Handel : l'Onore della Statua Pubblica "Una testimonianza di Pubblica Ammirazione" (Romain Rolland, Premio Nobel) Nel 1738 fu eretta la statua raffigurante Handel in un parco pubblico, che come evidenzia il Lang, era sicuramente un omaggio insolito per un compositore vivente, e per di più un tributo degli inglesi ad uno straniero: la statua fu posta presso i Giardini di Vauxhall, luogo che era stato destinato da Jonathan Tyers, che aveva ottenuto la concessione, ai divertimenti alla moda dal 1732. Egli fece costruire un padiglione coperto per l’orchestra che guardava verso i giardini, affiancata ad una rotonda totalmente coperta anch’essa, che bene si adattava a fini concertistici. Tutte le sere, tranne la domenica, dalla fine di Aprile all'inizio di Agosto, vi si ascoltavano concerti d'orchestra, di canto e d'organo. Vauxhall Garden era il posto dove “costumi liberi ed aperta immoralità imperavano” secondo il Flower, ma il cibo era buono e vi era anche molta ottima musica, la maggior parte della quale finì per esser quella handeliana. Tutta questa depravazione descritta dal Flower non impedì che vi fosse una assidua frequentazione da parte della nobiltà e degli artisti: Hogart si occupò della decorazione e contribuì a disegnare il bellissimo biglietto argenteo di abbonamento, che venne dato in omaggio ad Handel. Jonathan Tyers, ammiratore di Handel, decise di commissionare la statua marmorea allo scultore Roubillac (1695 – 1762), in “considerazione del reale merito di questo inimitabile Maestro”. La statua fu posta in una grande nicchia, “costruita appositamente nel grande boschetto”. Osservando la statua, in marmo bianco, non si può rimanere stupiti dal fatto che Handel appaia non in una tenuta ufficiale, ma molto rilassato, con il suo berretto (in realtà molto in voga nella ritrattistica ufficiale inglese del XVIII secolo) e senza una delle sue mitiche parrucche, comodamente seduto, tenendo una cetra in mano, ed in pantofole. Chiaramente il messaggio che se ne può trarre è che lo scultore abbia voluto ritrarre Handel con una serie di metafore chiare: ossia quanto Handel si senta a proprio agio nel comporre, quindi un parallellismo fra l'essere a casa in pantofole: in casa appunto, cioè l'Inghilterra che lui aveva scelto come patria. Ma lo scultore gli pone fra le mani la cetra, che è simbolo del Dio della Musica, o se vogliamo, la mente può portare alla figura di Orfeo, personaggio a cui venne paragonato Handel già in età giovanile, appena mise i piedi nella Città Eterna. Una statua pubblica quindi, che riassume molte delle peculiarità della vita e della considerazione che ebbe giustamente in vita, e che nessun compositore Barocco o non Barocco ebbe mai (se non dopo esser stato sepolto). Handel compose, tra le altre cose, il famoso Hornpipe in re maggiore per il concerto tenutosi presso i Vauxhall Gardens nel 1740. Inoltre, pare che la Marcia Funebre dal Saul (1738), fu uno dei brani eseguiti regolarmente nei giardini; ciò avvenne annualmente, ad ogni anniversario della morte di Jonathan Tyers (avvenuta il 26 giugno 1767) ovvero il proprietario dei Vauxhall Gardens. Qui di seguito è possibile ascoltare della suddetta Hornpipe in re maggiore. E' anche possibile consultare online la partitura orchestrale pubblicata dal Chrysander nel 1894. G. F. Handel HORNPIPE in D major, HWV 356
Composed for the Concert at Vauxhall 1740 La Musica di Handel non poteva che raggiungere tutti e questa statua ne rappresenta una attestazione inconfutabile, assieme ai copiosi altri documenti dell'epoca. Il pensare che Handel scrivesse solo musica aristocratica, identificando superficialmente le sue composizioni agli stilemi e destinatari dell'Opera seria, è testimonianza di un gran livello di ignoranza e pregiudizio. Handel è un compositore pluriforme e cosmopolita, nel senso che gli stili musicali e le forme di espressione non si esauriscono certo in una sola modalità. Handel spaziò in ogni forma musicale, dalle cantate, ai song, dalle opere agli oratori, dalla strumentale agli Anthems, dai virtuosismi all'organo, ai concerti all'aperto...ecco perchè si può ben affermare che è un compositore a 360°, come Telemann e Vivaldi, per citare