IL
PASTOR FIDO fu la
seconda opera scritta da Handel per il pubblico londinese; sebbene
presenti musica di un elevato livello di bellezza, da un punto di vista
letterario ha un libretto che porta in scena vicende con un intreccio
estremamente debole, ma evidentemente ad Handel piacque particolarmente
il soggetto visto che lo portò in scena rimaneggiandolo per ben tre
volte.
Quando
ritornò a Londra nell'autunno 1712 per meglio consolidare la sua
posizione in Inghilterra, trovò al Queen's Theatre una situazione
piuttosto differente da quella dell'anno precedente: Aaron Hill,
che aveva lasciato la direzione del teatro Haymarket ad un
oscuro impresario di nome Owen Swiney; Haym ea invece
ancora coinvolto nell'impresa, tuttavia anche parecchi cantanti
dell'opera italiana, come il celebre castrato Nicolini, protagonista in RINALDO, erano tornati in Italia. Mentre la prima opera londinese di
Handel era stata data con scenari, costumi ed un cast eccezionali,
questa seconda fu rappresentata utilizzando abiti e scenari riciclati. E
fu un insuccesso, con solo sette rappresentazioni. Un critico di Opera
Register, cronaca di tutti gli spettacoli dal 1712 al ‘34, riferì
che:
«
la scena rappresentava esclusivamente una regione dell’Arcadia, i
costumi erano antichi e l’opera breve; i prezzi erano i soliti:
otto scellini per i palchi, cinque per la platea e due e mezzo per la
galleria ».
Handel
mise insieme il lavoro probabilmente in pochi giorni, e l'opera non
venne gradita con gran goduria di Addison e Steele che intravidero
la possibilità di eliminare il tedesco intruso e quindi ritrovano
vigore per combattere Handel: solo 6 rappresentazioni, poi l'opera fu
considerata modesta con una realizzazione
"raffazzonata"; ma
l'insuccesso de IL PASTOR FIDO, nella versione originale del 1712, nel
cui manoscritto c'è scritto "finito
il 24 ottobre" (cosa
che fa pensare come questa opera fosse stata composta ad Hannover),
andata in scena il 26 e 27 dicembre 1712, non fu dovuto unicamente
alle condizioni sfavorevoli nelle quali lo spettacolo fu dato, quanto al
fatto che l'opera pastorale, e più ancora l'opera pastorale italiana,
non fu mai popolare in Inghilterra.
Handel aveva fatto conoscenza in
Italia con due generi d'opera: quella eroica e quella pastorale lirica.
Così probabilmente trovò naturale far conoscere queste due facce della
sua personalità di compositore al pubblico londinese presentando una
prima eroica, RINALDO, e poi una pastorale, IL PASTOR FIDO. Ma il
genere non piacque al pubblico londinese, che evidentemente, visto il
successo della prima, prediligeva argomenti spettacolari e
drammaturgicamente movimentati.
Successivamente Handel dimostrò di aver
recepito la lezione evitando di scrivere altre opere pastorali.
La
musica della prima versione del PASTOR FIDO di Handel proviene per i
due-terzi circa da queste cantate e dagli Oratori composte in Italia, e
l'opera nel suo insieme potrebbe essere considerata praticamente come un
esempio-tipo dell'opera pastorale italiana del XVIII secolo.
Il
librettista Giacomo Rossi trasse l'argomento dall'omonima tragicommedia
pastorale del Guarini,
ma il risultato della sua elaborazione fu deludente, una autentica
storpiatura del testo originale: contrasti di vario genere impediscono alle due
coppie Mirtillo-Amarilli e Silvio-Dorinda di convolare a giuste nozze.
Diana ha destinato Silvio ad Arnarilli ed Eurilla (segretamente
innamorata di Mirtillo) ostacola in tutti i modi la sua felicità. Alla
fine, benedetto da Tirenio gran sacerdote di Diana, l’amore trionfa e
le due coppie coronano il loro sogno d’amore.
Contrariamente
all'orchestrazione sfavillante di RINALDO, l'impianto strumentale del
PASTOR FIDO prima versione è scarno: gli oboi e il fagotto suonano
soltanto in dieci numeri, compresa l'Ouverture e due brevi sinfonie
strumentali; in quanto ai flauti traversi, intervengono solo due volte.
Nella versione originale l'Ouverture è molto ampia e suggestiva
e poteva esser stato un autentico concerto che Handel aveva
composto per Hannover.
Fonte:
Non è stata utilizzata quella della 60 Ouverture di John Walsh
bensì
le seguenti fonti:
1)
Six Overtures fitted to the Harpsicord or Spinnet, viz. Justin,
Arminius, Atalanta, Alcina, Ariodante, Pastor fido 2d ... Being
all proper pieces for the improvement of the hand on the harpsicord or
spinnet. Sixth collection.
