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L’appellativo Cortona gli venne dalla città di nascita: durante la sua vita
viveva con un atteggiamento di normale matrimonio con una bella ragazza,
Barbaroccia. Era fortemente cattolico, timoroso ed osservante la fede
cristiana, e allora maturò il desiderio di sposarsi, regolarizzando la sua
posizione agli occhi di Dio e della Chiesa.
Per sposarsi però era necessario ottenere un consenso papale, e il Cortona
non fu fortunato poichè il Papa in carica al momento era soprannominato Papa
Minga (che in dialetto lombardo vuol dire “no”) e anche “Il Bacchettone”: si
trattava di Benedetto Odescalchi (1676 – 1689), che ascese al soglio
pontificio col nome di Innocenzo XI: era il capostipite di una delle
famiglie romane più potenti, proprietaria dell’omonimo palazzo in Piazza
Santi Apostoli e del castello Orsini Bracciano. Perseguiva costumi
severissimi tanto che in nome della purezza diede il consenso alle
persecuzioni subite dai Valdesi per opera dei Savoia. Era talmente rigido
questo Papa che arrivò ad un punto tale di bigottismo che fece prelevare
dagli sbirri in ogni lavanderia e stireria della capitale tutte quelle vesti
femminili con maniche corte e mezze maniche e quelle con la scollatura alla
francese, che faceva intravedere il seno.
Nella supplica il Cortona spiegava che l’ostacolo della castrazione subita
non era rilevante dal momento che l’operazione era stata eseguita male,
lasciando quindi indenne la potentia coeundi. Quando al Papa giunse la
richiesta di Cortona, di proprio pugno scrisse “Che si castri meglio!”,
negando il matrimonio. Questo rifiuto finì per far desistere il Cortona dal
richiedere il matrimonio, affievolendosi la passione per Barbaroccia:
rinunciò alla fine a lei e passò sul fronte opposto diventando il favorito
di Gian Gastone de’ Medici, fratello di Cosimo III, vanesio, abulico e
bigotto: con Gian Gastone morto senza eredi si estinse la famiglia de’
Medici, la famiglia che aveva fato storia per ben 4 secoli.
Naturalmente l’essere favorito di Gian Gastone non gli impedì di conseguire
successi sulle scene: fu ospitato dal viceré di Napoli, recitando al San
Bartolomeo e al San Carlo sollevando entusiastici consensi: invitato a
Torino presso i Savoia nel Carnevale del 1689, divenendo il castrato
preferito della Regina Cristina di Svezia, chiedendolo in prestito
all’Imperatrice d’Austria.
Gian Gastone de' Medici
A cura di Arsace
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