Domenico Bruni

 

Testamento

 

 

 


 

In nome di Dio. Amen.
Conoscendosi appieno da me sottoscritto quanto sia inevitabile ad ogni vivente il passaggio all'altra vita, e quanto sia incerto il momento, in cui deve la morte sopravvenire, ho risoluto seriamente ora che mi trovo sano di mente, intelletto, vista, loquela, udito, ed anche di corpo, di descrivere di mio proprio carattere l'ultima volontà, e disposizione di tutti i miei averi, ed effetti, che si troveranno dopo la mia morte col mezzo del presente Testamento, che chiuso, e suggellato voglio consegnare ad un pubblico Notajo, affinchè cessata la mia esistenza possa esser fatto palese, e venga in tutte le sue parti eseguita la mia volontà, la quale è la seguente; cioè raccomando primieramente l'Anima mia all'Onnipotente Iddio, alla SSma Vergine Immacolata, al S. Angiolo Custode, ed ai Santi miei Avvocati, affinchè gli impetrino la gloria del Paradiso.
Lascio per legato al Venerabile Spedale di S. Maria della Misericordia di Perugia Paoli cinque da pagarsi una sol volta per validità del presente Testamento.
Il mio Corpo voglio sia trasportato, e tumulato nella Chiesa di S. Bernardino di questa Terra della Fratta, e che l'accompagno notturno sia composto dei PP.MM. Osservanti di S.Maria, e dei Confratelli della stessa Compagnia di S. Bernardino, impiegandovi la somma ordinaria, e Cera corrispondente senza eccedenza.
Ai lati del Feretro non dovranno esservi che soli quattro Facolotti del taglio di tre Libre, quali arderanno sino al momento che verrà incassato e sepolto il mio Corpo, vestito di Cappa, e insegna della stessa Confraternita.
Inoltre ordino, che nel giorno del Funerale siavi l'Offizio generale, assegnando per limosina bajocchi venti d'argento, e doppia limosina per chi celebrerà la Messa cantata.
Item lascio per titolo di Legato al Cappellano pro tempore, e Confratelli della suddetta Compagnia Scudi dieci annui, incominciando dalla ricorrenza del primo Anniversario, e così in appresso, colla seguente distribuzione, cioè;
Che il Cappellano celebri la Messa presso il Mezzo giorno per l'Anima mia, ed esiga per limosina una Piastra. Dopo terminata la S. Messa intuoni, e reciti la Corona di S. Bonaventura unitamente ai Confratelli in Cappa, a cui verrà dato un paolo per ogni Individuo che interverrà, e paoli due per ciascuno ai tre Sagrestani, e Custode. Sopravanzando qualche Scudo, o paolo dopo la suddivisata distribuzione, voglio che il tutto sia dispensato ai soli Poveri ratatamente della Parrocchia di S. Erasmo unita a S. Croce. E se a caso si sopprimesse la Confraternita, passi la med.a annua uffiziatura in S. Croce, ed invece del Cappellano di S. Bernardino, nomino lo stesso Parroco, recitando anch'egli la Corona di S. Bonaventura in compagnia dei rimasti Fratelli, fintanto che sopravviverà l'ultimo di questi, ancorchè senza Cappa Estinti anche i Confratelli, cessi il Legato, e torni la Somma a' miei Eredi, che sarò per nominare.
Item lascio parimenti a titolo di Legato Scudi dieci annui da tenersi a cumulo per dotare le Zitelle derivative da Gio.Maria Martinelli figlio di Vincenzo e Maria Nicola Moraschi, e da Antonio Brischi figlio di Bernardino e Angelica Iotti, sempre in linea maschile e non feminea; di modo che estinguendosi le due Famiglie ritornar deve la somma, o somme alli stessi miei Eredi.
Vien raccomandata la vigilanza, e sopraintendenza tanto del primo che del secondo Legato al Sig. Gonfaloniere Municipale di questa Terra, che sarà d'Uffizio nel tempo che accaderà il mio annuale Anniversario, a cui lascio uno Scudo pel suo incomodo, e similmente paoli sei da esigersi in egual porzione dai SSg.ri Camerlengo e Segretario, ausiliari dello stesso Sig. Gonfaloniere.
