CANTORE E MAESTRO DELLA CAPPELLA PONTIFICIA

ALLA FINE DEL XVII SECOLO

  La Famiglia de Giudici si stabilì a Ceccano, nella Diocesi di Ferentino, nel 1617, con l’Illustrissimo Signore Salvatore de Giudici, Capitano di Casa Colonna di Paliano, nativo della cittadina di San Lorenzo, l’attuale Amaseno. Il 24 gennaio 1617, nella Chiesa Arcipretale di San Giovanni Battista, Salvatore si unì in matrimonio con Donna Divitia Poti, figlia del Signor Fabio, di antica ed illustre famiglia ceccanese. Come registrato nell’atto a firma dell’Arciprete Fabrizio Pandolfi, lo sposo, per il “bacio”, attribuì a Donna Divitia Poti la considerevole somma di cinquanta scudi d’oro (1).

La dote della sposa venne stabilita con atto del notaio Ambrogio de Ambrosi, nel quale erano contenuti i capitoli matrimoniali e la “risposta” del Capitano Salvatore, il quale accettava di trasferirsi nella Casa di Fabio Poti, ricevendo come dote la somma di scudi romani mille, di cui centocinquanta in beni mobili e ottocentocinquanta in beni immobili (2).

Il Capitano Salvatore de Giudici godeva di grande prestigio e di una particolare considerazione da parte della Eccellentissima Casa dei Principi Colonna di Paliano, testimoniata da un corposo carteggio di lettere indirizzate da Salvatore a Filippo I e Girolamo Colonna, conservate nell’Archivio Colonna a Subiaco.

Dai registri comunali, risulta che il Capitano svolse una intensa attività pubblica in Ceccano, come Viceconte del Principe Filippo I Colonna nel 1615 e come membro autorevole del Consiglio della Comunità. Nei periodi di assenza del Viceconte Strada con portone antico casa de Giudici rappresentante dei Colonna, negli anni 1633-1634 e 1636, Salvatore presiedeva il Consiglio in qualità di “Luogotenente” del Viceconte ed in tale veste firmava il verbale delle sedute con la formula in latino "Salvator pro V. Comes" ed in un caso con il nome e cognome in italiano "Salvatore di Giudici" (3)Sempre i documenti di quegli anni testimoniano l’intervento del Capitano in alcune importanti decisioni, tra le quali si ricorda la costruzione del Convento dei Frati Minori Conventuali attiguo alla Chiesa di San Sebastiano. Il 6 gennaio 1623 la Comunità di Ceccano provvide alla nomina di un Camerlengo per la conservazione di tutte le entrate della Chiesa di San Sebastiano e delle offerte necessarie per la costruzione del Convento (4). Il 30 giugno 1638, dinnanzi al Notaio Ambrogio Ambrosi, la Comunità di Ceccano ed i Frati Minori Francescani stipularono una Convenzione per la Chiesa ed il Convento di San Sebastiano. Nell’atto, egli compariva come primo rappresentante della Comunità: "Ill.mus D. Capitaneus Salvator de Judicibus" (5). 

 Per quanto riguarda gli affari familiari, Salvatore, dopo il suo matrimonio, procede a vari acquisti di case e terreni, di cui abbiamo memoria in numerosi atti notarili di quegli anni, conservati nell’Archivio Notarile di Ceccano, presso l’Archivio di Stato di Frosinone.

 Il palazzo della Famiglia de Giudici, ancora visibile nella Piazza Vecchia di Ceccano, con le sue caratteristiche proporzioni seicentesche, è il frutto degli interventi di ampliamento operati a più riprese dal Capitano Salvatore sulla casa appartenuta alla Famiglia Poti. Il Grande Portale Il grande portale del Palazzo in pietra bianca con cornice, si affaccia sulla Piazza che un tempo era la principale della cittadina, a pochi metri dall’antico ingresso della Chiesa Arcipretale di San Giovanni Battista. Nella seconda metà del XIX secolo, con i lavori di ampliamento della Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista, una parte notevole della Piazza pubblica venne occupata dal grande presbiterio della Chiesa, la cui entrata principale venne capovolta verso l’attuale Piazza del Municipio. Al piano terra della facciata del Palazzo è inglobato un arco che immette in una stradina, la “Stretta Criscio”, che prosegue sotto il primo piano dell’abitazione ed al cui interno vi sono alcune porte di ingresso a Casa Giudici ed alle cantine. 

