|
Personalità di spicco
a cavallo fra il XVII° e XVIII°
secolo, non soltanto lo si deve annoverare fra i
compositori più quotati, ma si
distinse anche come cantante e diplomatico.
A lui si riferiscono tutti i documenti che riportano la
seguente dicitura: Stefani, Steffano, Staffani; e dopo la consacrazione,
anche con il nome di Gregorio Piva, che era il suo copista.
Proveniente da una famiglia povera, all'età di nove anni, iniziò come cantore a San Marco nella città lagunare già prima del 1667,
anno in cui si trasferì a Monaco dal principe elettore Ferdinando Maria che
lo fece studiare con J. K. Kerll, fra il 1669 e il 1671.
Nel 1672 seguitò nel perfezionamento degli studi a Roma con E. Bernabei.
Quando quest'ultimo divenne nominato maestro di cappella a Monaco nel 1674,
Steffani lo seguì continuando lo studio con lui.
Steffani nel 1675 conseguì la carica di organista di corte e, nell’arco di
tempo fra il 1678 e il 1679, ebbe modo di frequentare le Corti di Parigi e
Torino. Tornato a Monaco nel 1680, venne fatto abate di Lepsing, in Baviera
nel 1682 e da questo momento le sue composizioni portano la firma di “Gregorio
Piva”, il suo copista. Nel frattempo portò a termine nel 1681 la sua
prima opera teatrale commissionata dall'elettore Massimiliano Emanuele, che
lo designò direttore della musica da camera, e successivamente maestro di
cappella ed infine diplomatico di corte.
Nel 1688 lasciò Monaco per recarsi alla corte di Hannover, ove nel 1689
venne inaugurato il nuovo teatro con un'opera da lui espressamente composta.
L'elettore Ernesto Augusto, mecenate ed amante delle arti, gli affidò ampi
poteri in campo musicale e Steffani non deluse le aspettative dell’elettore
riuscendo a portare al massimo splendore la vita musicale della città,
dedicandosi soprattutto alla composizione di opere in uno stile che rivela
l'influenza di Legrenzi e di altri compositori veneziani.
La mansione invece di diplomatico venne svolta da Steffani in diverse
occasioni:
dal 1696 fu inviato straordinario di Ernesto Augusto presso le varie corti
in Germania;
fu ambasciatore alla corte di Bruxelles nel 1698;
consigliere dell'elettore palatino Giovanni Guglielmo a Dusseldorf nel 1703
Grand Aumonier, entrando fra le altre cose al servizio di Giovanni Guglielmo
del Palatinato;
rettore dell'Università di Heidelberg; intermediario a Roma nella lite tra
l'imperatore e il papa nel 1708.
Il Papa Clemente XI lo nominò, nel 1706, Vescovo di Spiga, consacrandolo a
Bamberg nel 1707.
Risiedette nuovamente a Hannover dal 1709 al 1721.
Nel 1708 lo si trova ospite nella casa del cardinale Ottoboni a Roma, dove
conobbe Handel, che sarà influenzato dei suoi rinomati duetti da camera, e col quale ritornò ad Hannover: nel 1710 lasciò la carica di Kapellmeister ad Handel.
Nel 1722/1725 viaggiò fra la Germania e l’Italia, toccando città come Roma e
Padova, rientrando poi ad Hannover nel 1725.
I suoi lavori vennero apprezzati anche in Inghilterra e nel 1727 l'Academy
of Vocal Music, futura Academy of Ancient Music, di Londra
lo nominò
presidente onorario.
In questi frangenti tuttavia le sue condizioni
finanziarie si erano fatte precarie così da dover chiedere un aiuto
economico al principe elettore di Magonza.
Nel 1728 intraprese un viaggio attraverso l’Italia, per poi giungere a
Francoforte dove, colpito da un attacco di cuore, esalò l’ultimo respiro.
L'attività operistica di Steffani ha avuto tre centri: Monaco, Hannover ed
Dusseldorf, anche se in modo più limitato; ma da Hannover, ove fu l'arbitro
della vita musicale, le sue opere erano riprese in altre città, Braunschweig,
Stoccarda, Augusta e soprattutto Amburgo, dove furono rappresentate quasi
tutte in traduzione tedesca.
