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Recensione
CLORI,
TIRSI E FILENO, HWV 96, nota anche con il nome COR FEDELE, dall'usanza di
chiamare la cantata con le prime parole che si cantano, è una delle più
lunghe e belle cantate di Handel: la sua composizione
risale al periodo italiano.
Scritta per Roma fra il settembre e l'ottobre del 1707 (pare esiste una
copia di un copista datata 14 novembre 1707) fu rappresentata
verosimilmente in questo periodo, anche se nessun indizio ha portato
oggi ad affermare con sicurezza la sua rappresentazione.
Ricordando che era a servizio come compositore dal maggio 1707 del
Marchese Francesco Maria Ruspoli, Handel si divideva fra il Palazzo
Bonelli a Roma e la residenza di Ruspoli a Vignanello, a circa una
distanza di 80 chilometri a nord della capitale.
CLORI, TIRSI E FILENO è l'ultima composizione che Handel fece per il
Marchese Ruspoli nel 1707 - poco dopo Handel infatti si sarebbe
occupato dell'oratorio LA RESURREZIONE - e si ipotizza che magari sia
stata eseguita come una specie di commiato di Handel: si ricorda che
Handel avrebbe lasciato Roma per Firenze allo scopo di dirigere
RODRIGO, VINCER SE STESSO E' LA MAGGIOR VITTORIA, sua prima opera italiana
(si ricorda inoltre che la sua primissima, ALMIRA del 1705, era un ibrido
fra italiano e tedesco).
CLORI, TIRSI E FILENO rappresenta il primo passo verso l'opera teatrale
italiana ed attesta le capacità acquisite del giovane Handel in terra
Italiana: può vedersi come una piccola opera in miniatura, esattamente
come ACI, GALATEA E POLIFEMO, oppure come APOLLO E DAFNE.
La cantata narra la storia della pastorella Clori, che si compiace delle
attenzione di 2 pastori suoi spasimanti, appunto Tirsi e Fileno, e che non
si decide fra i 2, evitando di fare una scelta.
Quando i due uomini scoprono però il suo gioco, decidono di
riappacificarsi e ridivenire amici e accontentarsi della situazione
finendo per fare delle considerazioni generali riguardo le donne.
Si è pensato, per le loro considerazioni, che per i due personaggi vi
fossero delle allusioni a personaggi coevi a Handel, ma non è dato capire
di chi si potesse trattare.
Il contenuto del libretto da un punto di vista mitologico è povero, ma la
musica è di altissimo livello: spariscono quei difetti che erano propri
del giovanissimo Handel di poca destrezza melodica, ed alcune discordanze,
che si possono ritrovare all'interno della cantata, possono esser volute
per caratterizzare in certe situazioni i personaggi; comunque sia,
numerose arie come per esempio quella di Fileno "Come la rondinella" e
quella di Clori "Amo Tirsi" testimoniano una grazia melodica di recente
acquisita.
Ai numerosi effetti orchestrali peculiari, bisogna sottolineare la
ricchezza della combinazione delle viole e dei flauti a becco nell'aria di
Fileno "Son come quel nocchiero", lo stupefacente assolo dell'arciliuto
nell'aria "Come la rondinella" e il brillante obbligato del violino -
quasi un concerto - nell'aria di Clori "Barbaro! tu non credi".
Handel non rimise mai più mani nella cantata per rappresentarla nuovamente
nel corso degli anni, ma il dna di questa cantata, che
appare in qualche opera, dimostra che Handel non l'aveva mai dimenticata:
si ricordino, a titolo d'esempio, i 2 duetti di questa cantata, ripresi in
RINALDO nel 1711. Nel 1732, nella ulteriore versione di ESTHER, Handel
incluse "Un sospiretto" e "Come la rondinella" nella versione
anglo-italiana di Acis and Galatea, e due anni più tardi riprende
l'Ouverture di CLORI, TIRSI E FILENO nel suo "pasticcio" ORESTE (anche se
il pezzo era già famoso per la versione per cembalo che costituisce il
movimento centrale della suite in do minore del PRIMO LIBRO DI SUITE PER
CLAVICEMBALO pubblicato nel 1720).
