1789: La mia povera Versailles

5 e 6 Ottobre 1789: una vera tragedia

Questi due giorni di ottobre 1789 durante i quali, molto più che il 14 Luglio, si giocò il destino del Regno – e del Castello – sono da seguire minuto per minuto in modo affannoso. In due giorni si snoda la tragedia.  Si era mai vista una folla osare assalire Versailles (e per di più non smorzata con la pioggia battente)?

Cosa succedeva nella Galleria degli Specchi, il 5 e 6 Ottobre 1789? Non si sanno molte cose in verità. 

L’essenziale succedeva in effetti altrove: nella Camera del Re, dalla Regina e nel Gabinetto del Consiglio, sulla Piazza d’Armi, nella Corte dei Marmi e ai Menus-Plaisirs.  

Nel maggio 1789, la seduta inaugurale degli Stati Generali avvenne proprio in un padiglione provvisorio costruito nel cortile dell'Hôtel Menus-Plaisirs. dove Re tenne il suo discorso di apertura, focalizzando la sua attenzione sulle difficoltà finanziarie dello Stato, trascurando invece le riforme politiche e sociali auspicate dal popolo

Che facevano i deputati ai Menus-Plaisirs? 

Che si diceva al Consiglio del Re, nei suoi appartamenti? 

E che dire delle quattro donne ricevute dal Re (che alla fine non si è linciato) alla loro uscita che davano l’impressione di esser divenute Realiste? 

Ed il Generale La Fayette, che diceva sempre “Eccomi”, quando ce n’era bisogno, dove era in quei primi momenti? 

Ma andiamo con un certo ordine, senza farsi prendere dal susseguirsi drammatico degli eventi....

Ritratto del Re Luigi XVI° - opera di Duplessis

Già il 1° ottobre, è nel luogo dove ci si occupava di nient’altro se non dei piaceri di una buona cena che tutto è iniziato: L’Opera di Versailles. Questa sala, costruita per il matrimonio di Luigi XVI e Maria Antonietta, poteva trasformarsi, secondo le necessità in sala da Ballo o in sala per le feste (essa infatti può trasformarsi fisicamente, potendo assumere almeno tre aspetti). Quella sera lì, si tenne il Banchetto delle Guardie Francesi.  L’atmosfera era calda, avendo il vino favorito gli animi ed essendo le circostanze quelle che erano. Quando apparve Maria Antonietta, si cantò in coro l’aria la più famosa della migliore opera del suo compositore favorito: RICCARDO CUOR DI LEONE di Grétry… le parole dicevano: “Oh Riccardo, O mio Re, l’Universo ti abbandona…”.

Il giorno dopo, questo fu moto di protesta, propugnato da chi desiderava colpire la monarchia, e fu amplificato in un crescendo i 4 giorni seguenti. Il 5 Ottobre, le dame de La Halle, molto scortate, fecero irruzione a Versailles.

Riassunto degli avvenimenti fine settembre e primi di Ottobre 1789 - momenti sotto descritti

La marcia su Versailles iniziò al mattino presto del 5 Ottobre 1789, si formò davanti all'Hôtel de Ville, un assembramento di donne, che erano già intenzionate da qualche giorno ad andare a Versailles, per chiedere pane e migliori condizioni di vita.

Un primo gruppo di donne provenienti dal Faubourg Saint-Antoine e le Dames de la Halle, una "corporazione" di negozianti e di merciaie che operavano alle Halles e sul mercato di Place Maubert, si radunò all'Hotel de Ville sotto il comando di uno dei "conquistatori della Bastiglia". 

Di norma tali Dames de la Halle giungevano annualmente a fare gli auguri alla Corte e venivano contraccambiate con un banchetto. Ma questa volta a queste si sommarono subito numerose popolane, esasperate dalla situazione estrema. Tutte volevano manifestare presso il Re la loro disoccupazione e protestare per l'elevato costo del pane, che rendeva la vita ogni giorno più difficile.

I Rivoluzionari a Parigi nel 1789

Intorno a mezzogiorno si diressero a Versailles. Altri sobillatori (espugnatori della Bastiglia, come Maillard) diressero la fiumana di donne esasperate sulla strada che conduceva a Versailles, a cui fecero seguito una calca di parigini armati di lance, falci e pistole. Essi passarono sotto lo sguardo indifferente delle Guardie Francesi e delle Guardie Nazionali, che non intervenirono affatto!. 

Il tragitto fu lungo, e ben chiaro era l'odio contro l'Austriaca, considerata da costoro esempio di sperperatrice del tesoro Reale ed emblema della dissolutezza: tutto il suo entourage era biasimato e si criticava anche aspramente la nefasta influenza che la Regina aveva sul Re.

