Sulla facciata
sud della Corte di Marmo, si possono osservare due donne scolpite sedute
sulla balaustra, una avente come copricapo una testa d’elefante, e
l’altra coronata da piume con un coccodrillo ai suoi piedi.
A queste
allegorie dell’Africa e dell’America, rispondono nella facciata nord,
l’Asia, con il suo turbante ed il suo vaso di profumi, e
l’Europa,
con il suo elmo ed bastone di comando.
Queste statue
si inseriscono in un vasto insieme decorativo esteso su tutto il bordo
esterno della balaustra grazie alle Virtù Reali, presentate in 14 statue
di figure femminili che tengono, ognuna, il proprio simbolo; La
Saggezza è associata alla civetta di Minerva esprimente la
filosofia e l’intelligenza, La Prudenza tiene uno
specchio ricordando l’esigenza della conoscenza di sé, La Gloria
che abbraccia una piramide, simbolo dell’aura dei principi…
Partendo dal
fondo della Corte di Marmo, dove si trova il Sole di Apollo al centro
dell’Orologio, le due assi allegoriche dirette verso le Ali dei
Ministri, descrivono le virtù di una politica: da sinistra a destra, si
trovano le coppie della Fama e Vittoria, Gloria
e Pace, Autorità e Diligenza,
Ricchezza e Prudenza, Generosità e Saggezza,
Forza e Giustizia, Abbondanza e Magnificenza.
Questo gioco di corrispondenze elaborata da Charles Le Brun, a partire dalla raccolta di Allegorie di Cesare Ripa, L’Iconologia, illustra il grande disegno politico di Luigi XIV, orchestrato sin dagli anni 1660 ed incarnato dal Colbertismo che portò alla riforma amministrativa del Regno ed incoraggiò il commercio interno e coloniale.
La mitologia
essendo per le elites una griglia di lettura del mondo, i coevi videro
lì il simbolo dell’irradiamento del sovrano sull’universo ed il
manifesto del suo potere sulla civiltà e sugli uomini.
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