La vigilanza maggiore consisterà in ben applicar la Dote a quelle Zitelle delle due nominate linee, purchè concorri in esse l'integrità dei costumi, egualmente che il Giovine di onorata Famiglia, che seco loro dovrà congiungersi. Ben'inteso però, che se la somma accumulata non fosse bastevole per meritare lo Sposo che si affacciasse, e fossero più Zitelle in età da maritarsi, dovranno in tal caso imbussolarsi i Nomi di esse, e la sorte deciderà per la prima estratta.
Per la soddisfazione poi dei due sopradetti annui Legati, e del tenue riconoscimento, che formeranno in tutto Scudi ventuno, e bajocchi sessanta; assegno i frutti di due Censi importanti la divisata somma, che sebbene in oggi così ridotti mediante la Rata=, comodi, deve annualmente corrispondere il Sig.r D.r Giuseppe Paulucci o suoi ritenendo a mio favore la somma di (scudi) 600: in due diversi Censi stipulati sotto il dì 12 Marzo 1787, e 7 Ottobre 1792 a rogito del Sig.r D.r Lorenzo Vibj Notaro della Fratta.
Se mai accadesse che dalla Famiglia Paulucci si restituissero li (scudi) 600, dovranno i miei Eredi metterli nuovamente a frutto, anche ad usura maggiore, lasciando per l'effetto sopra indicato la riferita somma di (scudi) 21,60; autorizzando il Sig.r. Gonfaloniere a convenire il moroso o morosi, affinchè non sia defraudata la mia intenzione.
Item lascio per una sol volta a Domenico Nardarelli, o suoi da Corciano, figlio di Angiola Terrenzi, Scudi Trentaquattro pagabili da' miei Eredi nel termine di Anni cinque dal giorno della mia morte, a condizione ch'egli rinvesta in Capitale fruttifero, ovvero in compra o aumento di Casa la sopraindicata somma, senza poterla alienare o diminuire, e a tale effetto dovrà far costare a' miei Eredi la qualità del Fondo, che se verrà giudicata vantaggiosa e lodevole, consentiranno all'acquisto e allo sborso; quale intendo sia in generosa reintegrazione di quanto portò Pietro Bruni, mio Padre, allorchè da Corciano si stabilì e si ammogliò alla Fratta con Francesca Brischi mia Genitrice, e che un tal quantitativo fu da esso impiegato nella Casa del Sig.r Fracassini, ora compresa col resto di mia Abitazione. Volendosi, e tentandosi, dal Nardarelli, o suoi distrarre o vendere lo Stabile acquistato col mezzo dei (scudi) 34, s'intenda devoluta la somma alla Chiesà Plebaria dello stesso Corciano, ad oggetto di celebrare tante Messe per l'Anima dei defunti Bruni. Condono, ed assolvo ai miei Contadini dei Poderi non affittati tutta la somma di cui mi saranno debitori in tempo di mia morte.
Del Podere Rio-vecchio ove sta ora per Colono Domenico Mariotto, ne formo e costituisco un Canonicato nella Collegiata di questa Terra della Fratta collo stesso servizio di Coro, Appuntature al pari degli altri Canonici.
Siccome però il Terreno fu dimezzato per comodo dello stesso Colono, e del viciniore, militeranno quei medesimi pezzi e vocaboli espressi nell'Istrmto di compra a rogito del Sig.r Paolo Ferranti Notaro di Gubbio sotto il dì primo Luglio 1794, e indicati dai Sigg.ri Carlo Santigi e Ubaldo Minelli Periti della stessa Città, qualora non compensassero i presenti nel valore a quelli, che sono e furono Membri dello stesso Podere, a cui unisco ancora il campo di S. Maria de' Meriti, che attualmente lavora lo stesso Mariotto.
La nomina e Giuspatronato di tal Canonicato in perpetuo apparterrà alla Famiglia Perugini di questa Terra, derivativa da Ubaldo;. e all'altra Famiglia Piombanti da Città di Castello derivativa da Antonino, con facoltà di nominare uno della loro Stirpe. Il primo che ne avrà il diritto sarà Perugini seniore, il secondo Piombanti parimenti seniore; e così rimanendo vacante il Benefizio, subentrerà alternativamente una Famiglia all'altra.