 

Una delle facciate del Petit Trianon

La giornata del 5 ottobre si svolse secondo i programmi precedentemente stabiliti: il Re a Caccia e la Regina al Petit Trianon. Poi il suo rientro di Maria Antonietta a Versailles per pranzare coi figli: ma è questo il momento in cui il Conte e la Contessa di Provenza, e con loro Madame Elisabetta, sorella di Luigi XVI, si precipitarono nella sua stanza in un grande stato di agitazione. 

Maria Antonietta comprese che era successo qualcosa di grave, di molto grave: saputa la marcia dei parigini verso Versailles, ordinò ad alcuni gentiluomini di andare a cercare il Re, e non volle seguire le preghiere dei cortigiani che la pregavano di trasferirsi a Rambouillet prima che rientrasse il Re.

A Versailles scoppiò il subbuglio: dame e cavalieri che correvano dalla Galleria degli Specchi, alla sala Occhio di Bue, agli appartamenti Reali. Molti si erano appressati alle finestre del Salone d'Ercole per osservare cosa andava per accadere fuori. 

Il problema era che i cortigiani a Palazzo non erano armati: e perchè mai dovevano? e sebbene c'era l'usanza, sin dal Re Sole, di portare una spada a Palazzo, essa era solo decorativa.

Il Conte di La Tour du Pin suggerì allora di mandare il Reggimento delle Fiandre ad interrompere la strada per Parigi, ma fu bloccato dal fatto che nessuno lo aveva autorizzato a prendere da solo una simile decisione in assenza di Luigi XVI°. Quindi si risolse solo di far chiudere i cancelli di ferro della Reggia e le porte che erano sempre state ferme dai tempi di Luigi XIV°. All'interno della Reggia si sbarrarono i corridoi, che erano da sempre stati aperti, dal momento che la Reggia del Re accoglieva da sempre tutti i francesi. Ma il conte preso dall'ira disse una cosa molto corretta "Ci faremo catturare qui e forse massacrare senza difenderci".

 

C'era però da dire che la Guardia Nazionale ed il Reggimento delle Fiandre erano schierati e pronti alla battaglia con la schiena rivolta verso i cancelli del Cortile Reale.

Alle 15.00, il Re giunge di ritorno dalla caccia a Meudon, essendo stato rintracciato lui con tutto il suo seguito: acclamato dagli eserciti, si diresse al galoppo a Palazzo e si rinchiuse con Regina e i suoi ministri della Sala del Consiglio. 

I ministri non si trovavano d'accordo su cosa fare, e questo accrebbe l'indecisione del Re. Necker suggerì al Re di rimanere a Versailles, mentre La Tour du Pin riteneva che il Re andasse incontro ai Parigini coll'esercito, mentre la Regina coi figli si ritirasse a Rambouillet: se i ribelli avessero avuto la meglio, il Re faceva in tempo a ritirarsi a Rambouillet, e da lì partire per la Normandia colla famiglia. Allora il Re disse che, se era d'accordo la Regina, si poteva fare. La Regina non volle separarsi dal Re, affrontando con lui tutti i pericoli, pur sapendo quanto era odiata, e quindi alla fine rimasero tutti a Palazzo. 

Attraverso Sèvres, Saint-Cloud e Viroflay, il corteo arrivò alla Reggia verso le circa 16.30, sotto una pioggia ininterrotta e forte. Alcune donne invasero l'Assemblea invocando più pane e meno retoriche vane, altre ottennero di esser ricevute dal Re. In quel momento il moderato Mounier entrò alla Reggia con l'intento di far firmare al Re La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, poichè questo sarebbe stato un mezzo per placare gli animi. Il Re cercò di trovare una soluzione immediata ordinando di sequestrare e distribuire tutto il pane disponibile in città. In fondo quella delegazione di donne che erano entrate dentro lo Splendore di Versailles erano innocue, una di loro, povera pescivendola, svenne alla vista di tanta magnificenza, le altre timide in emozione completa dinnanzi al Monarca. 

Purtroppo il pane che si raccolse fu molto scarso ed allora si cercò di accontentare tutti distribuendo del riso. Il buio era sceso su Versailles, quando verso lo 20.00, Maillard ritornò a Parigi, rientrando con molte delle donne che si erano mosse la mattina. Anche le truppe popolari rientrarono. 

A questo punto, la Reggia andò di nuovo in subbuglio, e Luigi XVI° promise a Mounier di firmare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, ma il deputato consigliò al Re di ritirarsi in Normandia, lasciando Versailles: appena giunto a Rouen, avrebbe potuto convocare i funzionari eletti, che si sarebbero impegnati ad unirsi a lui. 

