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Pur non avendo mai raggiunto l’apoteosi
come alcuni dei suoi colleghi, resta una figura interessante poiché Tenducci
fece una carriera del tutto unica sotto vari aspetti, essendo una figura
pittoresca e caratteristica del suo tempo.
Nacque a Siena nel 1736 circa (donde lo pseudonimo “Senesino” che però venne
di rado adoperato), ma le prime notizie di lui risalgono al 1735 a Venezia,
dove cantò nella GINEVRA di Bertoni.
Nel 1756 Tenducci era a Napoli dove partecipava al FARNACE musicato da
Piccinni e Perez, sollevando un considerevole successo. Nel 1758 arrivò a
Londra come “secondo uomo” da ingaggiare nell’opera seria. Sebbene in una
posizione non di risalto per la tipologia del ruolo che interpretava, finì
per attrarre, tuttavia, una così enorme attenzione già alla sua prima
recita, il CIRO RICONOSCIUTO di Cocchi, che adombrò quasi completamente
quello che nominalmente era il protagonista, Potenza, ossia il primo uomo.
La sua fama però raggiunse l’apice qualche anno più tardi quando apparve
nell'ARTASERSE di Arne, scritto secondo lo stile italiano nel 1762, ma
cantato in idioma inglese. La sua performance in questo lavoro, riporta
Burney, “ ebbe un rapido effetto sul gusto del pubblico e stimolò
all’imitazione tutti coloro che possedevano buon orecchio e voci
adattabili.”
Nel 1764 arrivò a Londra la famiglia Mozart e immediatamente divenne intima
di Tenducci che impartì al fanciullo prodigio di 8 anni alcune lezioni di
canto, a cui corrispose come compenso la composizione di un aria scritta
espressamente per lui.
Nel 1761 Tenducci aveva già fatto un viaggio in Scozia e nel 1765 aveva
ulteriormente ampliato la sua conoscenza delle isole britanniche con un giro
in Irlanda: a Dublino introdusse l'ARTASERSE, facendo grande effetto con
l'aria “Water parted from the sea”.
Un successo ancor maggiore l’ottenne l'anno successivo, in occasione della
sua fuga con una fanciulla di buona famiglia, Miss Dora Maunsell di Limerick.
Tenducci la sposò a Cork attraverso il cerimoniale protestante. L'aveva
conosciuta qualche tempo prima, mentre soggiornava da alcuni amici della
famiglia di lei: l’orrore, l’ira e la furia dei parenti di Miss Dora dopo
esser venuti a conoscenza della fuga furono di intensità talmente forte che
non poté descriversi.
La coppia dovette affrontare allora le più dolorose avversità e persecuzioni
da parte degli infuriati genitori e dei numerosi cugini. Tali comportamenti
persecutori, descritti minuziosamente da Dora in persona in un resoconto
pubblicato nel 1768 sotto il titolo di “A true and genuine narrative of Mr.
& Mrs. Tenucci”. Tutta la storia ricorda la Pamela del Richardson: eroina
calunniata, eroe povero ma onesto, arroganza dei nobili, superbo disprezzo
della legge.
Per un po’ di tempo i due continuarono a fuggire da una parte all’altra del
paese, sviando gli inseguitori, ma alla fine, ancora una volta a Cork,
Tenducci fu imprigionato e sua moglie Dora rapita e sequestrata dai suoi
irriducibili parenti. Stranamente il principale cruccio di Tenducci pare sia
stata che la gente non finisse per credere, come riteneva la famiglia di sua
moglie, che egli l’avesse sedotta mentre le impartiva lezioni di canto; una
lettera qui sotto riportata, redatta mentre era in prigionia, indirizzata al
direttore del giornale locale si estrinseca nei seguenti termini: in questi
termini:
North Goal [sic] 2 Settembre 1766
Signore,
Vi supplico di rendermi giustizia nel vostro prossimo numero, smentendo una
informazione apparsa nel vostro ultimo giornale, e cioè che io sposai una
giovane donna che era stata mia allieva: ora, signore, ciò è del tutto privo
di fondamento. Non sono mai stato assunto da una o più persone come maestro
di canto o di musica da quando ho l'onore di lavorare in questo regno; non
ho mai insegnato a cantare e quindi non ho mai avuto allievi, né venni mai
ricevuto dagli amici della giovane signora (che non posso menzionare se non
col massimo rispetto) in veste di maestro di musica o di canto.
Sono, signore, il vostro umile servitore
F. Tenducci
Per continuare il racconto con le parole di Dora Tenducci:
“Alcuni gentiluomini, avendo pietà della sua angosciosa situazione...
garantirono per lui e fu ancora una volta liberato da quella fetida
prigione. Mio cugina W. desiderava che Mr. T. B. non mettesse il nome di
Tenducci negli affissi del teatro, assicurandolo che se l’avesse fatto, la
sua casa sarebbe stata devastata. Mr B., intimorito dal pericolo, annunciò
IL MERCANTE DI VENEZIA, invece di un’opera, per la beneficiata di Tenducci.
