di Cecchina di
Piccinni
da CECCHINA "Alla larga signore", che però ebbe la sua prima un
anno dopo nel
1760 a Roma: quindi anche se fosse lo spunto lo prese Piccinni da Duni.
Festival Duni
Discografia