Il nobile Saint-Priest e il conte di La Tour du Pin, consci del pericolo che la famiglia Reale stava correndo, implorano il Re di andare a Rambouillet: sarebbero stati i ministri a parlare col popolo insorto e avrebbero riferito poi i risultati di tale colloqui al Re. Il ritiro in Normandia, poteva sostanziarsi anche più tardi. Ma il Re era paralizzato dall'indecisione: "Un Re in fuga!", "un Re in fuga!"... Luigi XVI° lo ripeteva, non si risolveva... e perdeva tempo prezioso... era un atto codardo scappare... 

Sait-Priest riteneva che se il Re fosse andato a Parigi avrebbe perso di certo la Corona....Anche il conte de la Tour du Pin, terribilmente preoccupato, si gettò ai piedi del Re affinchè si decidesse a lasciare la Reggia... Allora il Re decise di consultarsi con Maria Antonietta in privato: lei rispose che avrebbe sopportato tutto, a patto che non si dovesse separare dal Re...

Si prepararono dunque le carrozze.... sarebbero andati a Rambouillet... la Regina corse e ordinò alle cameriere di preparare le valige: sarebbero partiti tutti tra un quarto d'ora.

La Place d'Armes a Versailles è la piazza antistante il Primo Cancello della Reggia

Ma la folla era ancora a Place d'Armes, ossia proprio davanti ai cancelli principali di Versailles: come potevano pensare i cortigiani che la folla avrebbe fatto passare la carrozza dei sovrani senza opporre una resistenza? 

Infatti, non ebbero nemmeno il tempo di aprire il cancelli, che si levò la voce che il Re fuggiva. La folla si gettò sulle carrozze e tagliò i finimenti portando via i cavalli. Re e Regina rimasero atterriti! Saint-Priest e La Tour du Pin vollero mettere a disposizione le loro carrozze, che potevano esser pronte presso i cancelli non principali della Orangerie: una partenza in sordina, ma sia Re che Regina vi rinunciarono....Decisero di rimanere a Versailles, puntando sul fatto che la pioggia, che incessantemente cadeva il 5 ottobre 1789, avrebbe debilitato e sfiancato lo spirito dei ribelli astanti la Reggia, i quali si sarebbero ritirati. Fu dunque data disposizione di rientrare in caserma alle truppe.

Nel frattempo quell'attaccabrighe di Marat pubblica sullo "Ami du Peuple", un violento appello alla insurrezione generale.

La leggenda (o la storia?) racconta che in questa occasione la Regina, molto seccata per lo schiamazzo delle manifestanti, abbia esclamato: "....e se non hanno pane che mangino delle paste!!"... Già, come è stata strumentalizzata dai coevi e come è spesso citata degli storici questa frase: nessuno si è preso la briga di pensare o che da un lato fosse una parte della frase da lei detta... oppure come tale frase fu pronunciata sì dalla Regina Maria Antonietta, ma che di certo non era una stupida: in una situazione di forte minaccia come era quella che la famiglia Reale visse in quei due terribili giorni di Ottobre, non si sarebbe di certo arrischiata a proferire parole con quell'intento dispregiativo, che potevano esser fra l'altro rigirate contro la Monarchia! Ma c'è forse un fatto molto, molto più importante da sottolineare ben bene, per gli anti-monarchici: l'assedio di Vienna. 

Ebbene Maria Antonietta aveva studiato la storia, e si ricordava bene dei fatti che avevano messo a rischio Vienna, sua città natale, quando aveva i turchi alle porte

Non erano certo fatti lontani nella storia: stiamo parlando di poco più di cento anni prima... 1683: in quella occasione per dar forza alle truppe viennesi che combattevano per impedire l'invasione dei turchi dentro la capitale, essendo finito il pane, la corte distribuì delle brioches per rifocillare l'esercito, a testimoniare come l'impero era vicino alle esigenze del momento.... dire quindi di distribuire paste o brioches, era un modo per cercare di risolvere le emergenze contingenti....

 

Torniamo a Versailles, nella sera del 5 Ottobre 1789: I cortigiani andavano avanti ed indietro, impauriti ed angosciati... su e giù per la Galleria degli Specchi, fulcro dello splendore Monarchico. Si ha la fortuna di poter accedere alle memorie della Contessa de La Tour du Pin, presente nelle Reggia nei giorni più difficili della sua storia.

Madame de La Tour du Pin: "Si camminava avanti ed indietro, senza scambiarsi una parola in questa Galleria, testimone di ogni Grandezza della Monarchia da Luigi XIV°. La Regina si era rinchiusa nella sua Camera, con Madame Elisabeth e Madame. La sala da Gioco, appena illuminata, era colma di donne che parlavano a voce bassa, alcune sedute sugli sgabelli, altre sui tavoli. Per me, la mia agitazione era così intensa che non riuscivo a stare ferma un momento. Ad ogni istante finivo per andare nella sala Occhio di Bue, da dove si vedeva uscire e rientrare dalla Camera del Re un certo numero di persone, nella speranza di trovare mio marito o mio suocero, per sapere da loro qualche novità. 

