HWV 64

Handel compose il JOSHUA fra il luglio ed Agosto del 1747, seguendo lo schema del JUDAS MACCABEUS, l'ultimo oratorio marziale di Thomas Morell. JOSHUA fu comunque l'oratorio che accanto a JUDAS MACCABEUS ebbe più successo, fra i 4 oratori marziali che Handel ebbe modo di comporre (gli altri due sono l'ALEXANDER BALUS e l'OCCASIONAL ORATORIO). Solo il JUDAS MACCABEUS ebbe le maggiori rappresentazioni, proprio in relazione ad un coro famosissimo, che era però stato concepito per il JOSHUA e che poi Handel trasferì in JUDAS MACCABEUS: si tratta della superba gemma corale "See.the conq'ring hero comes!", per non parlare della Sinfonia descrittiva di Joshua che arresta l'evoluzione del Sole. JOSHUA vide la prima il 9 Marzo 1748, con la Galli, la Cesarini, Lowe e Reinold, ed ottenne un grande successo, che riuscì a preservare per parecchi anni. Narra la storia dell'eterna condizione errante del popolo ebreo e della sua dolorosa conquista della libertà. Nucleo della vicenda è l'assedio della città di Gerico ed il crollo delle sue mura. L'attenzione sia di Morell che musicalmente di Handel consiste sull'enfasi che si è voluta dare alle vittorie degli ebrei. JOSHUA ha anche un aspetto musicale molto interessante, in quanto Handel ha curato l'orchestrazione: a differenza di JUDAS MACCABEUS e di ALEXANDER BALUS, dove nel primo si ha l'orchestra che è uniformemente trattata a sostegno di monolitici inni celebrativi e nel secondo si stagliano soprattutto aspetti operistici, in JOSHUA Handel sembra voler porre attenzione sui colori dell'orchestra e sulla scelta degli strumenti. In JOSHUA viene data prevalenza agli strumenti a fiato, fra cui corni, trombe - non i tromboni: i ritmi di marcia predominano su quelli corali tipo anthems; l''orchestrazione appare brillante e coloristicamente ricca in tutto il secondo atto.

Aspetti Strumentali

L'organico previsto per la musica è alquanto ricco, poichè oltre agli archi, suddivisi fra violini primi e secondi, viole, violoncelli contrabbassi, ci sono anche oboi, fagotti, flauti, trombe, corni, timpani e tamburi, arciliuto, cembali e organi. Il rapporto fra i coi e le arie solistiche è equilibrato, e rientra in una simmetria più o meno nella norma con gli altri oratori. Il libretto mal fatto ha indotto Handel a non occuparsi dei recitativi più di tanto: essi sono standard e non ci sono recitativi accompagnati, e alcuni cori sono costruiti su musica sua pregressa, proprio per questa non sufficiente ispirazione che avrebbe potuto trarre dal testo. Tuttavia quando si presenta un momento nel corso della vicenda che possa esser avvicinato ad un dramma, Handel mostra la sua grinta compositiva, che nel 1748 non era affatto affievolita.

Il libretto espone la storia di Joshua che conquista Canaan. Il testo dell'oratorio non appare molto organico, ha una struttura fragile, con una mancanza di veri tratti drammatici e con una storia d'amore inframmessa fra i tonanti cori di fragore marziale e di acclamazione; il libretto non appassionò più di tanto Handel, che nei punti per lui meno interessanti ricorse ad variare un po' alcuna musica pregressa. Il soggetto è tratto dal libro di Giosuè, che include la narrazione di guerre sterminanti, con rari fondamenti storici e poco materiale di intreccio drammatico, e la storia d'amore appare un po' goffa accostata all'insieme. JOSHUA ha comunque al suo interno apici di intensità fantastica: non sono presenti i grandi eroi all'interno del nucleo dell'oratorio: in effetti non ci si può non trovare in difficoltà nel descrivere Joshua che è contemporaneamente capo e oracolo, e sotto questo aspetto appare ambiguo: qualcuno ha letto infatti in quest'ultimo aspetto più che un oracolo un gran pedante. Oltre Joshua, troviamo Caleb, che è il capo di Stato Maggiore, che ha una figlia, la bella Achsah, che, a sua volta, è fidanzata con giovane guerriero Othniel: costui però deve ancora dimostrare di esser degno della sua mano.

Libretto del JOSHUA

 A cura di

Arsace da Versailles

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