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Nicola Porpora, accanto a Giovanni
Bononcini, è un compositore scandalosamente trascurato, anche perché non
si tratta certo di una figura minore: come dall'accompagnamento del
libretto, temo di esser parzialmente d'accordo che ci si ricorda di lui
solo per 3 fatti:
1 - era il più noto forgiatore di cantanti dell'Europa (Caffarelli,
Farinelli, Regina Lingotti, Porporino, per citarne alcuni, erano stati
"creati" da lui)
2 - E' ricordato come rivale di Handel
3 - E' menzionato come magister di Haydn.
Trovo sia brutto quanto però inevitabile il fatto che ci sia un confronto
diretto fra le opere di Handel con quelle di altri compositori Barocchi:
voglio dire, purtroppo direi per gli altri compositori, inevitabilmente si
fa il paragone con il linguaggio musicale degli altri, e in fondo sarebbe
come confrontare un professionista con un dilettante; devo ammettere che
io stesso faccio fatica a trattenermi da un confronto...
Ebbene di Nicola Porpora cosa sappiamo di lui?
Poche sono le incisioni che oggi possiamo assaporare, oltre ad un SALVE
REGINA a 4 VOCI, ad un MAGNIFICAT per soli e coro a 4 voci, una OUVERTURE
ROYALE, ed ad un LAUDATE PUERI, DIXIT DOMINUS, MESSA IN RE MAGGIORE tutti
contenuti nei 2 cd editi da BONGIOVANNI, oltre all'oratorio (in forma
teatrale) IL GEDEONE, edito dalla CPO, a qualche aria e solfeggio sparso
in cd recital di Aris Christophellis, e alla cantata natalizia DORINDO
DORMI ANCOR?
Ma un Porpora è un rivale di Handel, per esser stato ricordato così nella
storia della Musica, ha una stoffa che merita di farlo riemergere dalle
paludi dell’oblio: ed ecco quindi che in quest’ottica esiste un cofanetto,
di 2 cd, edite sempre dalla casa BONGIOVANNI: ARIANNA IN NASSO di Nicola
Porpora, del 1733, quindi periodo di piena lotta con Handel a Londra.
La Prima rappresentazione dell'ARIANNA IN NASSO di Nicola Porpora avvenne
il 29 Dicembre 1733 al LINCOL'S INN FIELDS THEATRE. Il libretto è di Paolo
Rolli. Periodo dunque in netta opposizione col teatro di Handel e delle
compagnie rivali.
Il libretto che accompagna il cofanetto cd, edito dalla BONGIOVANNI e a
questa casa appunto deve andare tutta l'ammirazione per la scelta
dell'opera, dal momento che molto spesso si occupa di composizione
Barocche cadute in oblio.
Dettagli del cofanetto:
NICOLO' PORPORA
ARIANNA IN NASSO
TIZIANA FABBRICINI – ARIANNA
ANNA MARIA DI MICCO – TESEO
ANTIOPE - DAMIANA PINTI
ONARO – Dio Libero sotto l’apparenza del sacerdote Onaro MARITA PAPARIZOU
PIRITOO - CHRISTOPHOROS STAMBOGLIS
BONGIOVANNI - N° CATALOGAZIONE GB 2250/51-2
2 CD DDD
Nel libretto si accenna al fatto che Porpora è ricordato per i tre motivi
che ho citato su menzionati, e si deve ammettere che è vero in linea
generale, anche se non si riesce a condividere dal momento che all’ascolto
delle tracce del cofanetto GEDEONE si ravvisa chiaramente la grandezza di
Nicola Porpora come operista, sebbene il GEDEONE appunto sia un oratorio.
Uno dei maggiori esponenti biografi di Handel, il premio nobel Romain
Rolland, pare che comunque si fosse accorto del genio del compositore
Napoletano, dal momento che scrive già nel 1910, parlando in generale di
Porpora:
"La storia non gli ha reso giustizia. Egli fu degno di misurarsi con
Handel, e il confronto tra l'ARIANNA IN CRETA di Handel e l'ARIANNA IN
NASSO di Porpora, rappresentate a qualche settimana di distanza, non torna
affatto a vantaggio della prima. La musica di Handel è elegante, ma non si
trova l’innervatura di certe arie dell'ARIANNA di Porpora. La forma di
queste arie è forse di una regolarità troppo classica, ma attraverso
questi templi romani circola un afflato possente".
