Nella Corte di Marmo, nella facciata della Reggia, volta verso Versailles città, sono presenti sculture (busti antichi) eseguite dagli artisti Pierre Chesneau, Henri Legrand e Antoine Poissant.

 I Tramezzi della Corte di Marmo accolgono una bella collezione di Imperatori e divinità. Si tratta di 84 busti, posizionati su delle consoles fra i quali alcuni sarebbero antichi, altri delle copie di quelli antichi. Eseguiti nel 1665, questi busti dal forte impatto simbolico ci ragguagliano sulla personalità di Luigi XIV.

Il riferimento agli eroi dell’Antichità – Curio, Demetrio, Giulio Cesare, Augusto, Marcantonio, Tito, Alessandro Severo, Costantino, Alessandro Magno – così come al pantheon greco-romano – oltrepassa in effetti il solo segno del programma iconografico che Charles Le Brun applicherà in tutta la decorazione del Palazzo Reale per glorificare le gesta di Luigi XIV.

La genesi della loro elaborazione è da ricercare nelle Strade parallele degli uomini illustri di Plutarco, un testo che mette l’accento sulle biografie delle personalità greco-romane.

 

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Le Brun ha così messo in scena queste moralità che esaltano i valori atemporali propri dei grandi uomini,  attraverso il loro eroico esercizio del potere.

Ogni busto esprime una virtù particolare.

Le personalità scolpite erano inoltre perfettamente riconoscibili dai contemporanei del Re Sole, poichè Plutarco fu uno degli autori antichi più letti e meditati nel XVII° secolo. Egli ebbe d’altro canto una grande influenza sulla formazione politica di Luigi XIV, impartita da Mazarino.

Al centro Luigi XIV fra i genitori

Avendo perso suo padre quando aveva 5 anni ed avendo conosciuto durante la Fronda una infanzia difficile, il Re trovò certamente in questo testo gli esempi di cui aveva bisogno per costruire la sua personalità e la sua futura leggenda. E’ così che adulto non dimenticherà le virtù di questi grandi uomini illustri che non andarono mai a lasciare l’immaginario del Regno.

L'eredità mantenuta dello stile di Luigi XIII con i suoi mattoni rossi, lo schieramento di busti degli uomini illustri, la dorature sulle balconate e sui tetti d'ardesia e la pavimentazione con marmi bianchi e neri fanno della Corte di Marmo un palcoscenico non solo per la famosa balconata della Camera del Re Sole, ma anche per vere e proprie rappresentazioni teatrali, con opere di Lully e Rameau.

 

 

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