L’idea di Handel di presentare materiale già conosciuto con cantanti nuovi risultò senza successo, anche se la première di LOTARIO, il 2 dicembre 1729, fu seguita da nove ulteriori spettacoli al Teatro del Re al Haymarket. In una lettera a sua sorella An Grannville, datata 20 dicembre 1729, la Sig.ra Pendarves, un’appassionata della musica di Handel, scrisse le ragioni sul perché il LOTARIO era stato un fallimento con il pubblico Londinese.
L'opera a suo tempo non ebbe successo, ma ecco cosa scrive Mrs Pendarves (per chi non lo sapesse, era un'appassionata spettatrice delle Opere italiane):
"L'opera è troppo bella per il
gusto volgare della città, e difatti è stata condannata a non apparire
mai più sulle scene dopo questa sera. Io invece desidero tantissimo
sentire il suo ultimo canto, povero cigno caro! Fra poco avremo la
ripresa di alcune vecchie opere e la cosa mi dispiace, perché porterà a
fare il confronto fra questi cantanti e quelli che le cantarono la prima
volta, il che apparirà svantaggioso alla massa sconsiderata. Quest'opera
non è apprezzata perché è troppo studiata, mentre la gente non desidera
altro che minuetti e canzonette; per farla breve, la Beggars' Opera e
Hurlothrumbo sono ora gli unici spettacoli ritenuti degni di essere
applauditi" (Hurlothrumbo fu una popolare commedia mista a musica
scritta da un certo Samuel Johnson, originario del Cheshire).
La Sig.ra Pendarves riconobbe in LOTARIO
la genialità di Handel in quello che considerava un capolavoro di
composizione notevole. Nonostante questo, il lavoro di Handel risultò un
fallimento commerciale. Il pubblico fu annoiato con una composizione
musicale di stampo eroico cavalleresco, cantata da una nuova compagnia
ma ignota di cantanti.
Invece, il pubblico si divertiva con i pesanti scherzi su un certo Dio
Fiammeggiante nella farsa musicale Hurlothrumbo che riscosse cinquanta
spettacoli nel Teatro di Haymarket riempito subito dopo che il
LOTARIO fu annullato.
Il Dio Fiammeggiante era il ruolo di Samuele Johnson (da non sbagliarsi
col poeta inglese famoso con lo stesso nome): ultimo dei burloni di
corte professionali in Inghilterra, egli seppe conquistarsi i cuori
delle masse.
La Sig.ra Pendarves osservò i membri del nuovo cast di cantanti Handel
con una certa diffidenza (specie riguardo le donne):
“Bernacchi ha una grande estensione, il suo timbro è caldo e chiaro, ma non così dolce come quello di Senesino, mentre migliori sono le sue maniere; il suo aspetto non è molto bello, dato che è grande e grosso come un frate spagnolo.
Fabri ha una voce di tenore
dolce, chiara e ferma ma, temo, non abbastanza forte per il
palcoscenico: canta come un gentiluomo senza assumere strane espressioni
e le sue maniere sono particolarmente gradevoli. Sul palcoscenico è un
vero maestro, il più grande che abbia mai cantato sulle scene. Il terzo
è il basso, una voce che spicca assai bene senza asprezza alcuna. La
Strada è la prima donna: la sua voce è senza dubbio bella, le sue
maniere sono la perfezione assoluta, ma è assai brutta d'aspetto e fa
smorfie orribili. La Merighi viene dopo di lei; la sua voce non è né
troppo bella né troppo brutta, è alta, è molto bella d'aspetto ed ha un
viso discreto. Sembra essere sulla quarantina, canta con disinvoltura e
piacevolezza. All'ultimo posto c'è la Bartoldi: non ha voce, né
orecchio, nè maniere che la rendano raccomandabile. Però è di una
bellezza perfetta, come fosse Cleopatra, con quel suo volto
assolutamente regolare ed una dentatura stupenda: quando canta sulla
bocca v'è un sorriso estremamente delizioso. Credo che si sia esercitata
a cantare davanti ad uno specchio, dato che il suo volto non tradisce
mai una sola smorfia ”.