Il Prebendato non avra alcun peso, se non quello di celebrare per l'Anima mia una sola Messa in ogni primo giorno della Pasqua di Resurrezione, ed in qualunque siasi Altare Privilegiato. Sopprimendosi (che Dio non voglia) la Collegiata, intendo che il Podere sia dimidiato alle due descritte Famiglie, perchè la mia intenzione è, che queste servir debbino alla Chiesa e al culto di Dio, non il Podere alla Chiesa. Estinguendosi una delle due Famiglie in linea mascolina, passar deve la proprietà e la nomina all'altra che rimarrà, ancorchè di linea feminea; e se si dasse, che anche questa cessasse, voglio, che il diritto di nominare, come sopra, appartenga ai Pubblici Rappresentanti pro tempore di questa med.a Terra, e che la scelta cada in questo caso in un sacerdote o Suddiacono della Diocesi, e non in un Chierico di sola Tonsura, e Ordini minori. Se poi si pretendesse di voler incorporare il Podere alla Mensa Vescovile, o a qualche Luogo Pio di qualunque siasi Diocesi, o se ne volesse fare uso impreveduto, intendo e voglio, che piuttosto lo possegga in perpetuo lo Spedale della Misericordia di Perugia se il Canco sarà di nomina a Famiglia Perugini, e viceversa lo Spedale di Città di Castello se il Canco sarà di nomina a Famiglia Piombanti.
Del Palco, e di tutt'altro che a me può appartenere come Accademico del Teatro de' Riuniti lascio Padrone Alessio Magnanini Bruni avente successione di qualsivoglia Sesso dalla Consorte Nicola mia Nipote. Mancando questa successione, subentri la Famiglia Piombanti, con patto, che se volesse render vendibile la proprietà e il diritto, non possa farlo senza manifestare al Corpo de' Riuniti la qualità del Compratore; volendo io, ed amando il pieno consentimento e approvazione della stessa Accademia.
Item lascio alla sopra espressa Accademia de' Riuniti il mio Cembalo a condizione, che da niun'Individuo della med.a possa vendersi, ma piuttosto permutare in altro strumento migliore.
Item lascio a D. Camillo Piombanti tutti i Libri che si troveranno di mia proprietà.
Lascio parimenti al Canco D. Antonio Perugini il mio Astuccio di sei Posate d'Argento con sei cucchiarini da Caffè, le Fibbie egualmente d'argento, e lo Schioppo guarnito d'Ottone in benemerenza dell'attaccamento ed attenzione avuta per me per lo spazio di più anni.
Oltre alla Casa, Cantina, e Poderi già descritti nell'Istrmto di Costituzione dotale da me fatta a favore della mia Nipote sotto il dì 12 Aprile 1805 a rogito del Sig.r D.r Gio: Batta Burelli Notaro della Fratta per l'accasamento di essa con Alessio Magnanini, aggiungo di più a favore dei medesimi il possedimento della Stalla, situata in Via del Bucajolo.
Avendo prole, militerà ciò che fu detto in allora: se poi per qùals'ivoglia evento non esistesse Successione, lo Statuto e l'espressioni nell'anzidetta Costituzione dotale (a cui intendo di riportarmi pienamente) suppliranno abbastanza a ciò che di ragione apparterrà ad Alessio, ovvero alla Nicola. In mancanza però di prole, voglio e intendo, che il tutto sia di nuovo divisibile fra i miei Eredi, quali invigileranno acciò l'ultimo che rimarrà dei due Coniugati Magnanini Bruni, cioè o Alessio, o, la Nicola non possa distrarre che la sola Biancheria sia da Tavola che da Letto.