George
Frideric Handel, 1685-1759
London
: Printed for & sold by I. Walsh, 1737
Esecuzione
live su strumento cembalo di Mr. Kelly
che si ringrazia per
la collaborazione
Cembalo
: Copia Clavicembalo tedesco anonimo inizi 18 secolo
Il
movimento introduttivo dell’Ouverture è un Largo solenne in 3/4 , in
cui emerge dolcemente l’oboe (strumento bucolico per eccellenza) e si
lega ad un allegro 4/4 in cui si fanno spazio i tipici temi handeliani.
Al termine di questo allegro ritorna brevemente il largo iniziale: con
questa Ouverture Handel si staccò completamente dalla tradizionale
forma tripartita del gusto francese e inserì un altro allegro quasi
nello schema del concerto grosso: cioè con frequenti contrapposizioni
fra tutti gli archi ed alcuni solisti (oboi e fagotto). A questa pagina
fa seguito un movimento lento, la cui intensa e lunga melodia è
affidata all’oboe. L'Ouverture si chiude con un rapido movimento in
3/8.
Quando
Handel ripropose di nuovo IL PASTOR FIDO a Londra ventidue anni dopo, il
18 maggio 1734, tenne conto del gusto degli inglesi, che prediligevano i
cori, i balletti e le pièces orchestrali descrittive di fenomeni
naturali o di battaglie, rimaneggiando da cima a fondo l'opera,
arricchendola con l'aggiunta del prologo Terpsicore,
di pezzi corali, trasformando quattro delle arie accompagnate da un
semplice basso continuo in arie con accompagnamento orchestrale.
Inoltre
Handel ha allungato l'opera con l'aggiunta di parecchie arie, di cui 2 nuove, e
un duetto, con materiale preso in prestito da sue opere precedenti, in
particolare da una composizione scritta nel marzo 1734 in occasione del
matrimonio di un principe reale: IL PARNASSO IN
FESTA. Nella
versione del 1734, all’innalzarsi del sipario, a differenza di quella
del 1712 in cui risuonava l’aria di Mirtillo “Fato
crudo, amor severo” fu prevista l’inquadratura del tempo
di Erato e della musa accompagnata dai suoi discepoli, mentre il coro
canta
“I
nostri cori dobbiamo offrir,
al
Dio di Delo, che va a venir”.
Seguiva
quindi la danza di Terpsicore, in cui la celebre ballerina francese Sallé
esprimeva le passioni dell’amore.
Questo
rimaneggiamento radicale fece apparentemente il suo dovere, visto che la
seconda versione del PASTOR FIDO
rimase in cartellone per tredici rappresentazioni, il che costituiva in
quel periodo un successo notevole.
Ma
Handel andò oltre, dando lo stesso anno, il 9 novembre 1734, una terza
versione dell'opera, al Covent Garden, che era stato inaugurato nel
1732, dove aveva a sua disposizione un notevole corpo di ballo sotto la
direzione della francese Maria Sallé.
Sfruttando le nuove possibilità
che gli erano così offerte, Handel riservò a tutte le opere
rappresentate durante la stagione, che si sia trattato di una nuova
opera o di una semplice ripresa, un posto importante ai balletti, che
completano ciascuno dei tre atti.
Oltre
all'aggiunta del prologo e dei balletti, Handel portò tali cambiamenti
alla terza versione del PASTOR FIDO,
che sei numeri solamente, cinque arie ed una breve sinfonia,
raffiguravano nella versione originale!
Si tratta delle arie:
"Ho
un non sò",
"Finte
labbra",
"Sol nel
mezzo",
"Se in ombre",
"Secondaste", così come
di un'aria di cui la musica è restata lo stessa, ma di cui i testi
cambiati da apporto alla versione 1712, "Frode,
sol a te".
La
maggior parte dai brani vocali (venti su ventisette) sono dei prestiti
da altre composizioni di Handel.
Per questo alcuni vedono nel PASTOR
FIDO terza versione un "pasticcio", vale a dire un'opera
formata di un accostamento di arie prese in prestito da altre opere
dello stesso o da altri compositori.
Anche Handel si dedicò a questo
genere, soprattutto quando aveva poco tempo per scrivere una nuova
composizione: l'opera seria italiana è probabilmente il solo tipo di
opera, in tutta la storia della musica, che sopporta un tale trattamento
senza che la "nuova" opera perda il suo senso o la sua
attrattiva.
Tra
le novità della terza versione si
noti la trasposizione della parte di Silvio originariamente per castrato
a tenore: fu il debutto in un'opera per l'inglese John Beard,
evidentemente promosso da Handel alla ribalta operistica dopo le buone
prove fornite sul fronte degli oratori.
Fra
i punti più interessanti dell’opera vi sono i lunghi inserti
strumentali oggi eseguiti spesso in forma di suite: il movimento finale,
con la grande «sinfonia» che precede l’aria di Tirenio "Risonar
mi sento il cor" e l’Ouverture, di tali dimensioni da
apparire un vero e proprio concerto (l'Allegro diverrà l'ultimo
movimento nel Concerto Grosso Op 3 n.6 e nell'Concerto per Organo Op 7
n.4).
A
cura de
LA
TRIADE BAROCCA
handelforever.com
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con
particolare contributo di Rodrigo
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