L'attesa mi sembrava insopportabile... 

Durante questi momenti il Re, sempre esitante davanti ad ogni possibile decisione da prendere, non voleva più andarsene a Rambouillet. Egli consultava tutti. La Regina, ugualmente indecisa, non riusciva a decidersi per questa fuga notturna. 

Mio suocero, si mise in ginocchio dinnanzi al Re per scongiurarlo di mettere in salvo la Sua persona e quella della Sua Famiglia. Ma questo buon Re, ripeteva sempre: "Io non voglio compromettere nessuno" e perdeva del tempo prezioso. Ad un certo momento sembrava stesse per cedere... ed il giorno cominciava a spuntare: era poco più delle sei di mattino, ed il silenzio più profondo regnava nella Corte. Monsieur de la Tour di Pin, appoggiato sulla finestra, pensò di sentire come dei passi di numerose persone che stavano iniziando a salire la rampa che, dalla via dell'Orangerie, conducevano alla grande Corte...."

Mentre il Re era ancora nel Gabinetto del Consiglio, la Regina si era ritirata nella sua Camera, assieme alla contessa di Provenza, Madama Elisabetta e diverse dame della sua casa, ma era terrorizzata, poichè iniziò davvero a rendersi conto della sventura della loro situazione. Al minimo segno di pericolo i bambini dovevano esser portati nel suo appartamento... poi cambiò idea, era meglio nell'appartamento del Re: il Re esercitava una sorta di devozione sacra e quindi agli occhi di Maria Antonietta era di certo un luogo dove i rivoltosi avrebbero tenuto un contegno riverenziale... lei la odiavano tutti, era troppo pericoloso. Maria Antonietta preferiva esporre se stessa da sola al pericolo, per proteggere Re e figli. 

Verso le 11.00 di sera, 200 nobili decisi a fare di tutto per proteggere e salvare la famiglia Reale, chiesero alla Regina di poter utilizzare i cavalli delle sue stalle, così, felice dell'iniziativa, comandò che 200 cavalli della sua scuderia fossero messi a disposizione degli ordini di Monsieur de Lussenbourg, affinchè li usasse nei modi migliori, nel caso in cui si presentasse un qualunque pericolo per il Re. Se invece fosse stata però lei in pericolo, l'ordine non doveva considerarsi.

Alle ore 24.00 del 5 Ottobre 1789, giunse finalmente il Generale La Fayette (qui a lato sinistro), con una sezione della Guardia Nazionale, fischiato ed insultato da ogni parte. Il distaccamento era seguito tuttavia, ad una certa distanza da gente decisa a prendere parte alla manifestazione. Il Marchese de La Fayette riuscì comunque a tranquillizzare la Corte e l'Assemblea: lui solo si ritenne in grado di mantenere l'ordine. 

Il Re affidò a La Fayette la difesa della Reggia e decise di andare a letto. Ordinò che si andasse dalla Regina per rassicurarla e per comunicare che poteva coricarsi tranquilla. 

Fu così che rincuorata Maria Antonietta congedò le persone che la servivano e mandò pure i nobili addetti alla difesa della sua persona di tornare nei propri appartamenti.  Si serrarono le porte e spente le candele. E la Notte sembra trascorrere tranquilla, fra canti, discorsi e grandi speranze.

Alle 2.00 di notte pareva che tutti dormissero alla Reggia.... Ma chi ha veramente dormito quella sera là fra le 2 e le 5 del  mattino? Più un avvenimento è complesso, e più quelli del giorno dopo sono imprevedibili, ed ancor più è interessante interrogare quelli che erano lì presenti sul posto, testimoni di incertezza e di angoscia.

Il Generale La Fayette affidò la difesa della Reggia ai soldati della Guardia Nazionale, che però avevano sposato le ragioni della rivoluzione; le postazioni interne erano assegnate alle guardie della scorta reali, ma erano poche, perchè il grosso era stato mandato a Rambouillet. 

E le fedelissime Guardie Svizzere? erano state inviate a Rueil. 

Che errori! 

La Reggia era nella mani dei soldati della Guardia Nazionale che odiavano le guardie della scorta del Re e che abbracciavano le ragioni della rivoluzione.

Il ritiro era generale: chi fra i ribelli si piazzava nelle taverne, nelle stalle, nei cortili dei palazzi, e moltissimi invece si piazzarono nella Piazza d'Armes, attorno a falò, bevendo e mangiando: anzi, un cavallo fu preso e squartato e cotto interamente sul fuoco... qualche schiamazzo ancora, qualche sparo.... ma alle 5.00 di mattino tutto si spense e tacque.

 

 

 

 

 

 

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A Cura di

Arsace da Versailles

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