Come ha ribadito Einstein, la globalità operistica di Steffani ha
influenzato più d'ogni altra nello sviluppo dell'opera tedesca; ad Amburgo
fu preso a modello, e maestri come Kusser e Keiser furono emuli del maestro
italiano.
Canale dell’espressione di Steffani è quello proprio dell'opera veneziana
(fra cui spicca Legrenzi come fonte più vicina), aggiornata però dalle
esperienze europee che poté fare e arricchita soprattutto dalla sua fantasia
musicale, tipica della sua grande personalità creatrice; la maggiore, come
sostiene il musicologo Croll, di tutti gli italiani fra Carissimi e
A.
Scarlatti; tuttavia non è Steffani colui che introdusse nell'opera il duetto
elaborato contrappuntisticamente, come riteneva Chrysander sotto
l'entusiasmo per i duetti da camera. Infatti elementi simili esistono in
opere di compositori precedenti come Legrenzi per esempio.
Sicuro nella forma già nel suo primo lavoro, MARCO AURELIO, Steffani
presenta musicalmente i caratteri fastosi e solenni della tradizione Barocca
più matura. La conoscenza dell'Ouverture alla francese e della suite si
evidenziano già dalla sinfonia d'apertura in 3 movimenti tripartita Largo,
Allegro fugato, Minuetto; Steffani ricorre ad incisivi ritornelli
strumentali da eseguirsi “avanti l'aria” e spesso riproposti dopo; il
tessuto delle arie non si accontenta delle sole 2 linee di canto e basso
continuo, ma presenta un interesse strumentale autonomo, come mostra per
esempio l'aria “Tu mi schernisci” (presente nell'antologia edita da Riemann)
con 2 violini soli che si intrecciano; altro aspetto di espressività
dolorosa, che sarà peculiare in Steffani, è l'aria di Lucio Vero “Sin a
quando ho da penar”, su un basso ostinato, incasellato di incisivi
cromatismi.
L’aspetto concertistico dell'aria, con una elaborazione strumentale autonoma
e ancorata con intrecci alla voce, si può ben notare in alcune arie del
SERVIO TULLIO, “drama per musica” di grandiose dimensioni, che fu
rappresentato con scene e macchine di Gasparo Mauro e airs dei balletti di
Melchior Dardespin, composto nel 1686 in occasione delle nozze di
Massimiliano Emanuele con Maria Antonia, arciduchessa d'Austria.
In una delle opere successive composte per Monaco, ALARICO IL BALTHA, è
presente l’iniziativa di unire l'azione oltre la suddivisione a pezzi chiusi
o numeri; non si danno, nella schiera dei personaggi, caratteri rilevati, i
singoli essendo piuttosto funzioni di situazioni stereotipe.
Lo spettro della scala delle espressioni o affetti affrontati ed espressi in
musica è molto vario nella lunga successione di arie; ma è l’aspetto aulico
dove eccelle Steffani, che ricorre ad una espressività di largo respiro, ad
una ampia raffigurazione del dolore dipinto con un cromatismo che si adatta
alla intensità espressiva, che lo avvicinano allo stile più bachiano che
delle convenzioni del Teatro Barocco: fioriscono grandi arie concertanti in
forma di ciaccona perfezionando quella identificazione tra il genere del
“lamento” e il pezzo su basso ostinato, che già Monteverdi aveva prefigurato
nel Lamento della Ninfa.
Quando Steffani giunge a Hannover, Ernesto Augusto giunto al potere nel
1679, aveva trasformato di già questo ducato in uno dei principali centri
intellettuali della Germania, nodo di rapporti internazionali, facenti capo
a Leibniz. Poeta di corte era Ortensio Mauro, che fornirà i libretti a
Steffani (l'ALESSANDRO sarà ancora usato da Haendel nell'elaborazione di P.
A. Rolli).
L'opera a Hannover fu però poca cosa sinché Ernesto Augusto non ebbe la
percezione che fastosi spettacoli operistici sarebbero stati ottimo
strumento per ottenere al Braunschweig-Hannover la dignità elettorale del
Sacro Romano Impero. Si costruì perciò un nuovo teatro, inaugurato il 30
Gennaio 1689 con l'opera HENRICO LEONE di Steffani: questa rappresentazione
spalancò le porte ad un periodo d'oro per l'opera di Hannover, durato 7
anni.
