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Il suo battesimo risale al 19 Dicembre 1746, nei pressi di
Roma in un paese di nome Camerino.
La sua professionalità si forgiò prima a Roma e poi a Napoli col maestro
Nicola Porpora: il suo debutto avvenne a Roma al Teatro Valle in ruolo
femminile nel 1765, dopo la solita trafila nelle chiese, dove fu subito
apprezzato per la fierezza della voce e l'espressività, la grazia e la
sobrietà dello stile.
Poi proseguì la sua carriera sostando per il biennio successivo a Venezia:
nel 1767 fu chiamato a Monaco, dove si distinse anche come compositore
d’opera, ma in questo luogo avendo ben presto conseguito un buon numero di
successi amorosi e di conseguenza anche un buon numero di minacce da parte
dei mariti infuriati, ed essendo inoltre stato oggetto di uno scandalo per
la relazione con una persona altolocata, preferì lasciare la redditizia
Corte di Monaco, anziché correre il rischio di una morte violenta o quanto
meno una bastonatura invalidante: ma il motivo ufficiale reso noto fu che
l’aria di Monaco nuoceva alla voce del cantante.
Un cronista del luogo disse che a memoria dei costumi bavaresi non s'era mai
visto un bellimbusto capace di far infatuare di sé contemporaneamente tutte
le donne dell'aristocrazia, dai quindici ai 40 anni. Ma quel che trovava di
veramente strano era che l'innamoramento di tante dame avvenisse per un
uomo... menomato. Il fenomeno comunque si può spiegare col fatto che
Rauzzini oltre ad avere un gran bella voce calda e bella da soprano era di
una bellezza angelica e maliziosa.
Nel 1772 cantò a Milano nell’opera LUCIO SILLA di Mozart: la sera della
prima il 26 Dicembre 1772 presentò molti inconvenienti: sebbene ci dovesse
essere la presenza della coppia arciducale, il cui matrimonio era stato
coronato dalla rappresentazione un anno prima dell’opera di Mozart ASCANIO
IN ALBA, la rappresentazione tardò di ben 2 ore, dopo l’inizio previsto che
era verso le 19.00 di sera. Ora il teatro era addobbato a festa per ricevere
l’augusta coppia e per questo e per il fatto che fosse Natale era ghermito
di persone: tutto il teatro era illuminato a giorno: non c’era una candela
spenta: ma la calca di persone, già dentro prima delle 19.00 e il calore
sprigionato dalle candele accese, fecero ben presto mancare l’ossigeno e
trasformarono l’aria in aria viziata, tanto da non riuscire a respirare.
Rauzzini però fece circolare la voce che non sapeva se in occasione della
prima, sarebbe riuscito a cantare per l’emozione di avere come spettatrice
l’augusta coppia. L’arciduchessa venne a conoscenza di questa voce, e cadde
nella trappola della civetteria di Venanzio.
L’occasione della rappresentazione di LUCIO SILLA generò anche una
situazione imbarazzante: nella prima aria della prima donna, che era la De
Amicis, la protagonista doveva ricevere un gesto carico d’ira da parte del
tenore, ma costui lo fece con un tal impeto che sembrava quasi arrivasse a
suonarle un solenne ceffone o un pugno sul naso. Questa scena fece sortire
ilarità nel pubblico, ma la De Amicis, immersa nel suo personaggio, non si
era resa conto del perché il pubblico ridesse, e questo determinò una
depressione tanto che non riuscì più a cantar bene.
A questo disagio, per la povera De Amicis si aggiunse la gelosia: infatti
l’arciduchessa, in relazione alla voce che aveva sparso Rauzzini, primo
uomo, allo scopo di incoraggiare il musico cantore e per rassicurarlo e
riducendone il suo nervosismo, lo iniziò ad applaudire non appena varcò le
scene.
E la corte seguì il gesto dell’arciduchessa.
Si dovette ricorrere ad una azione ufficiale per placare l’affronto subito
dalla De Amicis, così il giorno dopo ella fu chiamata a Corte, ottenendo una
udienza di più di un’ora presso la coppia arciducale.
