Sotto il segno di Versailles e Marly

Una "Giornata" estiva a Sant�Ildefonso

Quando mor� Filippo V, alla sua vedova Isabella Farnese le fu riservato di sfruttare il vitalizio de La Granja, dove visse durante tutto il regno di suo figliastro Fernando VI (1746-1759), senza che arrivasse a fargli mancare il nuovo Palazzo che si fece costruire nel suo dominio personale di Riofr�o.

Fernando VI, figlio di Filippo V e Isabella Farnese

L'accesso al trono di suo figlio Carlo III, restitu� al Reale Sito tutto il suo splendore, perch� di nuovo doveva essere, durante i due secoli seguenti, la residenza del monarca e lo scenario del fasto cortigiano nei mesi pi� caldi dell'anno, tra le Giornate di primavera ad Aranjuez, e quelle Autunnali nell�Escorial.  

Carlo III, Re di Spagna, quello che conged� Farinelli

Durante i regni di Carlo III - con l'urbanizzazione del paese e la costruzione di grandi edifici per il seguito Reale - e di Fernando VII, le giornate de La Granja furono particolarmente brillanti, ma gi� in quello di Isabella II, la ferrovia e la moda dei bagni di mare incominciarono a portare la Famiglia Reale verso le spiagge del Nord, prima a San Sebasti�n - dove la Regina Reggente Mar�a Cristina di Asburgo si costru� il Palazzo di Miramar - e dopo a Santander; il Palazzo de La Magdalena, regalato per questa citt� ad Alfonso XII� nel 1912, divent� il posto favorito per la villeggiatura, soprattutto dopo il terribile incendio che nel 1918 distrusse  gran parte del palazzo a San Ildefonso. 

Tuttavia, ancora fu brillante la vita della Corte ne La Granja durante il regno di Alfonso XIII: qui nacquero molti dei suoi figli - tra essi Don Juan, padre di Don Juan Carlo I - e l'infanta Isabel, zia del Re e conosciuta popolarmente come la Chatta, cos� la vita di Corte mantenne il suo fedele attaccamento a questo Real Sito de La Granja.  

La Piazza del Palazzo

La Porta di Segovia, con le sue tre grate forgiate in metallo con  decorazioni dorate, costruite secondo il design di Jos� D�az Gamones nel 1767, costituisce l'entrata principale al Palazzo di San Ildefonso. Da qui, un dritto viale conduce fino alla Piazza del Palazzo, circondata da alcuni degli edifici settecenteschi che erano destinati ad albergare il seguito Reale.  

Sotto Filippo V, non si mise in atto una pianificazione urbana di San Ildefonso, ma questa fu portata a compimento con Carlo III, dal 1766 fino al 1788, grazie all'architetto Jos� D�az Gamones.  

Gli edifici pi� importanti sono quelli che si alzarono per ospitare la servit�, i ministri e dignitari del Real Seguito, e tra essi emergono: 

L�Antigua Casa dei Mestieri, poi chiamata la Casa delle Dame, ospitava le stanze private dei Re da Carlo IV fino all'incendio del 1918; ricostruita parzialmente come Museo di Arazzi.

La Casa dei Mestieri, da Procaccini (1725), ricostruita dall�architetto Sacchetti dopo un incendio nel 1740, restaurata nel 1941. 

La Casa dei Canonici, incendiata nel 1754, 1787, 1808 e 1918, l'attuale data del regno di Fernando VII, bench� sia stato riabilitata nel 1963 per poterci vivere.

Le Scuderie Reali, 1738, restaurate nel 1945 e 1985. Di fronte, il Quartiere di Guardie del Corpo, opera di Juan Esteban, 1764, in rovina.

La Casa degli Infanti, opera di Camones, 1770, per la servit� degli infanti Don Gabriel e Don Antonio, figli di Carlo III, il pi� grande e monumentale del Real Sito, ricostruito oggi come hotel Parador.