La mia Argenteria, consistente in due Sgommarelli da zuppe, un Cucchiarone, una Paletta pel Pesce, una Mogliola pel zucchero; una Caffettiera, un Sortù; e quattro Pòrta-Bottiglie, voglio che siano vendibili per supplire alle spese del Funere, per soddisfare al Salario, di chi avanzerà e sarà al mio servizio negli ultimi estremi di mia vita, e per i pagamenti che occorreranno nel conseguire l'Eredità benchè piccola.
Il Pian-Forte; lo Schioppo guarnito e incassato in argento; i Semi e Bestiami dei tre Poderi scelti ed assegnati ad Alessio Magnanini nella Costituzione di Dote come sopra, in Vocabolo Rio-nuovo, Piano e Fontanelle, la Scrivania d'argento; e similmente la Bottega da Fabbro coi fondi annessi, ove attualmente travaglia Pietro Crosti, come pure il Legname in Magazzino, potranno vendersi onde accozzare la somma di (scudi) 250 fruttiferi di cui vado debitore, caso che non mi riuscisse di soddisfare il Creditore nel residuo di mia vita.
Ai miei tre Santoli in questa stessa Terra, cioè Paolo Bertanzi, Ruggero Burelli e Luigi Guerrini lascio i miei tre Strumenti da corda. Al primo, il Violino di Stainer; al secondo, la Viola; al terzo, l'altro Violino di Gagliani.
Le Camicie, calze, Mutande, Fazzoletti; Abiti, Ferraiolo, e tutt'altro che sarà stato da me indossato in vita, e che esisterà nel punto di mia morte, voglio che sia ripartito con chi si troverà al mio servizio, e chi mi avrà assistito negli ultimi periodi. Sei soli Scudi dovranno da ciò defalcarsi, e consegnarsi al Sig.r Proposto e insieme Parroco; affinchè servino di regalo a quella Zitella di povera famiglia, che essendo della Parrocchia di S. Croce e in età di Anni dodici, sarà meglio erudita nei Dogmi della nostra S. Religione.
In tutti poi, e singoli miei Beni, stabili, mobili, semoventi, ragioni, azzioni presenti e future, e così in tutta la mia Eredità istituisco e nomino Eredi universali D. Antonio Perugini figlio di Ubaldo e Caterina Brischi , e D. Camillo Piombanti figlio di Antonino ed Angiola Corradini, miei amabilissimi Nipoti, con facoltà immediata ad essi di chiamare a parte qualsivoglia Fratello o Nipote a scelta onde far catastare i Beni sotto i rispettivi Nomi, e prolungare ancora in terza generazione colla necessaria Riferma tutti quei pezzi di Terra che sono livellari. Niun'altro attestato di amore e parentela poteva io, e posso dimostrargli; come altresì niun'aggravio gli impongo, se non se l'espressa proibizione di far Sigurtà per chicchesia.
Più avrei lasciato, se una Masnadà di Briganti Aretini e Borghesi sotto l'iniquo aspetto di perorare = La Buona Causa = non mi avessero involato e rapito ciò ch'io possedeva di più prezioso nella rivoltosa fazione del 1799.
Questo dico, e dichiaro essere il mio ultimo nuncupativo Testamento ridotto a Scrittura per pura memoria, e de' miei averi ed effetti l'ultima volontà, e disposizione, la quale intendo che vaglia per titolo di Testamento nuncupativo come sopra, e se per tal titolo non potesse valere e sussistere, voglio che abbia vigore per titolo di Codicillo, o Donazione per causa di morte, o per qualsiasi altra ragione dalle Leggi ammessa, intendendo col presente di derogare a qualunque altro Testamento o altra Disposizione revocabile potessi aver fatta antecedentemente, che dichiaro nulla, e di niun valore; volendo, che la presente debba prevalere a qualsivoglia altra, ed avere il suo pienissimo effetto, seguita che sarà la mia morte; e perciò li presenti Fogli verranno soscritti di mio proprio pugno, e quindi cuciti e suggellati col mio Suggello.
In Fede
Fratta, questo dì 25 Ottobre 180sette.
Io Domenico Bruni affermo quanto sopra, e dichiaro esser questa la mia volontà Mano pp.a

 

 

 

 

A cura di  Arsace

 

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Ultimo aggiornamento: 17-10-21