Già
nel Medioevo, i Re della Castiglia che, spesso risiedevano nella città di
Segovia, utilizzavano come terre da caccia i boschi situati al piede delle
montagne di Guadarrama, e specialmente nei paraggio di Valsaín. Enrico IV
costruì in questo posto il palazzo chiamato La Casa del Bosco; alzò
anche un altro rifugio più modesto, e, vicino a lui, un eremo dedicato a San
Ildefonso, nel 1450. I Re Cattolici cederono in 1477 questo santuario e la proprietà adiacente ai monaci dell’ordine di San Girolamo del monastero segoviano di El Parral, che lo convertirono in una fattoria per il passatempo. I
successivi re continuarono a cacciare assiduamente in Valsaín, e verso il 1717
Filippo V, in occasione di una battuta di caccia nei paraggi della fattoria dei
monaci, si "innamorò" del
posto: aveva trovato il posto ideale per ritirarsi dal mondo, perché il suo temperamento, corroso per la nevrastenia, anelava la quiete. Il
primo Borbone spagnolo Filippo di Borbone, Duca di
Anjou, era bisnipote di Filippo IV, la cui figlia maggiore, María
Teresa, si era sposata con il Re Sole; questo spiega che, quando nel 1700 si
estinse il ramo spagnolo degli Asburgo, il testamento di Carlo II, lo
dichiarasse erede universale. Tuttavia, il suo accesso al trono spagnolo non
risultò semplice, perché i trattati anteriormente firmati tra le potenze e gli
interessi contrapposti dell'Inghilterra, Olanda e l'Impero austriaco, da un
lato, e Francia e Spagna dall'altra, diedero luogo alla Guerra di Successione
che si prolungò fino alla Pace di Utrecht in 1713.
Il
Duca di Anjou, nato in 1683, era stato allevato nella fastosa Corte di suo nonno
Luigi XIV, VERSAILLES, e come il secondo dei
figli di Monseigneur Le Grand Dauphin, il principe erede, morto in 1711,
si stimava probabile che potesse accedere al trono, per cui si mise attenzione
per formare in lui un carattere con ambizione di potere. Asse verso bacino di Nettuno Chi
avrebbe potuto supporre allora che i suoi fratelli sarebbero morti nel 1713? E
chi, pertanto, se il suo unico nipote – Luigi XV - sarebbe morto da bambino,
come stava per accadere, avrebbe occupato il trono della Francia? Il suo
temperamento flemmatico facilitò la sua educazione, e risultò un principe pio,
tranquillo, gentile ma con qualcosa di introverso;
intelligente, e molto affezionato agli esercizi fisici, ed alla caccia, come tutta la sua famiglia.
Quando
a diciassette anni, il Duca di Anjou si trasformò in Filippo V, Re della Spagna
e delle Indie, cominciò però a soffrire di un logoramento psicologico, che la
prolungata guerra lo fece più acuto. Per fortuna, la sua natura insicura lo
spingeva a cercare rifugio nelle sue mogli, e le due che ebbe furono personalità
preziose: María Luisa di Savoia, morta in
1714, ed Isabella Farnese, con la quale
contrasse matrimonio in quello stesso anno. L'affanno di questa per dotare i
suoi numerosi figli di Regni e possessi in Italia, non bastò per dissuadere
quell'uomo, già cupo spiritualmente con poco più di trenta anni, dall'idea di
abbandonare il potere. Il Reale Sito, ritiro di Filippo VCome
evasione, il Re cacciava sempre di più nei boschi reali di El Pardo e Valsaín,
in compagnia della Regina e del suo fedele Cavallerizzo Maggiore, il Duca
dell'Arco. Nel 1718, invaghitosi della ricchezza cinegetica e della bellezza del
posto, decise di comprare ai monaci la fattoria di Sant'Ildefonso e fare di lei
un Real Sito per il suo progettato ritiro.
Come
conveniva ad una gran casa principesca nella campagna, la cosa più fastosa
dell'insieme dovevano essere i giardini, al punto di competere con quelli che
aveva lasciato in Francia, L'acquisizione di La Granja
si formalizzò nel 1720, ed nel 1723 e 1735 si acquisirono altri terreni che
appartenevano alla Nobile Junta di Linajes ed alla città di Segovia, ma questi
non determinarono la pianificazione dell'insieme. Interno del Palazzo di La Granja - Piano terra L'estensione
definitiva a partire dal nucleo originario si realizzò grazie ai desideri del
Re e dei piani tracciati dai suoi architetti. Solo così si spiega la regolarità
del perimetro totale: un rettangolo rinchiuso tra forti cinte di muratura.
Lo
spazio dentro questo rettangolo è dedicato per più di due terzi ai giardini;
il Palazzo Reale e la Collegiata separano questi dal terzo inferiore, dove si
innalzano gli edifici costruiti per alloggio del seguito Reale. L'unità
dell'insieme proviene dalla coerente concezione del giardino che ordina gli assi
spaziali dentro un ambito delimitato da mura.
Interno del Palazzo di La Granja - Primo piano La costruzione del Palazzo e del giardino, secondo la forma iniziale pensata per il Ritiro del Re, sorse tra il 1720 e la fine del 1723; il 15 agosto di quell'anno si annunciava che "il Re ha deciso di ritornare in questo Posto dal El Escorial il giorno 9 del prossimo mese di settembre ed andare ad abitare con la Regina a La Granja (che in spagnolo vuol dire Fattoria)... che il Palazzo e la Casa di Mestieri per la famiglia sia concluso, sgomberato e pulito".
Il
10 gennaio di 1724, Filippo V annunciò a San Ildefonso che abdicava in
favore di suo figlio Luigi I. Ma prematura morte di quest’ultimo, in
agosto di quello stesso anno, obbligò Filippo V a ritornare sul trono. La
Granja dovette adattarsi a questo cambiamento, perché da essere la residenza
di un ex sovrano, si convertì in un Real Sito favorito del monarca regnante. Il
Palazzo, inizialmente di dimensioni modeste, quindi dovette essere ampliato, e
lo fu anche il giardino a discapito del parco, aggiungendosi nuove e più
magnifiche fonti.
Un primo anticipo sulle fontane di La Granja Durante
gli anni seguenti, l'attività costruttiva e decorativa fu costante, frenata
solo nel 1746 per la morte del Re che, nell’itinerario del suo viaggio per
terre andaluse - chiamato Lustro Reale, 1729-1734 - aveva passato tutte le
stagioni estive nel paradiso artificiale che aveva creato, dove, se non trovava
la quiete non doveva essere, naturalmente, perché i sensi non rimanessero
appagati. Una libreria a La Granja, ricorda l'evirato cantore Farinelli
L'udito
era accarezzato dall'armonia del canto di Farinelli e per il gioco delle acque
del Giardino; la vista, per lo
spettacolo di questi, animate con le sculture di Frémin e Thierry,
l'architettura di Juvarra, la Collezione di Statue antiche, che era appartenuta
alla Regina
Cristina della Svezia e la superba Collezione di Pitture, i cui migliori pezzi stanno ora nel Museo del Prado;
il gusto e l'olfatto, per i prodotti degli orti e vivai. Vai a Le Fontane e le sculture Ornamentali
A cura di Arsace da Versailles e Faustina da Versailles
On line il 2° Aprile 2013
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