Vista dall'Hotel Parador

Giardino interno del Parador

La Reale Fabbrica di Vetri, 1770, restaurata nel 1982. 

La Casa dei Gentileshombres, opera di Asfodeli, 1774.

Nella parte superiore della Piazza del Palazzo si apre un vasto spazio, dominato dalla facciata occidentale del Palazzo Reale, nel cui centro si posero l'abside e le torri della Reale Collegiata.

La Piazza non ebbe viali alberati fino a che in 1853 si impiantarono delle file di castagni delle Indie che confinano in basso con i Jardines del Medio Punto, creati negli anni seguenti, seguendo il modello delle pseudo-paesaggista delle piazze parigine.

Nel 1877, il giardiniere capo di Aranjuez, Antoine Testard supervision� la piantagione delle conifere, che allora si vedevano come arbusti ornamentali esotici, e che successivamente raggiunsero un superbo sviluppo; tra esse, vari Abies pinsapo molto notevoli, e soprattutto quelli dei  grandi esemplari di sequoia (Sequoiadendrum giganteum), che, a mo' di obelischi vegetali, si accompagnano ai capitelli del Palazzo. 

Orangerie a La Granja, nei pressi della Fontana La Selva

Alla destra della facciata della Reale Colegiata si trova l'Arco dell'Infante il cui nome si deve a ci� che sovrasta le stanze di Don Filippo, dopo duca di Parma, occupate nel passato da suo fratello Luis, e pi� tardi dall'infante Don Gabriel.  

L'Arco unisce il Palazzo con la Casa dei Mestieri, dove vi alloggiavano i principali ministri.

Di fronte alla sua porta principale ed alla strada del Re si aprono le tre belle inferriate di ferro battuto attraverso le quali si entra al Giardino, opere di Sebasti�n di Fiori, 1723, e Fernando Garrido.

I giardini

"Se uno vive in campagna � per potere avere un giardino pi� vasto e magnifico. In questo caso, la cosa migliore � accontentarsi di una casa piccola, accompagnata da un grande giardino", diceva D�zallier, il gran teorico francese di giardinaggio. Seguendo questo principio, ne La Grana, il giardino era pi� importante del Palazzo stesso.

Filippo V si attenne all'inizio dei lavori al principio delle specializzazioni, a discapito del principio di una unit� dell�insieme: infatti affid� ad un solo artista la realizzazione dei giardini, (si tratta dell�architetto francese Rene Carlier), mentre diede l�incarico al suo Maestro Maggiore spagnolo, Teodoro Ardemans, di erigere il Palazzo. 

A partire dal 1724, quella discrepanza tra il giardino e la casa, tra forme europee e pure, cominci� ad attenuarsi grazie al processo di ingrandimento della residenza ed il suo avvolgimento con superfici di gusto francese, mano a mano che il giardino cresceva e si adornava sempre di pi�.

La relazione tra palazzo e giardino cambi� verso un maggiore equilibrio, ma in ogni caso il protagonista continu� ad essere il giardino, che si mantiene intatto con tutte le sue sculture, e da dove si contemplano le facciate pi� belle del Palazzo. 

La Granja nella storia del giardinaggio francese e spagnolo

Il Giardino formale alla francese che si diffuse per tutta l'Europa come modello alla fine del secolo XVII� e durante il XVIII�, aveva raggiunto il suo zenit durante quello del Regno del Re Sole, grazie alle creazioni di Andr� Le Notre, tra le quali emerge sembra ombra di dubbio quella di Versailles.  

Planimetria di Marly Le Roy in Francia

Ma all�inizio come modello La Granja prese un altro Giardino del Re Sole, meno conosciuto in quanto la Rivoluzione Francese lo smantell�: Marly, dove il Re passava le sue giornate di riposo. Ed essendo questo lo scopo iniziale de La Granja appare naturale che il giovane Filippo V, ricordasse il luogo di puro divertimento e rilassatezza di Marly. In sostanza a La Granja, Filippo V non pretendeva di emulare la vasta scenografia monarchica di suo nonno a Versailles, ma costruire un palazzo con giardini per il suo ritiro. 