Così il LUCIO SILLA da questo momento andò bene, trovando consensi nel
pubblico, tuttavia la De Amicis poteva fare quello che voleva, dal momento
che le sue arie erano richieste in bis.
Mozart compose per Rauzzini il celebre EXULTATE, JUBILATE, scritta per
soprano, orchestra d’archi, oboe, corno ed organo.
Mozart non poté esimersi dal canzonare Rauzzini: pare infatti che Venanzio
avesse imparato a Monaco il tedesco, cosa non necessaria per un cantante
italiano: la sua pronuncia doveva esser pessima poiché appunto Mozart gli
faceva il verso dietro le spalle, prendendolo in giro, anche in una lettera
alla sorella dove le comunica la composizione del mottetto EXULTATE.
Nel 1774 Rauzzini fu a Londra: Londra era sempre ben disposta ad accettare i
castrati, e nel febbraio del 1775 Rauzzini si esibì nell’opera di Antonio
Sacchini (che si era stabilito nella capitale dal 1772) MONTEZUMA: in questa
occasione era presente fra il pubblico l’attore David Garrick, corse dietro
le quinte ad abbracciarlo, tanto era stato il piacere nell’ascoltate il suo
canto.
Sacchini a Londra aveva trovato un consenso generale: le sue opere
piacevano, e certamente la collaborazione artistica con Rauzzini non potè
che giovare la sua posizione nella considerazione generale. Ma l’idillio fra Rauzzini e Sacchini non durò a lungo. Litigarono e Rauzzini volle colpire
Sacchini proprio nella sfera più importante della sua vita: l’opera.
Siccome era anche compositore, il musico non esitò a proclamare che le arie
delle ultime opere di Sacchini, tanto amate dal pubblico inglese, erano in
realtà state composte da lui, e non da Antonio Sacchini: scoppiò un grosso
scandalo che costrinse Sacchini a lasciare furtivamente Londra, recandosi a
Parigi, entrando nelle grazie della Regina Maria Antonietta.
Nel 1777 a causa della sua obesità decise di ritirarsi dalle scene, trovando
lavoro come impresario di concerti, compositore e maestro di canto (Fra i
suoi allievi si possono annoverare Michael Kelly e Nancy Storace): la sua
Bellezza, intensa quando era agli inizia della sua carriera da far girare la
testa a tutte le donne, era svanita: si era velocemente trasformato in un
pachiderma, con eccessivi accumuli di grasso, e quindi ritenne saggiamente
di non essere più idoneo al palcoscenico.
Venanzio Rauzzini fece una splendida carriera, specie a Londra dove gli
evirati cantori erano particolarmente ammirati: proprio per questo Rauzzini
decise di trasferirsi a Londra definitivamente, dopo aver concluso la sua
carriera, ricco e ammirato: arredata all'italiana, circondato da cuochi e
domestici italiani, segno del suo legame con la sua patria di origine, si
ritirò nella sua villa sontuosa di Perrymead.
Dal 1787 visse stabilmente a Bath, e nell’agosto del 1794 ricevette Joseph
Haydn come ospite per tre giorni: nel suo diario, il compositore annotò
l’evento:
“Abitai nella residenza del Signor Rauzzini, musico molto famoso, un tempo
star fra i più grandi cantanti. Vive in una villa nelle vicinanze di Bath da
diciannove anni, mantenendosi organizzando concerti e anche lezioni di
canto: la residenza estiva si trova in una zona molto bella, da dove si può
ammirare uno splendido panorama di tutta la città.”
Rauzzini aveva da poco sepolto il suo adorato cane Turk nel giardino della
sua villa: aveva fatto eirgere una tomba adornata di lapide, con una
incisione che suonava di queste parole:
“Turk fu un cane fedele e non un uomo”
Nella continua lode al cane, Rauzzini non riusciva anche a trattenere il
pianto per il suo amico perduto, tanto che Haydn scrisse una canone (ancora
oggi conservato) sulle parole della tomba, che volle poi regalare a Rauzzini
al momento della sua partenza:
Morì a Bath l’8 aprile 1810.
A cura di Arsace
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