Jean-Frédéric Phélypeaux de Maurepas,
fu uno dei nemici pi agguerriti della Marchesa di Pompadour, e
sostanziale promotore diretto ed indiretto delle
Poissonades, nome con cui si definiscono le serie di libelli,
anche volgari, contro la Marchesa.
Di viva intelligenza e di grande finezza, frivolo ed egoista, ironico,
mordace, anche sarcastico e fazioso "non era quel
che si dice una persona cattiva", scrive però il barone de
Besenval, ma non resisteva mai al voler fare una sagace battuta.
Di aspetto banale e di modesta statura, cercava di compensare tale pecca
curandosi nell'abbigliamento ed un portamento pomposo. Aveva una memoria
eccezionale, ma non era ciò che si potrebbe definire una persona colta.
Abile oratore, aveva un grande intuito e non si tratteneva di dare
giudizi certi sugli uomini.
Sotto il Regno di Luigi XV ereditò la carica di Segretario di Stato alla
marina e alla Camera del Re, a soli 14 anni d'età: tuttavia tali
funzioni furono svolte dal Marchese de La
Vrillière mentre si istruiva il minorenne, che diventò
poi anche suo genero, sposando, il 19 marzo 1718, la figlia
Marie-Jeanne Phélypeaux de La Vrillière
(1704-1793).
Finita l'istruzione, Maurepas si occupò della supervisione degli
affari del Clero e di Parigi, nel 1718, a 17 anni. Divenne
segretario di Stato alla Marina il 16 agosto 1723 –
rimanendovi fino al 23 aprile 1749.
Luigi XV apprezzava il suo spirito.
Amante del suo lavoro, mobilitò gli spiriti migliori per l'affinamento
delle tecniche di navigazione e di costruzione navale.
Fu un ministro piuttosto riservato, la cui carriera fu segnata in
particolar modo dalle dispute con le amanti procurate al Re da Madame de
Tencin, che lo detestava per ragioni politiche.
Fra le amanti reali più famose, ricordiamo,
Madame de Châteauroux, lo detestava e lo
chiamava "il conte de Faquinet" (furfantello).
Quando cadde malato a Metz, Luigi XV decise di allontanare la favorita
durante una delle sue crisi di devozione ma poi, guarito, l'aveva fatta
richiamare da Maurepas: la Duchessa non ebbe però il tempo di
ricongiungersi col Re, perché morì improvvisamente l'8
dicembre 1744, una coincidenza che fece parlare di un
suo avvelenamento.
I contrasti con Madame de Pompadour
spinsero l'arguzia di Maurepas a diffondere segretamente i libelli
scritti contro la favorita e a scriverne forse qualcuno di proprio
pugno; per questo motivo, egli cadde in disgrazia, nel 1749 ed mandato
in esilio a 40 leghe da Parigi. Le Poissonades erano feroci libelli,
ricchi di volgari pettegolezzi nei confronti della Marchesa il cui
cognome era appunto Poisson.
"Purtroppo una donna pesce
ha preso all'amo il cuore del Re
e nessuno ancora riesce
a saperne il perchè.
Come un pesce è gelida e dura
dà alla Corte un cattivo odore
perchè il Re nostro signore
non ne intende l'infame odore?"
Questi libelli non solo venivano diffusi a Parigi, ma anche in tutta la
Francia. Alcuni di questi erano talmente aspri che il Duca d'Ayen, amico
fedele della Marchesa, decide di sfidarlo a duello. Il re non ne
seppe nulla, ma si giunse sino all'invio dei padrini ed alla fissazione
dello scontro che non ebbe luogo grazie alla intercessione dell'abate de
Bernis.
L'epigramma in questione che si rifaceva sempre al doppio senso del
pesce col cognome della Pompadour aveva questi accenti:
"Perchè ci si deve meravigliare
se la Corte oggi si abbassa:
non è forse dal fondo del mare
che i pescatori prendono i pesci?"
Anche il Duca d'Argenson poco dopo riattaccava il casato Poisson non
appena era morta tra indescrivibili sofferenze la madre di Reinette
"Puttana per tutta la vita
ha reso puttana la figlia
ha sistemato la famiglia
puttanamente arricchita.
I libelli venivano pure cantati ed intonati per le vie di Parigi, come
questo:
"La sua testa non ha cervello
la pelle è gialla e maltrattata
i suoi denti sonno tutti cariati,
ha gli occhi freddi ed il collo lungo.
Senza spirito e senza carattere,
l'anima vile e mercenaria,
i pensieri di una comare:
tutto ha vile la Poisson."
Sicuramente il popolo non la ama, in quanto nel luglio 1747, mentre
Luigi XV è via per assistere alle battaglie, circola un altro commento
sgradevole ed offensivo:
"Figlia di una sanguisuga e sanguisuga essa stessa
domina nel palazzo con arroganza estrema:
è nota in tutto il Regno la sua vergogna suprema,
dissangua il popolo ed il Re e di tradirli non cessa"
Solo nel 1752, fu commutato l'esilio con il divieto di comparire a
Corte. Sebbene emarginato dalla Corte riceveva numerose visite, tessendo
una fitta corrispondenza con molte personalità politiche, scienziati e
letterati: Maurepas era consultato su tutti gli affari importanti del
tempo.
Rientrò a Corte 25 anni dopo, con la salita al trono di Luigi XVI, nel
maggio 1774 divenendo di fatto Primo ministro e si presentava come
mentore del giovane Re.
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A cura di
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