Il Regno di Luigi XV non ha apportato nulla di nuovo ai giardini di Versailles, se non un rimodellamento del bacino di Nettuno e il completamento della sua decorazione scolpita nello stile monumentale del Regno di Luigi XIV (1738). Però in rivincita, nel possedimento del Trianon, dove poteva condurre una vita più conforme al suo temperamento ed ai suoi gusti, le aggiunte sono importanti, o almeno lo divengono dopo la Pace di Aix-la-Chapelle (1748).

Il Re, ben appoggiato dall'architetto Ange-Jacques Gabriel, è architetto di se stesso, ma lo stile così coerente dei lavori al Trianon è senz'altro dovuto a Madame de Pompadour, che si designa ancora come la Musa del Rococò, quando lei era, assieme a suo fratello il Conte di Marigny, che lei fece nominare Direttore delle Costruzioni Reali, l'ispiratrice di un ritorno ad un "gusto migliore". A dire il vero, il Rococò non ebbe molta presa su Versailles se guardiamo le arti decorative.

Madame de Pompadour non ebbe pari per creare l'atmosfera di intimità che ricercava il Re. Lei moltiplicò il numero di queste case molto semplici che lei chiamava eremi ("ermitages"). Per prepararsi a questo, nel 1750 inviò in Italia suo fratello, in modo da formarlo: fu così che si creò quella dottrina che giustificava il nuovo stile delle costruzioni Reali, non troppo severo nè troppo frivolo, tenendo dell'antico la nobiltà e del rococò la spontaneità. E Gabriel ne forgiò lo stile.

Luigi XV, che apprezzava la vita intima del Trianon, decise quindi nel 1749, sotto l'influenza di Madame de Pompadour, un serraglio lì vicino, dove si selezionavano le più belle e rare specie di gallinacei. Si deve tener conto che il Petit Trianon non era ancora edificato (infatti benchè avesse visto i progetti e gli inizi dei lavori, Madame de Pompadur non riuscì a godere del nuovo edificio, morendo nel 1764), quindi parlando di Trianon si deve intendere il Grand Trianon.

Per abbellire le visite reali, l'architetto Ange-Jacques Gabriel aggiunse a questo serraglio un giardino che fosse contemporaneamente di bellezza ed anche di utilità, centrato su un Padiglione per il gioco, la colazione o il concerto detto "Padiglione Francese", che fu terminato nel 1750. Esso è costituito da un ampio salone centrale circolare, circondato da 4 stanzette utilizzate come boudoir, riscaldamento, cucina e guardaroba.

Qui nel 1750 si può notare la sola presenza del Padiglione Francese

senza Padiglione Frais e Petit Trianon

Qui il Re veniva colla Marchesa per riposarsi ed ascoltare musica dopo aver visitato il giardino botanico o degustato uno spuntino nel Salone vicino (il Padiglione Frais).

Questa costruzione è un esempio compiuto dello stile di Gabriel: inizialmente fu chiamato Padiglione del Serraglio (de la Ménagerie): al suo interno il decoro richiama la fauna vicina. Fu soltanto grazie alla tipologia del giardino che lo circondava che il Padiglione assunse il nome che ha oggi, ossia Padiglione Francese.

 

Questo giardino francese o giardino del Re presenta nella sua periferia dei viali sinuosi ben poco ortodossi e un boschetto di alberi sempreverdi, chiamati evergreen. In verità il giardino è meno francese che il padiglione stesso.

L'insieme paesaggistico rivela una sapiente allegoria delle stagioni e degli elementi.

Tracciato sotto forma di una croce greca, di cui ogni braccio rappresenta una stagione, il giardino porta al suo centro il salone circolare Francese. Ponendo al centro il Padiglione Francese,mecco le 4 aiuole a croce delle stagioni

Aiuola dell'Autunno - dal Ponte dra collega il Grand Trianon col Petit Trianon Aiuola d'Inverso, ruotando in senso orario dall'Asse Autunno
          Aiuola di Primavera, la terza che si trova girando in senso orario.
Collega il Padiglione Francese con il Petit Trianon
Aiuola dell'Estate, che collega Il Padiglione Francese con il Padiglione Fresco.