Non si è certi che osservazioni simili di Rolland possano appieno
condividersi dal momento che la sua analisi deve essersi basata sulla
carta, dal momento che al tempo in cui il premio nobel scriveva la sua
biografia su Handel, non aveva avuto la possibilità di ascoltare le due
opere: e devo dire senza tema di smentita che il linguaggio Handeliano
appare molto, ma molto più brillante e virtuosistico: si pensi che l’aria
“Salda quercia” a detta del Burney era l’aria più virtuosistica che si era
mai udita a Londra: Handel aveva usato le doti al meglio di Carestini.
Romain Rolland insiste scrivendo: "Quando Porpora si trova ad avere a che
fare con Handel ho constatato, con mia somma sorpresa, la superiorità di
Porpora tanto dal punto di vista della grandiosità dello stile, che da
quello di forza drammatica".
Affermazioni queste che a mio avviso possono giudicarsi ad un confronto
nell’ascolto e non nella carta, dove la partitura così come scritta è solo
musica morta; in realtà, francamente, se Porpora riuscì a tenere testa ad
Handel negli anni londinesi era dovuto anche in gran parte al cast di cui
disponeva perchè era riuscito a strappargli tutti i cantanti di punta, che
non esitarono a cambiare fazione o per denaro o per antipatia verso il
Caro Sassone.
L'ARIANNA IN NASSO comunque fu uno dei maggiori successi di Porpora del
dicembre del 1733, e una vittoria per L'Opera of the Nobility, capeggiata
dal principe di Galles e da un gruppo di aristocratici in dichiarata
guerra contro la Royal Academy of Music, organizzata e condotta da Handel.
Porpora da una parte ed Handel dall'altra si colpirono a bordate d'opera
dal 1733 al 1736 circa. Alle bombe Handeliane ARIANNA IN CRETA, ARIODANTE,
ALCINA e ATALANTA, Porpora ricontrobattè con ARIANNA IN NASSO, ENEA NEL
LAZIO, POLIFEMO, IFIGENIA IN AULIDE senza contare anche nello stesso anno
1735, la Serenata drammatica LA FESTA DI IMENEO. Questa contrapposizione
finì senza vincitori nè vinti, terminando quando le fazioni e i movimenti
politici cessarono e i denari si esaurirono: come sappiamo gli onorari dei
cantanti erano alle stelle, e molto si spendeva pure per la scenografia:
altro che le scenografie moderne! Comunque accanto a queste due
motivazioni io aggiungerei il fatto che il pubblico londinese e britannico
non ne poteva più dell’idioma italiano: insomma volevano qualcosa che
fosse "loro" non importato. Ecco che allora Handel seppe trasformarsi e
rimase sovrano assoluto del campo musicale con gli oratori.
Ma ora torniamo ad analizzare l’opera ARIANNA IN NASSO di Porpora: essa fu
rappresentata il 29 Dicembre 1733, il libretto è di Paolo Rolli, e fu
rappresentato a Londra al Teatro Lincol’s Inn Fields.
Trama
Teseo, figlio di Egeo re di Atene, sposò Antiope, Regina delle Amazzoni,
con l’aiuto della quale vinse e disfece l’esercito loro che infestava il
territorio ateniese.
Teseo andò con altri giovani a creta i quali per tributo di guerra erano
ogni anno mandati, e quivi divorati dal Minotauro nel labirinto. Arianna,
figlia di Minos Re di Creta, innamoratasi di Teseo, gli diede il filo,
mezzo per cui l’eroe riuscì a non smarrirsi nel labirinto: ed egli uccise
il mostro. Poi se ne fuggì con Arianna, ed approdò in Naxo, isola
dell’Egeo non lontano da Creta, dove atterrito dalle minacce del Dio
Libero, fu costretto ad abbandonare Arianna. Piretòo, figlio d’Ixione, Re
de’ Lapiti, emulo di Teseo, ne andava in traccia per sperimentarne il
valore: ma quando i due campioni si trovarono di fronte, ammirandosi l’un
l’altro, e venuti a colloquio, contrassero fedele amicizia, onde furono
annoverati trai più celebri amici nella storia antica.