Non � strano che Filippo avesse in mente Marly, sia per la somiglianza della sua finalit� sia per le caratteristiche fisiche del posto, che obbligavano a similitudini formali, e anche perch� si trattava di una realizzazione artistica pi� vicina in termini temporali di Versailles: vennero chiamati quindi per i lavori di La Granja i principali scultori chiamati di Marly.   

In accordo con questo modello, inaugur� un giardino alla francese la cui magnificenza fosse degna di un monarca della Spagna, capace di una tanto "eroica" abdicazione, cio�, un giardino ricchissimo di sculture e fonti, e tracciato secondo lo stile del momento, che si differenziava un po� da da Versailles, perch� incoraggiava il formalismo di Andr� Le Notre con alcune nuove sfumature. 

I condizionamenti decisivi per la forma del giardino furono l'orografia, la posizione del Palazzo e l'esistenza di tre zone di funzioni e caratteristiche ben differenziate: i vivai (potagers), il giardino, (Jardin de propret�), ed il parco (parc).  

Il territorio scelto, la collocazione del Palazzo e, pertanto, del giardino, e sicuramente i limiti esatti della propriet�, furono decisi personalmente, e volendo in modo capriccioso, da Filippo V.

Fu il monarca assoluto che scelse, e i suoi tecnici dovettero convertire in vantaggi le difficolt�: un terreno pietroso che ascendeva dal Palazzo, ma che verso sinistra cadeva in direzione dell'alveo di un ruscello. 

Il tracciato del giardino, le cui rarit� si spiegano in relazione a quelli principali e propri del gusto del suo momento, si deve all'architetto francese Ren� Carlier, che prima della sua precoce morte, in agosto del 1722, ebbe tempo di lasciare il progetto nella sua totalit� e realizzato nella sua maggiore parte.

Carlier progett� nel terreno ascendente di fronte al Palazzo, un giardino disposto in vari assi orientali paralleli giustapposti che fondamentalmente sono quattro: Il Boschetto di Eolo, La Cascata Principale, La Corsa di Cavalli e L'Estuario, che � il ruscello incanalato e si incrocia con l'asse trasversale settentrionale di La Selva.  

Scorcio de La Cascata Nuova o principale

(da notare verso il basso la Fontana di Anfitrite, verso l'alto il Padiglione dei Marmi dove si esibiva Farinelli)

Vicino al giardino, un parco con otto strade convergenti in un pergolato centrale per le riunioni di caccia, senza il carattere ornamentale del giardino e separato da lui attraverso un recinto: e, in posti limitrofi, vari potagers o vivai.

La divisione in giardino e parco, separati dalla strada della Medianer�a - ed originalmente, inoltre, da una parete per lungo d�essa � corrispondeva con differenze costitutive tra le due parti; la zona del parco, cio� Le Otto Strade, era delimitata da olmi con passeggiate laterali, mentre al nord della Medianer�a questi non erano presenti, essendoci le strade pi� strette e gli alberi differenti: sono tigli.

Tutto questo orto rimaneva separato dagli edifici attraverso la strada di Valsa�n, che si prolunga attraverso la terrazza del Palazzo, e forma l'asse trasversale basilare del giardino, raggruppando i boschetti e vivai bassi.

Quando, dopo la morte del figlio Luigi I, Filippo V ritorn� al trono, il parco rimase incorporato al giardino, e questa addizione e quella di altri boschetti attorno alle Otto Strade, si ornarono con nuove fonti e sculture ancora pi� magnifiche, quando si cre� l'asse meridionale de La Fama.

Aiuola de La Fama

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Le Fontane e le sculture Ornamentali

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Scoperta dei Giardini

 

 

A cura di

Arsace da Versailles e Faustina da Versailles

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