La croce è intersecata dagli assi  intermedi dei 4 gabinetti d'angolo del padiglione orientati verso le 4 aiuole, precedentemente decorate da composizioni floreali tematiche. 

Di questo tracciato si può ancora distinguere il cerchio del viale esterno delle aiuole che facevano il giro del Padiglione, raffigurante il ciclo del Sole, con i suoi solstizi e i suoi equinozi, e l'eterno re-inizio delle stagioni.

Sotto le facciate del Padiglione, il decoro è scolpito di attributi specifici, come nella balaustra con delle coppie di putti allegorici:

- l'ovest è dedicato all'Autunno con putti che vendemmiano e cacciano;

- il nord, di fronte al serraglio, all'Inverno, con putti che pescano o si riscaldano vicino ad un braciere;

- l'est, di fronte al Petit Trianon, alla Primavera, con i putti con fiori e volatili;

- il sud, dinnanzi al Padiglione Frais è dedicato all'Estate, con putti mietitori o con cesti di frutta.

Veduta del Padiglione Francese

Le elevazioni sono un richiamo a quelle del Grand Trianon lì vicino, illustrando l'ideale architetturale di Luigi XV. Visitando il Padiglione in compagnia del Duca de Croy, che aveva dei progetti di costruzione, il Re gli disse che "Era in questo gusto che bisognava costruire" (tratto dalle Memories del Duca de Croy, pubblicate nel 1906/1907).

L'anno seguente, un secondo padiglione più piccolo, chiamato "Salone Fresco" o "Padiglione Fresco" con la funzione di sala da pranzo per la consumazione dei prodotti della Latteria e degli orti.

Davanti a questo Padiglione, si trovava un piccolo giardino, ed era circondato da un porticato di tralicci rettangolare. Da una parte all'altra del Padiglione Fresco, si trovavano due viali di arcate di tralicci sul fondo di pergolato.

Il Padiglione Fresco

Il portico era supportato da due strutture in ferro rivestito da tralicci, posti nel luglio 1752 contemporaneamente ai tralicci del Padiglione. I suoi pilastri simulavano i tronchi di tiglio sagomato a palla.

I due pilastri principali, che inquadravano l'entrata del giardino, erano sormontati , come il Padiglione, da una trabeazione e da grandi cestini in legno. Cinquantaquattro altri cestini più piccoli furono forniti per ornare i punti delle arcate.

Ogni arcata ospitava un aranceto. Nel 1756, due statue rappresentanti "La Malattia" e "La Salute" opere di François Anguier, provenienti dalla Sala delle antichità del Louvre, furono poste in due nicchie di tralicci situate alle estremità dei viali del portico, poste su dei piedistalli di marmo bianco.

Il giardino era composto da due aiuole rettangolari decorate  da due bacini ovali e da piccole palme.

Il Padiglione Fresco fu distrutto nel 1810, ma una parte delle sue fondamenta furono risparmiate, ma fu ricostruito nel 1980.

Arredamento all'interno del Padiglione fresco

Per ritrovare le sub-strutture del giardino, una campagna archeologica si è svolta per due anni.

Grazie agli Amici di Versailles ed ai mecenati American Friends of Versailles, questa zona è stata pressocchè quasi tutta ripristinata.

Una ultima curiosità su tutto questo insieme è il viale che conduce dal Grand Trianon al Petit Trianon, chiamato "Viale dei Sempreverdi" che, legando i giardini si Luigi XIV a quelli di Luigi XV, seguendo l'asse dell'equinozio d'autunno, è alberato con tutte piante sempreverdi come dice il nome.

La prima facciata del Padiglione Francese che si trova dopo aver attraversato il punto di contatto fra Grand e Petit Trianon, ossia il ponticello (qui sopra) con balaustre in ferro battuto, è la facciata d'Autunno.

 

 

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