Quest’opera presenta una inconsueta variazione di scena, si pensi ben 5
nel solo primo atto: questo è dovuto alla esigenza di sottolineare
l’entrata di alcuni personaggi, mantenendone uno stesso numero di entrate
e di arie.
Questi brani erano interpretati tutti da stars canore inconfutabili del
tempo: Teseo, era Senesino, Arianna era la Cuzzoni, ed addirittura Rolli
ha aggiunto un personaggio, Piritòo di nessuna rilevanza drammatica, solo
allo scopo di far presentare arie di bravura del basso Antonio Montagnana,
dentro la rosa dei timbri sopranili e contraltili: si sottolinea comunque
che da un punto di vista musicale le tre arie che Pirico canta sono
monumentali, fiorite e di concezione eminentemente strumentale. Si tende
sempre a pensare che Porpora scrivesse sempre in subordine alla tipologia
di voce dei suoi allievi: qui ogni brano belcantistico è amministrato con
ponderazione e giustificato da ragioni musicali ed espressive, e
assolutamente legata al personaggio per cui era scritta l’aria.
Teseo ed Arianna hanno ognuno un’aria di bravura nel secondo atto, ma non
vengono trascurate le arie tenere e delicate, arie di portamento, più
consone alla personalità interpretativa e alle qualità canore di Senesino
e della Cuzzoni.
Antiope, altro personaggio, è caratterizzata da aspetti pungenti, aspri e
nervosi, con l’unica eccezione dell’aria “Vivere senza te” del terzo atto.
Altro grande pezzo di forte incisività, che riesce a sottolinearla
tensione tragica dell’opera, si concretizza nel Duetto “Vieni, parti” nel
III Atto, con Teseo, inframmezzato da tratti di recitativo e patetici
assoli, dove Teseo, esitante nella scelta fra Arianna e Antiope,
incalzato, quasi costretto dalla forsennata Antiope tenta di dare l’ultimo
addio alla tenera Arianna presa nelle braccia di Morfeo.
La figura invece del sacerdote Onaro, posseduto dal dio Libero, assume
connotazioni di capriccioso e creatore furbo dei accadimenti che
indurranno Teseo ad abbandonare Arianna: viene caratterizzato Libero con
un tratto tempestoso e terrificante, nella magnifica aria descrittiva di
uscita e nei frequenti recitativi accompagnati, bizzarro e scherzoso nelle
altre, concretizzate con un ironico tempo di minuetto.
Una caratteristica inoltre che può rilevarsi in quest’opera di Porpora è
il rovesciamento dell’uso dei passaggi descrittivi: usualmente erano
segnati dal recitativo, e solo occasionalmente l’accompagnato entrava in
gioco: qui la situazione è ribaltata: i recitativi sono relativamente
brevi, mentre abbondano quelli accompagnati ed obbligati. Questo non solo
per andare incontro ai gusti dei londinesi, che poco comprendevano la
lingua italiana, ma proprio per una esigenza drammatica. Porpora non esita
ad interrompere le arie con una frattura causata dall’incidere di un
recitativo ed anzi le arie spesso non seguono la loro abituale veste, ma
si rivelano invece cavatine brevi, senza ricorrere al da capo.
Altra caratteristica dell’opera è la strumentazione che non è sicuramente
inferiore a quelle Handeliane, per aspetti coloristici, distribuiti con
grande varietà e con alcuni tratti concertanti: si pensi alle de arie di
Arianna e di Piritòo che hanno rispettivamente l’oboe e il fagotto
obbligati. Le arie in genere presentano una scrittura orchestrale, di
norma a 4 parti, e talvolta a tre per il riunirsi dei violini: hanno
compiutezze armoniche, per il suono delle viole, con predilezione per
ricchezza di figure violinistiche, che fanno ricordare le “Sinfonie da
camera a tre” e delle “Sonate per violino e basso” di Porpora. Giri
armonici complessi e audaci, dovuti ad una alterazione melodica, al moto
interno delle parti interne: sono altri tratti comuni in quest’opera.
A cura di
Arsace |
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