Dal matrimonio del Capitano Salvatore con Donna Divitia nacquero cinque figli, tra cui il primogenito Federico e l’ultimo Gregorio.

       Federico fu notaio pubblico, agente dei Colonna di Paliano, Cancelliere della Comunità di Ceccano, Consigliere civico e Luogotenente in più occasioni, fra il 1689 e il 1690 del Viceconte Carlo Antonio de Carolis (6). I volumi dei suoi Protocolli notarili hanno inizio nel 1653 e terminano nell’anno 1696 (7).

       Fin dalla sua prima giovinezza, il padre Capitano Salvatore si impegnò ad ottenergli privilegi e distinzioni da parte dei Colonna di Paliano, come conferma una lettera della Principessa Anna Barberini-Colonna del 2 agosto 1636, nella quale la nobildonna segnalava al Capitano che l’assenza da Roma del Gran Connestabile Colonna gli aveva impedito di proporre al Principe l’assegnazione al giovane Federico dei “Benefici che erano per vacare in Patrica” (8).

       Nel corso dei decenni, il figlio del notaio Federico e di Donna Flamina, Salvatore junior, coadiuvò il padre nella gestione del patrimonio di Famiglia, che nel catasto del 1667 era stimato in ben 37 appezzamenti, con una proprietà di circa 100 tomoli di terreni, una delle maggiori della cittadina (9).

Salvatore junior sposò a quarantotto anni la Signora Giovanna Paterni ed ebbe due figli Fabio e Federico, quest’ultimo nato pochi mesi dopo la morte del padre.

Fabio fu per molti anni membro del Consiglio della Comunità di Ceccano, sostituito nell’ufficio dal nipote Costantino (figlio di Federico e della sua sposa Angela Maria Lauretti, figlia del notaio Domenico Lauretti).

Costantino, Sindaco della Comunità nel 1771 e Consigliere per molti lustri, fino al 1805 (quando venne sostituito da uno dei figli, il notaio Salvatore), si segnalò per notevoli capacità amministrative, rafforzò il patrimonio di Famiglia con numerosi acquisti di terreni e di case, assumendo anche importanti incombenze. Il 24 ottobre 1765, egli stipulò un contratto con il Capitano Francesco Liburdi, delegato dell’Erario di Casa Colonna Felice Con salvi, divenendo “Affittuario dei terreni di Ceccano, della Fida dei Principi Colonna di Paliano” (10).

Il fratello di Costantino, Domenico fu uno stimato chirurgo e morì nel settembre del 1772, senza aver fatto testamento, circostanza che rese necessaria la redazione dell’inventario dei suoi beni, giunto fino a noi. Il figlio di Domenico, Lorenzo sposò la Signora Elisabetta Gizzi, figlia di Antonio.

Tra i figli di Costantino si distinsero Salvatore, notaio pubblico in Ceccano, Saverio e Vincenzo.

Da Vincenzo e la sua sposa Giovanna Lauretti, il 16 marzo 1817, nacque Angelo, giovane di grandi speranze, che morì a soli trent’anni, lasciando grande rimpianto per le sue qualità personali ed umane.

Angelo curò i beni di Famiglia e sposò la Signora Maddalena De Nardis, da cui ebbe tre figlie, Nazzarena, Lucia e Colomba. Nel gennaio 1842 presentò l’offerta per l’ufficio di Esattore Comunale di Ceccano, chiedendo come emolumento il 4% e proponendo come “Sicurtà solidale” il Signor Giuseppe Bonanome (11).

Motto della Famiglia de Giudici Motto della Famiglia de Giudici

Pochi mesi prima della morte, Angelo, per gli atti del Notaio Giovanni Battista Gizzi, rogò il suo testamento, nel quale innanzitutto invocava la Misericordia Divina per l’Anima "come più nobile del corpo" e disponeva come ultima dimora il sepolcro della Confraternita della Buona Morte nella Chiesa Arcipretale di San Giovanni Battista, sua parrocchia, prescrivendo la celebrazione dei funerali con "Messa Parata, coll’Officio doppio di Requiem" (12).

In qualità di “tutore” delle sue tre figlie femmine, deputava il Signor Giuseppe Meschini, padrino di battesimo di Nazzarena e uomo d’affari molto noto in Ceccano, "confidando molto nella sua attività e bontà per esse" (13).

