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Il 13 febbraio 1725, Handel diresse la prima rappresentazione della sua opera RODELINDA, REGINA DE’ LANGOBARDI (HWV 19) al King’s Theatre a Londra. In quel momento egli si trovava all’apogeo dei suoi successi artistici e sociali ed inoltre in una fase creativa particolarmente feconda. Con la messa in scena piena di successo di tre opere GIULIO CESARE (1724, febbraio) e TAMERLANO (1724, ottobre) e RODELINDA rappresentano la parte centrale delle sue creazioni operistiche, Handel metteva in scena tre capolavori in soli 12 mesi, una produttività unica nella storia dell’Opera.

Qui alcuni brani live su TAMERLANO di Handel

RODELINDA'S Scene - con Renée Fleming

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Nel dicembre 1724, Handel ha iniziato la composizione di RODELINDA che egli terminò già il 20 gennaio dell’anno seguente. In occasione della prima rappresentazione, il ruolo omonimo dell’opera, Rodelinda, fu rappresentata dalla prima donna Francesca Cuzzoni, mentre al celebre musico, Senesino, si era riservato il ruolo della parte del primo uomo, Bertarido.

Gli strumenti utilizzati in RODELINDA sono per niente tipici per l’orchestra operistica di Handel in quell’epoca, ad eccezion fatta per la mancanza di trombe. La base è formata da i “tutti” comprendendo corde,  oboi, fagotti, e due clavicembali.

In RODELINDA c’era in più un flauto traversiere, dei flauti a becco e dei corni. L’arricchimento del gruppo del continuo attraverso l’impiego del liuto non è documentato, ma corrisponde alla prassi dell’epoca.

La prima esecuzione della RODELINDA ebbe un successo così strepitoso, che dal febbraio all’aprile del 1725 l’opera venne data ben 13 volte ed anche nella stagione seguente, da dicembre a gennaio fu ripetuta 8 volte.

Masquerade al King's Theatre del 1724

Nel maggio del 1734 l’opera fu ripresa nel programma del King’s Theatre. Fu data otto volte con Anna Strada nel ruolo protagonista femminile. Nello stesso anno si ebbe la prima esecuzione di questo lavoro nel teatro lirico Oper am Gansemarkt di Amburgo, e fu ripetuto nella stagione 1735/1736.

Il libretto di RODELINDA, Regina de’ Longobardi, fu redatto dal librettista Francesco Nicola Haym (1679 – 1729), che lo dedicò allo Earl of Essex. Haym scrisse il libretto basandosi sulla versione italiana di Antonio Salvi (Firenze, 1710) e lo adattò al palcoscenico londinese, cancellando alcune scene ed accorciando quasi tutte le altre.Borosini - Caricatura di Antonio Maria Zanetti

Il libretto di Haym è di certo uno dei migliori messi in musica da Handel; è coerente nella sua concezione drammatica in particolar modo molto convincente nella caratterizzazione dei personaggi. Di raffinato tratto è il personaggio di Rodelinda, del magnanimo Bertarido, del volubile Grimoaldo (interpretato nella prima da Borosini) e dell’intrigante Garibaldo.

Nel centro dell’opera sta comunque la protagonista, regina nobile e risoluta, che resiste a tutte le contrarietà: ella mantiene la fedeltà al marito e diventa una delle eroine drammatiche più stupefacenti nel teatro handeliano. La Cuzzoni brillò al massimo in questa opera perché Handel fornì senza risparmiarsi alla sua eroina melodie calde ed espressive, pur non tralasciando la caratterizzazione degli altri personaggi.

In non meno di 8 arie le viene data la possibilità di esprimere gli affetti diversi: in tre arie lamentose, piange la presunta morte del marito; lo si nota subito in apertura del primo atto, con l’aria “Ho perduto il caro sposo” dove si estrinseca una espressività calzante. Il ritornello iniziale introduce con la sua cromatica nell’effetto che impronta quest’aria: in questo modo si forma un simbolo musicale, che solamente con l’attacco della voce cantante si sostanzia verbalmente.

In 2 arie amorose, Rodelinda rivela il suo profondo amore e la sua ferma fedeltà a suo marito Bertarido: con gran struggimento nell’aria “Ritorna, oh caro” del secondo Atto, e con l’esplosione gioiosa espressa con l’aria del terzo atto “Mio caro bene”.Francesca Cuzzoni, interprete prima di Rodelinda

Vi sono altre arie che presentano gli affetti della Regina, come nell’aria di vendetta “Morrai, sì, l’empia tua testa” nella scena ottava del Primo Atto, quando minaccia il malvagio Garibaldo di morte.

Bertarido dopo uno struggente arioso, introduce la prima aria “Dove sei amato bene”, che esprime mille sfumature del rimpianto per un passato amoroso.

Qui Versione live di Angelo Manzotti dell'aria di Bertarido:

Dove sei amato bene

Rodelinda canta anche nell’unico duetto dell’opera che Handel prevede anche per il primo uomo, ossia Bertarido, “Io t’abbraccio”alla fine del Secondo Atto, quando lei ed il marito si dicono addio dinnanzi ad una morte certa ordinata da Grimoaldo: è un duetto, come gli altri che scrive Handel in questo periodo, che presenta una grande effetto efficace nella orchestrazione.

La costruzione musicale di Handel dipende sostanzialmente dalla concezione delle diverse scene dell’opera; una delle peculiarità si avverte nella scena quinta del Secondo Atto, dove si affaccia una scena pastorale costituita da due arie di Bertarido: il caro sassone dona all’idealizzata descrizione della natura nella scena pastorale un gesto tipico che trova corrispondenza al contempo al contenuto affettivo della scena stessa: la natura diventa rifugio dell’infelice amante Bertarido, che col suo lamento “lancia un richiamo al bene perduto”.

Rauco Mormorio del ruscelloLa sua prima aria “Con rauco mormorio” è accompagnato da flauti ed archi – una combinazione musicale caratteristica delle scene pastorali non solo in Handel.

La seconda aria “Scacciata dal suo nido” è una aria allegorica sul modello aria dell’usignolo, che era molto in voga al tempo. L’unisono dei violini imita, con l’aiuto di ripetizioni di toni e trilli, il canto degli uccelli. L’imitazione stilizzata dei richiami dei volatili è in Handel sempre espressione di un affetto e così “più sentimento che pittura” per usare una locuzione di Beethoven.

La scena del carcere in RODELINDA, che si presenta nell’atto terzo, si forma con un arioso “Chi di voi fu più infedele” e dal successivo recitativo accompagnato “Ma non che so”: in Handel, il recitativo accompagnato dall’orchestra si presenta sempre nei momenti più drammatici della vicenda. Il fedele servitore di Bertarido viene ferito, Rodelinda sviene, e tutto si svolge nella semioscurità, Handel con spunti che riprese poi l’opera romantica.

Non convince molto nel terzo atto, sebbene la musica sia di altissimo livello, il cambio di rotta di Grimoaldo con la sua magnanimità finale.

In corrispondenza alla forma molto differente i tale scene, Handel spezza la sequenza schematico di recitativo e aria, che era dominante ancora nel Seicento, e struttura ogni scena in modo diverso, seguendone il carattere.

Il libretto che con il suo tema della costanza  dell’amore coniugale, tema che ispirò le opere drammatiche di Gluck e Beethoven, il numero di arie  e la caratterizzazione musicale delle singole scene fanno di RODELINDA un capolavoro nella creazione operistica di Handel. Non è dunque da meravigliarsi che quest’opera conti tra quelle più spesso rappresentate di Handel.

Aggiornamento: 17-10-21

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