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Quando un giovane
castrato, varcava il palcoscenico effettuando il suo debutto, appariva
in tutta la sua bellezza e il fatto di non esser conosciuto giocavano
a suo favore per arrecargli successo, sotto l’invidia e la rabbia dei
suoi colleghi, sia maschi che femmine, anche perché spesso il successo
riscosso era troppo caloroso per le doti vocali esternate dal
debuttante.
Il giovane castrato sfidando le occhiatacce dei suoi colleghi,
sorrideva, raccoglieva i fiori e i billets doux che cadevano ai suoi
piedi. Schiere di sostenitori si raccoglievano attorno a lui, correndo
ogni qual volta la nuova stella cantasse a teatro: ogni nota che il
giovane cantava, era presa come oro colato, disprezzando qualunque
altro tipo di cantante. Allora di norma le fazioni del nuovo astro si
scontravano con quelle di quelli già da più tempo presenti nel modo
musicale a colpi di sonetti, versi, satire e libelli. Dame
aristocratiche e gentiluomini si trovavano ben presto innamorati del
giovane castrato, e bramavano qualche incontro spinto e su questo
punto non avrebbero che desistito se non dopo diverse settimane,
magari in occasione dell’ascesa di un nuovo giovane astro.
Il successo riscosso da Lorenzo Girardi, ricalca esattamente questo
schema di evoluzione delle cose: fu denominato “giovane fenomeno”: A
Venezia nel 1737 tutti parlavano di lui.
Il Teatro San Cassiano, di proprietà della famiglia Tron, diede “nel
1737 il DEMETRIO di Johann Adolf Hasse, composto sul libretto di
Metastasio, non riuscì ad interessare minimamente il pubblico, che non
si divertì per nulla, sebbene la musica fu eccellente. Il fiasco è
legato all’assenza di Lorenzo Girardi.
“Tutto buono, tutto bello
qui però non c’è il putello”.
A cura
di Arsace
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