Non si è certi della paternità di Steffani per alcune opere rappresentate ad
Hannover, questo anche in relazione al fatto che dal 1689 i libretti delle
sue opere non menzionano più Steffani come compositore. Delle 9 opere
comunemente attribuite nessuna incertezza sussiste circa le 6 di cui si è
conservata la partitura autografa (a Londra); le perplessità riguardano LA
LOTTA D’HERCOLE CON ACHELOO, che è probabilmente opera di Steffani, solo per
esser menzionata come tale da Mattheson quando fu data in tedesco ad Amburgo
col titolo di ALCIDES nel 1696; BACCHANALI, inscenati nel vecchio teatrino,
sono un breve pezzo d'occasione per nozze o nascita: non ci sono, secondo
Keppler, elementi che provino che Steffani sia l'autore della musica nella
versione originale; e BRISEIDE che si ritiene molto probabile la paternità
di Pietro Torri.
Alcune opere per Hannover (fra cui LA LOTTA D'HERCOLE CON ACHELOO e LA
SUPERBIA D’ALESSANDRO) presentano un alleggerimento della scrittura, armonie
chiare, una condotta melodica snella e piacevole, ritmi regolarmente
scanditi.
Più complessa è l'HENRICO LEONE sia musicalmente (soprattutto l'Ouverture)
sia scenicamente, con uso di macchine; un ritorno a forme grandiose è invece
presente ne LE RIVALI CONCORDI OVVERO ATALANTA del 1692, dove si è ricorsi
all’utilizzo di macchine che arrivano a simulare un terremoto, nella quale
opera Steffani ritrova un linguaggio aulico, di espressività regale.
Nel 1698 dopo la morte di Ernesto Augusto, Steffani si allontanò dalla corte
di Hannover e, cercando un nuovo centro cattolico in cui soffermarsi, nel
1703 entrò al servizio di Giovanni Guglielmo del Palatinato, che, sposato ad
una Medici, si rivelò sensibile amante delle arti e delle feste.
Fin dalla prima opera per Dusseldorf, ARMINIO iniziò una collaborazione tra
Steffani e B. Pallavicino, poeta figlio del musicista Carlo, il cui maggior
risultato fu il TASSILONE del 1709. L'opera è molto significativa per far
evidenziare il ruolo dell'opera italiana in Germania, mezzo d’esaltazione
della corte in cui nasce. Nella vicenda del TASSILONE non solo si ritrova la
materia alto-tedesca, di moda all’epoca, e rispecchia nell’atmosfera
favolesca le vicende politiche del tempo: infatti nel ruolo di Carlo Magno
si può intravedere l'imperatore Leopoldo I; Tassilone II, duca di Baviera è
invece Massimiliano Emanuele di Baviera e Gheroldo è Giovanni Guglielmo del
Palatinato. Anche il tradimento di Tassilone rispecchia nelle vicende
attuali del tempo l'alleanza di Massimiliano Emanuele con Luigi XIV contro
l'imperatore negli eventi della guerra di successione spagnola, mentre
Gheroldo, paladino di Carlo Magno, esalta Giovanni Guglielmo nel momento del
maggior successo politico e militare: chiaro che Gheroldo è quindi il vero
eroe dell'opera e ogni occasione è strumentalizzata per lodare la sua virtù,
anche attraverso lo strumento dell’aria solistica dentro l’opera. Il Tema
politico delle lotte per il potere è contemperato da vicende di amori e di
gelosie elementi tipici dell'opera veneziana. Qui enorme è l'impegno
compositivo di Steffani per questo grande lavoro: nella serie di arie
confluisce tutta l’arte musicale nota di Steffani, con predominanza
massiccia di arie con strumenti concertanti: grande autonomia e ricchezza di
parti strumentali importanti quanto la voce, virtuosismo vocale, coloriture;
esse però danno spazio anche alle arie espressive di ampio respiro con
strumenti obbligati, che, in queste ultime opere, riducono le vaste
dimensioni e ricercano una esattezza armonico-tematica.
Composizioni
Opere Teatrali
Marco Aurelio
(libretto V. Terzago; Monaco, 1681);
Serenata, composizione
nuziale (ivi, 1682);
Solone (V.