altri due rari nomi coevi che si possono avvicinare a questa completezza piena di espressione. Inoltre, fin da fanciullo ad Halle, Handel aveva ricevuto l'educazione di studio, da parte del maestro Zachow, globalizzata, ossia "gli aveva fatto studiare non uno stile, ma tutti gli stili dei vari popoli, esercitandolo non solo a comprendere lo spirito d'ogni grande compositore, ma ad assimilarlo, scrivendo alla maniera di lui" (Romain Rolland). I tre viaggi in Italia e i 50 anni in Inghilterra arricchirono l'educazione cosmopolita: in qualunque posto ove si trovava, memore degli insegnamenti di Zachow, non finiva mai di far suo il meglio delle espressioni delle opere d'arte altrui, traendovi l'ispirazione; anche se non fu in Francia, la conobbe per tutta la vita: volle impararne la lingua e lo stile musicale, ne sono prova i manoscritti delle canzoni francesi ed anche da alcune critiche gli mossero alcuni accusatori(mss. al Fitzwilliam Museum di Cambridge; copie della collezione Schoelcher, Biblioteca del Conservatorio di Parigi). QUI un elenco dei brani incisi di alcune arie francesi e spagnole Handel tendeva a raccogliere informazioni, incamerava le impressioni, costruendo un tesoro di ricordi musicali, comprando, ammassando opere straniere, ricopiandole, o piuttosto, dal momento che non aveva il tempo (vista l'indiscussa iperattività) e la pazienza metodica di Johann Sebastian Bach di industriarsi in questi esercizi di bella calligrafia musicale, che vedeva per lo più una ricopiatura di intere partiture di organisti francesi e di violinisti italiani, annotando queste impressioni in abbozzi frettolosi e spesso inesatti, fissando le idee che lo colpivano, nelle sue letture."Questa vasta antologia di pensieri europei, di cui rimangono pochi avanzi nel Fitzwilliam Museum, era il vasto serbatoio dove si nutriva il suo genio creatore" (Romain Rolland). "Profondamente tedesco per razza e carattere, in arte era diventato un WELTBURGER, cioè un cittadino del mondo.... Non attingeva solo alla fonte della musica dotta e raffinata, quella dei musicisti, ma beveva anche ai ruscelli di musica popolare, i più semplici e rustici, che lui amava tanto. Nei suoi manoscritti si trovano annotate grida delle vie di Londra, ed egli diceva ad un'amica di dover loro le ispirazioni di non pochi fra i suoi canti migliori (lettera a Lady Luxborough al poeta Shenston). Alcuni dei suoi oratori, come L'ALLEGRO E IL PENSEROSO, sono imperniati delle memorie delle sue passeggiate nella campagna inglese: "chi non ricorda i pifferari nel MESSIAH, il carillon fiammino del SAUL, i lieti canti popolari italiani dell'ERCOLE e nell'ALEXANDER BALUS?" Ad onor del vero, le propensioni verso i canti popolari comunque non sono solo una caratteristica del solo Handel: la doppia corrente della musica dotta ed enciclopedica, da un lato e popolare o pseudo-popolare era in voga a Londra, fra i coevi di Handel. Nella cerchia della ACADEMY OF ANCIENT MUSIC, imperava l'ossessione dell'eclettismo arcaico: spicca il compositore Thomas Roseingrave (1688 - 1766), che venne colpito dalla follia palestriniana: (musica dotta) tutti i mobili e muri della sua stanza da letto erano ricoperti da frammenti di musica tratta da composizioni di Palestrina. In senso contrario invece si avvertiva anche una reazione formata dalla propensione verso il gusto popolare in opposizione alla musica dotta: era il momento dei piccoli lieder alla Bononcini o alla Keiser. Handel tuttavia non cadde nell'eccesso nè da un verso nè da un altro. Handel non era un artista chiuso in se stesso: guardava, ascoltava, osservava: per lui la vista era fonte di ispirazione poco meno importante dell'udito. La musica di Handel, inoltre, è davvero molto legata all'aspetto visivo: si ricordi per esempio la sua passione per i quadri: Handel infatti in età matura, non usciva di casa se non per andare a teatro, o a vendite di quadri: era un intenditore, e si era creato una collezione, accresciuta con l'età e con il benestare economico della maturità, fra cui spiccava anche il nome di Rembrandt: quando sopraggiunse la cecità, si è notato come ci sia stato un inaridimento della fonte principale del suo rinnovarsi.
