Note:
3 rappresentazioni.
Alla presenza del Re Giorgio II e della Regina Carolina.
L'Oreste non è un'opera originale ma un pasticcio che Handel
rielaborò con brani interamente tratti da sue opere già rappresentate in
precedenza (Radmisto,
Floridante, Ottone, Tamerlano, Riccardo Primo, Siroe, Lotario, Partenope,
Sosarme, Arianna
in Creta e Terpsichore),
ma a differenza di altri lavori del genere, Oreste
non contiene musiche di altri compositori. Il testo, anonimo, largamente ispirato al libretto che Giovanni
Gualberto
Barlocci scrisse una decina di anni prima per l'Oreste di
Benedetto Micheli, rappresentato a Roma nel 1722,
è basata sul dramma di Euripide Ifigenia in Tauride (con dei
“ritocchi”) e
narra l'odissea di Oreste dopo il tragico matricidio.
Antefatto
Dopo un assedio durato dieci anni, avendo conquistato e
distrutto Troia, il
re di Micene
Agamennone torna in patria e
viene ucciso da Egisto, amante di sua moglie
Clitennestra, che deteneva il
trono in spregio al diritto di suo figlio, Oreste. Il quale, una volta
cresciuto, uccide Egisto e la madre, non soltanto per vendicare la morte
del padre, ma anche per riprendersi la corona.
In seguito Oreste, consumato dai
rimorsi per i suoi delitti (ne aveva commessi altri), impazzisce. Per
trovare rimedio alla sua sofferenza
si rivolge ad un Oracolo, che lo consiglia
di andare sull'isola di Tauri per compiere un sacrificio alla
dea Diana.
La Trama
L'azione comincia con Oreste che, all'arrivo in Tauride,
prega Diana che gli dia la pace promessa (aria: Pensieri voi mi
tormentate); ma la dea non risponde. Arrivano a torturarlo le Furie (O
tu del gran Tonante... Ma tu non m’odi ancora?).
Sull’isola vive Ifigenia, sorella di Oreste, che essendo
stata miracolosamente salvata dall'essere sacrificata in Aulide, è
diventata Grande Sacerdotessa del tempio di Diana. Fra i suoi compiti, v’è
quello di far rispettare le leggi imposte dal re Toante, il quale esige
che ogni straniero che arriva sull'isola venga sacrificato alla divinità.
Arriva Ifigenia, con una serenità inaspettata nel cuore (Bella calma).
I due giovani s’incontrano, senza riconoscersi, e stringono un intenso
legame di amicizia. Ifigenia, consapevole del pericolo che incombe sullo
straniero è pronta a salvarlo dal sacrificio previsto dalla legge e per
questo chiede aiuto a Filottete, capitano dell’esercito del re, innamorato
di lei. Oreste è grato per il suo aiuto e va a nascondersi nel tempio (Agitato
da fiere tempeste). Ifigenia confessa a Filottete
di temere che, un giorno, sarà costretta ad uccidere suo fratello Oreste,
semmai dovesse arrivare a Tauri. Fillottete le promette che la aiuterà a
salvarlo. Ifigenia giura che un giorno avrà il suo amore, e lo prega di
essere fedele (Dirti vorrei). Parte, e Filottete pensa
malinconicamente al suo destino (Udisti, Filotete... Orgogliosetto va
l’augelletto).
In cerca di Oreste, sbarcano sull’isola la sua promessa sposa, la
bellissima Ermione, e l'amico fraterno Pilade, ma entrambi vengono subito
catturati e mandati in prigione. Arriva Toante che ordina il sacrificio di
Pilade. Pilade accusa il re e si rammarica che non può salvare Ermione (Vado
intrepido alla morte). Toante avverte Ermione che il suo potere non ha
confini: prenderà tutto ciò che vuole, incluso lei (Pensa ch’io sono un
rege amante).
Oreste, che si era nascosto nel tempio, viene però catturato. Ifigenia
rimprovera Filottete perché, invece di salvare gli stranieri, li ha
arrestati (Se’l caro figlio). Pilade rimpiange la sua partenza
dall’amico Oreste (Partir si deve… Caro amico, a morte io vo).
Oreste impreca gli dei perché lo continuano a torturare (Ingiusti Numi…
Un’interotto affetto).
Filottete ha informato Ifigenia che lui aveva favorito la liberazione di
Oreste dalla prigione. Dichiara che la sua felicità è il suo unico
desiderio (Qualor tu paga sei). Ifigenia spiega ad Oreste che la
sua vita le è preziosa (Sento nell’alma). Oreste celebra il suo
ritorno alla libertà, ma decide che non può partire senza Pilade (Grazie
alli sommi Dei… Dopo l’orrore).
Mentre Oreste cercava Pilade incontra Ermione. Il re li sorprende assieme,
e sebbene se non sa chi sia Oreste, accusa Ermione di essergli infedele e
li fa arrestare entrambi. Toante promette di risparmiare Ermione se
accetterà di sposarlo, ma ella rifiuta l’offerta, e il re li condanna
entrambi alla morte. Toante crede che il suo atteggiamento tirannico sia
dovuto alla sua passione per lei (Tu di pietà mi spogli).
Filottete confida a Ifigenia che avrebbe osteggiato Toante. Le dà conforto
e mette la sua fiducia nelle mani degli dei (Mostratevi serene).
Ifigenia pensa al suo destino amaro e confessa l’amore per Filottete (Volesse
il ciel... Mi lagnerò, tacendo).
Oreste viene portato all’altare di sacrificio. Arriva Pilade e cerca di
salvare l'amico sostituendosi a lui. Oreste rifiuta il sacrificio di
Pilade e dichiara la sua vera identità. Di fronte ai "due" Oreste, Toante
fa venire Ermione per farsi indicare quello vero, ma lei risponde che
preferirebbe morire piuttosto che indicare chi sia il vero Oreste.
Toante condanna entrambi a morte. Ma fortunatamente intervengono Ifigenia
e Filottete con l’aiuto dell’esercito e Toante viene ucciso.
Pilade celebra la disfatta del re-dittatore (Del fasto di quell’alma).
Oreste dichiara la libertà del popolo e loda la riconciliazione con
Ermione (Popoli, il giogo infame... In mille dolci modi). Tutti
attendono il futuro con gioia e speranza (Bella sorge la speranza).
L'Oreste è stato rappresentato
per la prima volta in Italia, in forma scenica, il 3 luglio 2004, presso il
Teatro
Caio Melisso di
Spoleto (immagini tratte dallo spettacolo).