Una lettera dal primo librettista di Handel,
Paolo Antonio Rolli,
recante come ubicazione Londra e datata, 11 dicembre 1729 a Giuseppe
Riva a Vienna, conferma queste impressioni: Nel dicembre 1729, acido acido, Paolo Rolli ragguaglia il diplomatico modenese Giuseppe Riva, allora a Vienna, ma in servizio presso l'ambasciata estense di Londra dal 1715 al 1729, intorno alla prima opera della nuova Academy, il Lotario di Handel: "Nove giorni fa si cominciò l'opera intitolata Lotario. Io non vi fui se non martedì passato, cioè alla terza recita. L'opera è universalmente stimata pessima. Bernacchi non piacque la prima sera, ma cangiò metodo la seconda, e piacque: di persona e di voce non incontra come il Senesino, ma il rinome dell'arte che egli à... Il libro fu recitato anno passato dalla Faustina e dal Senesino a Venezia intitolato Adelaide. Perfido! La Strada incontra molto et ab Alto si dice che canta meglio delle due passate. Perché l'una non piacque mai, e l'altra si vuole che si scordi; il vero è che questa à un penetrante filetto di voce soprana che titilla le orecchie; ma oh quanto siamo lunge dalla Cuzzoni! Questa è il parere ancora di Bononcini col quale sentii l'opera. Il Fabri è un grande successo, canta veramente bene. avreste mai pensato che un tenore avrebbe riscosso un tale trionfo qui in Inghilterra? [questo dimostra come in Inghilterra l'attenzione si concentrava sui timbri alti, soprano, naturale o di castrato]. La Merighi è veramente perfetta attrice, e tale è generalmente stimata. V'è una Bertolli ragazza romana che recita da uomo. Oh caro Riva, quando la vedrete sudar sotto l'elmetto son certo che la desidererete modenesissimamente.
V'è poi un basso d'Amburgo che à voce più da contralto naturale che da basso, canta dolcemente nella gola e nel naso, pronuncia l'italiano alla tedesca, si atteggia come un pargoletto cinghiale, ed à più faccia da valet de chambre che d'altro. Bello! bello! ma bello! Si allestisce il Giulio Cesare, perché l'udienza scema forse. Mi pare che la procella siasi mossa sul superbo forse. Mi pare che la procella siasi mossa sul superbo Orso. Tutta fava non si vuole, e fava sì mal cotta come questa prima. L'Heidegger sè fatto grand'onore negli abiti, e bastante nelle scene ove è almeno la sancta mediocritas, e pure il concorso manca alla bella prima. Videbimus ..." (fonte: cfr. doc. 5, p. 86 sg.; tutti i nomi evidenziati rimandano a ulteriori informazioni sul sito gemello haendel.it e Handelforever.com).
Lo sfondo storico degli eventi dell'opera è la lotta per il trono italiano tra Otto (912-973) e Berengario di Ivrea (900-966), e la vittoria di Otto e il matrimonio con la regina italiana Adelaide (931-999) nel 951.
L'eroe – chiamato "Ottone" da Salvi - fu chiamato
"Lotario" da Handel perché il caro sassone aveva già scritto un'opera su
Otto II (955-983) chiamata
OTTONE (HWV 15).
La scelta di intitolare l’Opera LOTARIO era per non denominarla
ADELAIDE, poiché il pubblico non fosse tentato di investigare sul testo
verificando le similitudini con l'opera di
Orlandini.
Sul libretto di opera di Handel da 1729, Winton Dean scrive, "Nella maggior parte di questi libretti il recitativo è accorciato spietatamente, qualche volta ad un tal punto da rendere la trama quasi impenetrabile (Sosarme, Berenice, Faramondo). Nel caso di Lotario, comunque Rossi – ammesso che fosse stato lui il librettista - realizzò un capolavoro. Il risultato del suo lavoro è insolitamente conciso e facilmente comprensibile per un'opera barocca. Rossi non solo accorciò i recitativi per Handel, ma migliorò il testo accorciandolo, riordinandolo e rimaneggiando lo stesso". Torna all'indice delle Ouvertures
Si ringrazia Mr. Kelly per la sua disponibilità a immettere questa Ouverture di Lotario on line ne La Triade Barocca
A cura di (con integrazione da haendel.it e handelforever)
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