Ma non finisce qui: ricco di tutta la linfa della prassi musicale Europea, Handel attingeva anche dalla musica più complessa dalla natura, che ovunque è luce ed ombra, e praticamente arrivando a comporre come si parla, componeva come si respira: innumerevoli sono le opere dove con la musica ha portato in evidenza le fonti, i boschi, gli uccelli, i tramonti, i bagliori della luna.... Eppure c'era gente che gli si opponeva, tanto che a Londra ci si accordava nell'organizzare feste proprio nei giorni di esecuzione dei suoi oratori, per sottrargli uditori. Il Visconte di Bolingbroke, sir Henry Saint-John (1681 - 1751, a sinistra), uomo politico inglese, e Tobias George Smollett (1721 - 1771, a destra), scozzese scrittore della storia dell'Inghilterra nonchè di romanzi, poesie e ricordi di viaggi, riferiscono dell'accanimento di certe dame nel rovinare Handel, che era così tanto legato alla osteggiata ed odiata dinastia degli Hannover, tanto che si era creata l'usanza di andare all'Opera italiana quando Handel dirigeva in forma di concerto i suoi oratori. Handel a forza d'energia e di genio era riemerso dopo il suo fallimento del 1735: le sue pene, le inquietudini, il prodigioso dispendio di forze da lui fatto, per poco non gli alterarono il cervello: cade in uno stato di prostrazione e di squilibrio psichico analogo a quello del 1737, e durò 8 mesi da marzo 1745 ad ottobre 1745. Ebbe la forza però di rialzarsi ed alcuni eventi gli diedero ancor più popolarità di quanta mai ne avesse avuta. Il Pretendente al trono Carlo Edoardo Stuart (a sinistra) nel 1745 era sbarcato in Scozia: il paese era insorto, e un esercito di Highlanders marciava verso Londra, cosa che costernò tutti, e questo fece accendere un gran sentimento nazionale, a cui Handel aderì: i teatri reagirono introducendo prontamente elementi pattriottici nei loro spettacoli: il 14 novembre 1745, fece rappresentare al Drury Lane un INNO PER GLI ARROLATI VOLONTARI: si tratta di "A song made for the gentlemen volunteers of the City of London" intitolato "STAND ROUND, MY BRAVE BOYS" - HWV 228/18, eseguito dal tenore Thomas Lowe (si trova anche esso presente nel cd della SOMM, di cui sopra). Il 16 Aprile 1745, il figlio cadetto di Re Giorgio II, Il Duca di Cumberland, avendo preso il comando delle forze del governo, mise in disfatta l'armata giacobita, indebolita a Culloden. Il tributo che Handel poi diede al Duca di Cumberland (a lato), fu la composizione di una canzone, su un testo di John Lockmann, cantata sempre dal tenore Thomas Lowe nei giardini di Vauxhall nel 1746, intitolata "FROM SCOURGING REBELLION", nota come "A song on the Victory obtained over the rebel by His Hightness the Duke of Cumberland" - HVW 228/9 . Ancora due grandi Oratori, che possono considerasi Inni Nazionali, l'OCCASIONAL ORATORIO, con cui Handel chiamava gli inglesi a combattere, e il JUDAS MACCABEUS, con cui Handel scrisse in sostanza un Inno della Vittoria dopo la disfatta dei ribelli a Culloden, e per festeggiare il ritorno del feroce Duca di Cumberland, a cui il poema è dedicato.La Compagnia di Cumberland viene fra l'altro simboleggiata da una marcia in sol minore, generata agli inizi del 1740, che è possibile trovare incisa nel cd summenzionato della casa discografica SOMM. Questi due Oratori, specie il Judas Maccabeus, in cui il cuore di Handel battè all'unisono con quello dell'Inghilterra, gli giovarono alla fortuna, più di tutti gli altri lavori. Dopo 35 anni di lotte accanite, alla fine Handel aveva conquistato, e per sempre, la vittoria: fu la definitiva consacrazione di Handel quale Musicista nazionale Inglese. A cura di Arsace da Versailles |