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Nato nel 1928 a Vienna, virtuoso del
flauto dolce, sul finire degli anni ’50 fonda e dirige il Clemencic
Consort, che, dagli anni ’70, acquisisce fama internazionale
principalmente nella musica medievale, di cui Clemencic è stato
pionieristico scopritore. In seguito ha affrontato il repertorio barocco,
ma, come ha dichiarato in una intervista apparsa recentemente su
Amadeus:
“Non ho quasi mai interpretato Bach o Handel perché mi sembravano autori
troppo noti, e quando decisi di proporre lo Stabat Mater di Pergolesi,
erano i primi anni Ottanta, volli farlo in una maniera completamente
diversa: in una maniera più barocca. Cosa nuova per quegli anni, perché
allora neanche i nuovi specialisti di musica antica eseguivano Pergolesi.”
“Oggi è tutto cambiato: ci sono moltissimi complessi che si dedicano alla
musica antica con risultati davvero eccellenti nel repertorio barocco,
dove la qualità tecnica e il virtuosismo dei solisti sono molto migliorati
nell’ambito strumentale. In quello vocale si è un po’ più indietro, ma nel
campo dei controtenori, per esempio, lo sviluppo è stato incredibile, sia
per la bravura che per il numero crescente dei cantanti.”
“Nel campo della musica barocca amo molto Vivaldi, autore emblematico di
un’epoca della quale mi affascina, anche in questo caso, la vitalità
invasiva e permanente. Vivaldi impersona come pochi altri compositori
quest’aspetto”.
A cura
di Rodrigo |
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