Prima
esecuzione: Londra, Covent Garden, 18 Febbario 1743
La Trama
ATTO
PRIMO
L'azione si svolge a
Gaza, luogo in cui i Filistei venerano il loro dio Dagon, con una sontuosa
festa in suo onore: per il cieco Samson è una possibilità per trovar
riposo , lasciando la sua attività di schiavo, anche se alla quiete
fisica non corrisponde quella mentale: egli infatti si tormenta per un
rimorso.
I suoi amici israeliani lo trovano mentre si lamenta, e uno fra di essi,
Micah, prova pietà per Samson per il quale ravvede l'esempio
dell'incertezza dell'esistenza umana: il tormento di Samson è nella
sofferenza della perdita della vista.
Il Padre di Samson, Manoa, lo sta cercando ed arriva sulla scena,
ricordando la fama e le gesta che un tempo lo avevano reso orgoglioso del
figlio: Samson invoca la morte, ma il coro degli israeliti lo conforta,
infondendogli speranza nel suo trionfo sul tempo e sulla morte.
ATTO SECONDO
Micah, assieme al coro,
implora Jehova di sollevarlo dalla così misera
condizione in cui è caduto Samson.
Poi appare Dalila, attorniata da un seguito fastoso e solenne, che rinnova
a Samson il suo amore, che però seccamente lo rifiuta: allora Dalila
cerca di riconquistarlo usando tutta la sua arte seduttoria, ma non c'è
verso: Samson è irremovibile.
Furiosa per il continuo rifiuto di Samson, proprio per colpirlo, Dalila si
mette ad esaltare il suo tradimento verso Samson come atto di
patriottismo.
A tale affronto, Samson non riesce a capacitrarsene poichè interviene un
guerriero borioso Filisteo, Harapha, che si avvicina per vantarsi della
propria superiorità in forza dinnanzi ad un nemico inerme, e condisce il
tutto con una derisione verso Jehova che permette ad uno dei suoi
guerrieri di cadere così in basso, lasciandolo in asso.
Micah, che assiste alla scena, propone allora uno scontro fra dei Dagon e
Jehova: è un richiamo per gli israeliti da un lato e filistei dall'altro.
L'atto si conclude con solenni invocazioni delle due divinità da parte
dei due opposti schieramenti.
ATTO TERZO
Harapha coercizza,
minacciandolo, Samson a dimostrare le sue abilità e forze in occasione
della festa in onore a Dagon: dapprima rifiuta, ma poi decide di accettare
la sfida, con il proposito di sconfiggere i filistei con l'intervento di
Jehova.
Samson ritrova la pace interiore, mentre le preghiere dei suoi compagni
l'accompagnano.
La scena cambia: si ascolta da lontano la musica per i festeggiamenti di
Dagon, ma alla boria, all'arroganza di questo popolo si aggiunge la
giustizia divina: grida di spavento e di dolore bloccano musica e
festeggiamenti: giunge un messaggero che proclama il crollo delle colonne
del tempio di Dagon: è Samson ad esser responsabile di tale distruzione,
ma egli è morto assieme a tutti i Filistei.
Tra le note di una lugubre marcia funebre, il cadavere di Samson viene
portato al sepolcro, ma segue una gran festa funebre in onore delle gesta
degne di un eroe quale era Samson.
Manoa tuttavia impone di sospendere i lamenti, poichè Samson è morto da
Samson, quindi compiendo atti degni della sua antica fama.
Un canto di lode di tutti gli israeliani a Jehova si leva a conclusione
dell'oratorio, con il famosissimo coro "Let the bright Seraphin",
iniziato con soprano solo e tromba, accompagnati dall'orchestra.