Oggi esiste solo un esemplare del manoscritto completo, conservato
presso la collezione Santini a Munster, cosa che era ignota sino alla
scoperta nel 1960 da parte di Rudolf Ewerhart.
Una cosa fondamentale da rimarcare è che, prima di questa scoperta,
si conosceva della cantata ciò che è contenuto in un frammento della
partitura autografa di Handel, conservata presso alla British Library,
pubblicata da Chrysander nel 1889: paragonando i 2 spartiti, si sono
potute individuare delle differenze, in particolare, quelle veramente
sostanziose, verso la fine.
Il finale iniziale era altamente misogino, basandosi sullo scorretto
comportamento di Clori: Clori infatti non cantava più dopo l'aria sua "Amo
Tirsi" e la cantata si terminava con un cinico duetto fra Tirsi e Fileno
"Senza Occhi".
E' chiaro che Handel non trovò soddisfacente questa scelta tornando
sopra la partitura, ed allora agì con una revisione più consona con la
storia, non facendo ingiustizia al personaggio/interprete di Clori,
togliendo il virile duetto ed inserendo dei suoi interventi nei recitativi
e nel il Terzetto finale "Vivere e non amar".
L'organico prevede come tipologie di strumenti, il violino, viola,
violoncello, contrabbasso, flauto a becco, oboe, fagotto, cembalo: il
continuo è rafforzato dalla presenza oltre che dal cembalo e violoncello,
dell'arciliuto (che assume connotazioni obbligate nell'aria "Come la
Rondinella").
Brani componenti la cantata:
Ouverture
Aria Tirsi: Cor fedele
Recitativo: Povero Tirsi
Aria Tirsi: Quell'erbetta
Recitativo: Se il guardo
Aria Clori: Va col canto
Recitativo: Dubbia così
Aria Fileno: Sai perchè
Recitativo: Vezzoso pastorello
Aria Clori: Conosco che mi piaci
Recitativo: Dunque sperando
Aria Fileno: Son come quel nocchiero
Recitativo: Se altra pace
Duetto Clori e Fileno: Scherzano sul tuo volto
Duetto Clori e Tirsi: Fermati!
Recitativo: Creder d'un angue
Aria Tirsi: Tra le fere
Recitativo: Tirsi, mio caro Tirsi
Aria Clori: Barbaro!
Recitativo: Pur cederti
Aria Clori: Amo Tirsi
Recitativo: Va, Fidati
Aria Fileno: Povera Fedeltà
Recitativo: Non ti stupir
Aria Tirsi: Un sospiretto
Recitativo: Tirsi, amico e compagno
Aria Fileno: Come la rondinella
Recitativo: Così Felici
Trio Clori, Tirsi e Fileno: Vivere e non amar
Del finale della cantata è possibile ascoltare anche la versione
precedente, ossia il duetto iniziale per la chiusura, "Senza occhi e senza
accenti", reperibile nel seguente cd:
THE ROMANTIC HANDEL
Casa editrice :Helicrom Classic
durata: 58.29
conductor: Rudolph Palmer
n° catalogazione: HE 1007
Faye Robinson, soprano
John Ostendorf, basso - baritono
Nel duetto in questione, della durata di 5.27, naturalmente la linea
vocale di Fileno è stata abbassata, poiché da alto è passata nella
presente incisione a basso, ma ciò che importa è che si può assaporare il
duetto iniziale, che per il problema sempre presente delle rivedute
Handeliane, poteva perdesi nell'oblio.
Tra le altre cose oltre ad avere un ritmo allegro, la parte del soprano
presenta dei tratti di nota alta sostenuta a lungo, mentre il basso
prosegue nelle sue frasi cantate, inoltre fanno capolino anche gli oboi,
che partono da soli, e poi c'è una immediata risposta e dialogo col resto
dell'orchestra.
A cura di
Arsace
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