1° Ottobre 1789

Nella Speranza di mantenere l'ordine e la sicurezza sua e della sua Famiglia, Luigi XVI° convocò a Versailles il Reggimento delle Fiandre, la cui lealtà era a suo giudizio di ferro. Non c'erano altri motivi, non c'era il progetto di fare qualcosa di più ambizioso e nemmeno di sciogliere l'Assemblea Nazionale nè tantomeno l'idea di riconquistare Parigi. Luigi XVI° comunque mostrava delle insicurezze nel prendere delle decisioni, cosa che da un lato scoraggiava i suoi sostenitori, e allarmava così i suoi avversari. La convocazione dell'esercito delle Fiandre comunque non dispiacque ai suoi sostenitori, ma scatenò l'ira dei suoi nemici.

Appena giunto il Reggimento delle Fiandre a Versailles, il fermento avvolse Parigi. In effetti già a luglio c'era un generale stato di nervosismo accentuato. Nei giardini che si trovavano nei pressi del Palais-Royal, fulcro del movimento rivoluzionario, cominciò a diffondersi l'idea di marciare verso la Reggia. Siccome il nuovo raccolto del grano non era ancora pronto e quello pregresso era praticamente finito, il popolo era assillato dall'incubo della carestia, e quindi esso accentuò il risentimento verso chi ne faceva incetta, che era additato come "coloro che riducevano il popolo alla fame". A questa paura coll'arrivo del Reggimento delle Fiandre nei dintorni di Parigi, si aggiunse anche il sospetto di una congiura contro il popolo stesso.

Mentre cresceva il timore a Parigi, si distendevano gli animi a Versailles: il Reggimento delle Fiandre, sommato alle guardie di scorta già presenti alla Reggia, infondeva sicurezza. Come previsto da una tradizione, le guardie Reali fraternizzarono coi nuovi soldati delle Fiandre ed organizzarono un banchetto che si tenne presso il Teatro de l'Opera di Versailles; si ricorda che questo teatro, costruito per il matrimonio di Luigi XVI e Maria Antonietta, poteva trasformarsi, secondo le necessità, in sala da Ballo o in salone per le feste. 

Quella sera del 1° Ottobre 1789, lì, lo spirito era marcatamente controrivoluzionario: tra libagioni e brindisi alla salute del Re e della Sua Famiglia, tra i cortigiani che assistevano acclamando dai palchi del teatro, vennero fatti alcuni non saggi commenti contro l'Assemblea. 

Madame de Tessé, pompata dall'atmosfera, corse a chiamare la Regina, supplicandola di intervenire al banchetto. Maria Antonietta prima esitò a seguire la dama, ma, vinta dalle sue preghiere, assieme al Re e al Delfino, si recò all'Opera. Non appena i tre apparvero sul palco Reale, la sala risuonò di acclamazioni "Lunga vita al Re!". 

L'orchestra attaccò a suonare un'aria tratta dall'Opera RICCARDO, CUOR DI LEONE di Grétry "O Richard, o mon Roi!", e tutti vennero travolti dall'ebbrezza dell'entusiasmo. 

Poi un ufficiale salì sino al palco Reale ed ottenuto il permesso, prese il Delfino che venne portato sino al tavolo del banchetto: il piccolo passeggiò sopra il tavolo sorridendo a tutti, per nulla spaventato da tutte quelle grida. Poi, riportato fra le ovazioni alla madre, Maria Antonietta, più rasserenata, rientrò col marito nei propri appartamenti. Tutti i soldati lasciarono l'Opera per scortare la Famiglia Reale: euforia e gioia pervadeva tutti in modo incontenibile. 

Addirittura sotto le finestre della Camera del Re si danzò, ed uno osò arrampicarsi per vedere il Re dai vetri della finestra, e salutarlo da vicino. Le ovazioni ovviamente rincuorarono molto i Sovrani, ma anche si poteva leggere in questi impeti un senso di sfida: non era più come in passato.

Il 2 ottobre 1789, il Reggimento delle Fiandre volle ricambiare la gentilezza delle Guardie della Scorta del giorno prima; i loro brindisi erano carichi della stessa euforia del giorno pregresso, e si arrivò a pensare di marciare contro l'Assemblea. La Regina si rincuorò da tutte queste manifestazioni di lealtà verso la Regalità.. 

"Sono felice degli eventi di giovedì. La Nazione e l'esercito devono votarsi al Re, come facciamo noi" proclamò con soddisfazione. 

Era convinta che l'insurrezione di luglio non era altro che un gruppo di rivoltosi istigati e mandati dal Duca d'Orleans, e che quindi l'esercito fosse in grado di ristabilire l'ordine e la situazione ex-ante.

Quando la notizia dei due banchetti tenutisi a Versailles giunse a Parigi, la gente fu presa dall'ira. Si sparse la falsità che si trattò di orge, ma quello che apparve più irritante era che attorno ai Sovrani si stesse organizzando una controrivoluzione. Era la goccia che fece traboccare il vaso: Parigi si scatenò. 

Il 3 Ottobre tutti erano d'accordo sul fatto che il Reggimento delle Fiandre doveva esser allontanato. 

Il 4 Ottobre era domenica, e dopo una notte turbolenta, si decise di portare il Re a Parigi, giacchè solo così si pensava poter soffocare nel Re qualunque stimolo controrivoluzionario. Inoltre la sua presenza nella capitale sarebbe stata una vera garanzia contro il creduto complotto degli aristocratici di affamare il popolo. 

Tale progetto si venne a conoscere in ogni dove, tanto che giunse sino a Versailles: Luigi XVI° e Maria Antonietta non si turbarono a queste voci, tanto che non presero alcuna precauzione per le possibili insurrezioni in tal senso, infatti il Re continuò ad andare a caccia, mentre Maria Antonietta coi figli continuava al conversare al Trianon con Fersen, dedicandosi anche alla elaborazione di progetti per rinnovare i giardini del suo piccolo palazzo.

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