 Nel Catasto Gregoriano, fra i beni di Lucia, Nazzarena e Colomba, provenienti dall’eredità del padre Angelo Giudici, figurano dei terreni in Contrada Cardegna di oltre 4 ettari, in Contrada Sant’Angelo e Contrada Maiura (14). Una grande casa posta in Contrada Le Querciole, appartenuta ad Angelo e proveniente dal patrimonio del nonno Costantino, venne venduta dalle figlie Lucia, Colomba e Nazzarena nel 1865, per 122 scudi e 95 bajocchi al Signor Domenico Peruzzi (15).

La Signora Lucia Giudici nel novembre 1859 sposò il Signor Leone Gizzi ed i giovani sposi si stabilirono in Casa Giudici nella Piazza Vecchia, nella quale nacquero tutti i figli, fra cui l’ultimo, il nonno dell’autore di questa memoria biografica, Cesare Benedetto, nel 1884. Proprio in quell’anno, la Famiglia si trasferì nella nuova casa costruita da Leone Gizzi nei pressi dell’abside della Chiesa di San Nicola. L’antica abitazione della Famiglia Giudici venne venduta al Dottore Pirro Pirri, il quale nel luogo dell’antica Loggia della Comunità installò la Farmacia Comunale.

La firma della famiglia De Giudici

 Lo stemma gentilizio della Famiglia de Giudici raffigura una bilancia a due piatti, con il Motto “Aequa Ministrat”, simbolo araldico della giustizia e dell’equità, ispirato direttamente al cognome.

1) Archivio della Collegiata di San Giovanni Battista in Ceccano, Liber Matrimoniorum, carte 82.

 

2) Archivio di Stato di Frosinone, Archivio Notarile di Ceccano, Atti del Notaio Ambrogio Ambrosi, Fald. 49, Prot. 134, f. 82, r et v.

 

3) Archivio Comunale di Ceccano, Libri dei Consigli,  Pre.2/7, f. 184r, 189v, 261v e 262r; Pre.2/5, f. 133v.

 

4) CARLO CRISTOFANILLI, Storia della Chiesa di San Sebastiano di Ceccano, Amministrazione Comunale di Ceccano, Assessorato alla Cultura, 1995, pagg. 67-68.

 

5) Ibidem, pagg. 69-70.

 

6) Archivio Comunale di Ceccano, Libro dei Consigli, Pre.2/11;

 

7) Archivio di Stato di Frosinone, Archivio Notarile di Ceccano, Atti del Notaio Federico de Judicibus, anni 1653-1696.

 

8) Ibidem, Fald. 81, Prot. 203, Lettera del 2 agosto 1636, terza di copertina.

 

9) Archivio Comunale di Ceccano, Libro del Catasto Anno 1667, f. 116 r et v.

 

10) Ibidem, Libri dei Consigli, Pre. 2/16-20; Archivio di Stato di Frosinone, Archivio Notarile di Ceccano, Atti del Notaio Loreto d’Ambrosi, Fald. 190, Prot. 414, cc 354-355 rr et vv e 370-371 rr et vv.

 

11) Archivio Comunale di Ceccano, Pre.10/1;

 

12) Archivio di Stato di Frosinone, Archivio Notarile di Ceccano, Atti del Notaio Giovanni Battista Gizzi, Fald. 309, f. 43 r et v.

 

13) Ibidem, f. 43 v.

 

14) Ibidem, Catasto Gregoriano, Ceccano, Registro Matrici, Vol. II, 585, n. 747.

 

15) Ibidem, Archivio Notarile di Ceccano, Atti del Notaio Luigi Bucciarelli, Fald. 326, Prot. 716, ff. 96-98 rr et vv. La divisione dei beni di Casa Giudici fra le tre sorelle Colomba, Lucia e Nazzarena è contenuta in un atto del Notaio Luigi Bucciarelli del 3 marzo 1863, Fald. 325, Prot. 713, ff. 31-42 rr et vv.

 

La Triade Barocca (Haendel.it - handelforever.com e GFHbaroque.it) ringrazia infinitamente l'avv. Stefano Gizzi per la disponibilità e la concessione di condividere con tutti gli appassionati squarci dettagliatissimi del periodo barocco, che ruotarono attorno alla figura di Don Gregorio de Giudici 

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