Terzago; ivi, 1685);
Audacia e rispetto,
«torneo» (Id.; ivi, 1685);
Servio Tullio (Id.;
ivi, 1686);
Alarico il Baltha
(L. Orlandi; ivi, 1687);
Niobe, regina di Tebe
(Id.; ivi, 1688);
Henrico Leone
(O. Mauro; Hannover, inaugurazione del Teatro, 1689);
La
lotta d'Ercole con Acheloo,
«divertimento» (Id.; ivi, 1689);
La
superbia d'Alessandro
(Id.; ivi, 1690);
Orlando generoso
(Id.; ivi, 1691);
Le
rivali concordi ovvero Atalanta
(Id.; ivi, 1692);
La
libertà contenta ovvero Alcibiade
(Id.; ivi, 1693);
Accademia per musica,
composizione nuziale (F. Palmieri; ivi, 1695);
Bacchanali,
«divertimento» (O. Mauro; ivi, 1695);
I
trionfi del fato
(Id.; ivi, 1695);
Arminio (S. B.
Pallavicino; Dusseldorf, 1707);
Tassilone (Id.;
ivi, 1709);
Amor vien dal destino ovvero Il turno
(O. Mauro; ivi, 1709).
Opere dubbie:
Briseide (F.
Palmieri; Hannover, 1696);
La
costanza delle selve,
la favola pastorale (1697);
Proserpina rapita
(1707).
Musica vocale da
camera
Circa 100 duetti a 2 voci e
continuo;
6 Scherzi a 2 voci con
istromenti;
7 Scherzi a 1 voce con
istromenti;
2 madrigali (1 a 4 e 1 a 5
voci);
Trastulli per Soprano o Basso
con 1 o 2 strumenti e basso;
Occhi miei lo miraste,
cantata per soprano e continuo.
Musica
sacra
Stabat mater a
6 voci, 6 strumenti e continuo;
Laudate pueri
per 2 cori (1 a 4 e 1 a 5voci, 1673);
Laudate Dominum
per 8 soprani e continuo (1673);
Sperate in Deo
per coro a 5 voci e continuo (1674);
2
mottetti (1 a 2 cori a 4 voci e continuo.; 1 a SSB, 2 violini e continuo,
1676).
Inoltre:
Psalmodia vespertina volans 8 plenis v. concinenda
op. 1 (13 vespri e 1 Magnificat,
Roma, 1674);
Sacer Janus quadrifons
12 mottetti a 3 voci, Monaco, 1685;
6 Sonate da camera a tre
(Amsterdam, 1710).
Perdute sono 12 sonate a 4
per archi.
Scritti
Quanta certezza abbia da suoi principi la musica
(Amsterdam, 1695).
Discografia
|
Orlando
Generoso
Kaï Wessel, countrotenore; Roberta Invernizzi, soprano; Susanne Ryden;
Jorg Waschinski, countrotenore; Franz Vitzthum, countrotenore; Wolf
Matthias Friedrich, basso
Musica Alta Ripa
dir. Bernward Lohr
MDG MDG3091566
(3 CD, 2009) |
|
Alarico
- Il Baltha, cioè l'Audace , Re de Gothi (1687)
Alarico: Stefania Maiardi, mezzo soprano
Sabina: Maria Carla Curìa, soprano
Honorio: Lee-Ji Young, mezzo soprano
Pisone: Luca Casagrande, baritono
Semiamira: Loretta Liberato, contralto
Placidia: Won Mi-Jung Capilupi, soprano
Stilicone: Guerino Pelaccia, tenore
Lidoro: Marco Democratico, basso
Scarlatti Camera Ensemble
Concerto
CD20393
(3 CD, 2004) |
|
Duetti da
camera
Rossana
Bertini, soprano; Claudio Cavina, controtenore
Galassi, Costoyas, Quintana,
dir. Cremonesi
Glossa
(1 CD medio prezzo) |
|
Suites
Theatrales
Henrico
Leone; I Trifoni del Fato; Niobe Regina di Tebe; Amor vien dal Destino
Sonatori de la Gioiosa Marca
Divox
(1 CD, 2000) |
A cura di Arsace
|
|