Mio cugino W., non contento di ciò che aveva già messo in pratica, persuase
l’ufficiale della polizia di Cork a ritirare quella notte il solito corpo di
guardia che generalmente sorvegliava il teatro, nella speranza che il
pubblico e alcuni amici particolari di Tenducci venissero esposti agli
insulti del suo partito; e per attuare nel modo migliore questo proposito e
per prevenire la gente dall’andare al suo spettacolo di beneficiata, venne
ad arte diffusa la diceria che vi sarebbe stata una sommossa in teatro
quella sera. Questo crudele piano tuttavia fallì, poiché il teatro si riempì
della gente migliore della città. Alla fine del primo atto, Tenducci venne
chiamato fuori per un’aria; il partito di mio cugino W. cercò di opporsi, ma
dovette sottomettersi. Quando la commedia fu finita e venne annunciato uno
spettacolo per la sera successiva, il pubblico insistette perché fosse
un’opera, la quale, allora, venne rappresentata con universale successo".
Il giorno seguente, tuttavia, Tenducci fu consigliato di nuovo di
volatilizzarsi poiché i parenti della moglie erano di nuovo sul piede di
guerra. Seguì il consiglio, ma dopo moltissimi avvisi, allarmi e dopo molte
fughe, venne gettato ancora una volta in prigione, dove subì ogni genere di
maltrattamento e per poco non spirò di febbre. Successivamente il padre
della sposa si acquietò del tutto, e la cosa ebbe un esito felice: Tenducci
e sua moglie Dora rimasero in Irlanda fino al 1768, anno in cui fecero
ritorno a Londra.
I1 matrimonio di Tenducci è celebre anche per un’altra ragione, cui accenna
Casanova: “Al Covenr Garden il castrato Tenducci mi sorprese presentandomi
alla sua legittima sposa, dalla quale aveva avuto due bambini. Egli si
burlava di coloro i quali sostenevano che, essendo un castrato, non poteva
aver figli.
La natura lo aveva reso mostro per mantenerlo uomo: era triorchis, e poiché
nell’operazione solo due delle glandole riproduttive erano state asportate,
ciò che rimaneva era sufficiente a provare la sua maschilità".
Questa storia non può essere vera in tutto e per tutto, poiché Casanova si
trovava a Londra nel 1763/1764, e Tenducci non si sposò che nel 1766:
potrebbe anche darsi, però, che Casanova lo abbia incontrato più tardi e non
si sia ricordato bene del luogo e della data.
La faccenda rimane, tuttavia, ugualmente misteriosa. Il fatto che questo
castrato fosse diventato padre era assai noto in quel tempo, eppure il
matrimonio di Tenducci fu, nel 1775, dichiarato nullo alla fine e non valido
grazie all’influenza esercitata in tal senso dai parenti della moglie. Pare
praticamente impossibile sapere quale fosse la verità.
Tenducci si fermò a Londra ove rimase quasi senza soste fino al 1791.
Nel 1776 però fu costretto a lasciare temporaneamente l’Inghilterra onde
sfuggire alla prigione per i debiti contratti e che non poteva onorare,
poiché conduceva una vita sproporzionata ai suoi mezzi. Si può dedurre però
che un accordo, per risolvere i problemi coi creditori, si sia potuto
raggiungere dal momento che ritornò a Londra nel 1777. Era ancora
considerato una persona del tutto rispettabile e degna di fiducia, poiché fu
nominato direttore dei famosi concerti di Handel nell'abbazia di Westminster
dal 1784 fino alla sua partenza definitiva dall'Inghilterra. Intanto, aveva
fatto ulteriori soggiorni in Scozia e in Irlanda e in altri luoghi delle
isole britanniche, ed era diventato molto conosciuto come insegnante,
nonostante prima ritenesse questa occupazione molto avvilente: Tenducci
pubblicò, attorno al 1785, le sue “Instructions of Mr. Tenducci to his
Scholars”.
Nel 1785 si esibì per l’ultima volta varcando il palcoscenico, in una
ripresa dell'ORFEO di Gluck, dopo che il giovane Crescentini aveva fatto
fiasco e se n’era andato nel bel mezzo della stagione; ma Tenducci
ugualmente non riscosse grande successo, se prendiamo in considerazione le
parole di lord Mount Edgcumbe:
“L’ interpretazione è ormai di un artista vecchio, e che del resto non è mai
stato eccezionale, a cui praticamente non rimaneva più voce, e oltretutto in
una parte in cui rimaneva ancora vivo il ricordo di Guadagni, non poteva
certo risultare molto interessante”.
Questo giudizio doveva esser scritto in parte per sentito dire, poiché
l’autore si trovava in Italia in quel periodo; tuttavia osserva ancora:
“Ho udito Tenducci in vari concerti prima di lasciare l’Inghilterra, ma la
sua voce era disuguale e non mi piacque per nulla”.
Il cantante aveva una cinquantina d’anni e avrebbe dovuto essere in grado di
cantare ancora bene: ma, evidentemente, dato il suo carattere spensierato e
bizzarro non aveva mai cercato di evitare danni alla sua voce.
Dopo la definitiva partenza di Tenducci dall'Inghilterra, in seguito alla
morte della moglie, non si hanno più notizie che lo riguardano, salvo che
era ancor vivo nel 1800 circa.
Non si conoscano né il luogo né la data della sua morte.
Tenducci si affermò, inoltre, anche come compositore:
scrisse le opere italiane FARNACE O LA VENDETTA DI ATRIDE (rappresentata a
Dublino nel 1765 e poi a Edimburgo nel 1769), IL CASTELLO D’ANDALUSIA
(Dublino 1783), e l’opera inglese THE CAMPAIGN (1784). Scrisse anche
numerose arie staccate, alcune delle quali furono pubblicate, e che vennero
da lui cantate a Ranelagh e altrove, nonché una serie di sonate per
clavicembalo.
A cura di Arsace
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